Si è svolto il 21 e 22 ottobre, al Foro Boario La Miniera di Crodo, il XIII Convegno della SoZooAlp (Società per lo Studio e la Valorizzazione dei Sistemi Zootecnici Alpini) dal titolo Attività zootecniche e fauna selvatica: alla ricerca di una coesistenza. Il convegno, realizzato in collaborazione con l’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, ha avuto luogo in concomitanza con la manifestazione “Biancolatte”. La SoZooAlp, da sempre attiva per diffondere la consapevolezza dell’importanza economica, ambientale e storico-culturale delle attività zootecniche in montagna, ha voluto affrontare nel suo convegno nazionale la sfida, oggi particolarmente attuale, dell’incremento sul territorio nazionale di consistenza e areale della fauna selvatica in genere.
Le diverse relazioni del pomeriggio di venerdì 21, coordinate da Silvana Mattiello, Presidente SoZooAlp, dell’Università di Milano, e Enrico Sturaro dell’Università di Padova, hanno trattato dai diversi punti di vista le criticità a seguito della grande espansione delle popolazioni di ungulati selvatici e di carnivori predatori sulle Alpi. Sono state messe in luce le diverse forme di sovrapposizione spaziale dell’allevamento con il bestiame domestico e le problematiche umane connesse (Luca Battaglini, Università di Torino, nuovo Presidente SoZooAlp), interazioni che hanno dato origine a evidenti fenomeni di interazioni sanitarie (Stefania Zanet, Università di Torino) oltre che genetiche, trofiche e comportamentali. Molto spazio è stato dedicato al ritorno dei grandi predatori, e in particolare del lupo, per i conseguenti impatti sull’allevamento e sul turismo, come hanno messo in evidenza i diversi relatori (tra questi per il CAI, Davide Berton).
Dal convegno emerge che sono richiesti urgentemente interventi e soluzioni innovative, efficaci e condivise, e mezzi di protezione e difesa passiva ma anche attiva (contributo di Duccio Berzi).
L’aumento di selvatici sta con piena evidenza mettendo a rischio la sopravvivenza di molte realtà di allevamento estensivo, preziose per il loro contributo alla vitalità economica e alla multifunzionalità dei territori collinari e montani, preservandoli dall’abbandono. La crescente presenza in vari contesti territoriali di specie selvatiche non può essere interpretata come un contributo ad una “giusta” rinaturalizzazione, ma richiede una valutazione corretta dei servizi e disservizi ecosistemici connessi. Il convegno ha affrontato il problema partendo da una approfondita conoscenza del fenomeno, mettendo a confronto i pareri delle numerose figure a vario titolo convolte: oltre a ricercatori, tecnici, veterinari, agronomi, anche allevatori (con gli accorati contribuiti delle allevatrici Lina Leu e Virginia Gazzolo) e gestori delle risorse naturali del territorio alpino (il Direttore dell’Ente Aree Protette dell’Ossola Daniele Piazza e la Presidente Vittoria Riboni). Nella mattinata del secondo giorno è stata svolta una rassegna di ulteriori contributi tecnico-scientifici dei Soci SoZooAlp sul tema più generale dei sistemi zootecnici alpini. Il convegno ha riscosso un indubbio successo con la partecipazione di oltre settanta iscritti.
Allevamento e selvatici: quali soluzioni per una coesistenza?