Quote latte e multe non pagata da allevatori che avevano “sforato” i tetti produttivi: a distanza di poche ore in Veneto due notizie di segno opposto che ben fotografano una vicenda che si trascina da decenni e che non ha ancora trovato una soluzione univoca. Se da un lato il Tar del Veneto ha dichiarato prescritta la multa di 90mila euro ad un allevatore e la relativa cartella esattoriale, da Grisignano (Vicenza) arriva la notizia del conto corrente pignorato a una anziana maestra per multe non pagate dal marito allevatore. Per quelle stesse multe (4 milioni di euro) il figlio della donna nel 2015 si era tolto la vita.
Sono passati troppi anni, e le multe per lo sforamento delle quote latte da parte degli allevatori “devono ritenersi prescritte”. E’ l’ultimo pronunciamento del Tar del Veneto sul ricorso di un allevatore contro una cartella esattoriale di 89mila euro, un superamento delle quote latte che si riferiva addirittura al 1995.
Una linea, già seguita dai Tribunale amministrativi di altre regioni del Nord, che probabilmente mette fine ad una battaglia tra mondo dell’agricoltura e istituzioni europee che infiammò le campagne del Veneto nel lontano 1997
Una decisione, quella del Tar Veneto – riferisce il ‘Corriere del Veneto’ – che giunge nonostante gli allevatori continuino a ricevere anche in queste settimane dall’Agenzia delle entrate – dopo lo stop del Covid – i pignoramenti e le ipoteche sulle proprietà per le vecchie contestazioni.
Il regime delle quote latte, che anni di sentenze e ricorsi non hanno mai risolto definitivamente, non esiste più in Europa dal 2015. Ma le cartelle esattoriali non si sono mai fermate.
Quella del Tar del Veneto rischia d’essere una pietra tombale, anche se la sentenza non può valere per tutti i ricorrenti, dato che i giudici valuteranno caso per caso. Esprimendosi a favore dell’allevatore che contestava la multa da 89mila euro, il Tar scrive: “deve ritenersi in ogni caso del tutto prescritto il diritto di credito vantato nei confronti del ricorrente”. Ed inoltre che “assume prioritario rilievo la circostanza che sono comunque decorsi più di dieci anni dal presunto invio dell’originaria intimazione di pagamento”.
“800 mila euro per le quote latte”. E il fisco pignora il conto dell’84enne
Conto corrente pignorato a causa di una cartella esattoriale non pagata dal marito ormai deceduto: questa la triste storia d un’84enne maestra ormai in pensione. Una vicenda strettamente legata alla questione “quote latte”, che in più di un’occasione ha colpito la famiglia dell’anziana.
La cartella esattoriale in questione, quella che ha portato al blocco del conto, si riferisce infatti a una multa comminata proprio per lo sforamento delle quote. Sanzione che il defunto marito della donna, un allevatore di Grisignano, non pagò. L’uomo morì nel 2007. Sempre a causa delle quote latte nel 2015 si tolse la vita il figlio dell’84enne.
Allevatore come il padre, si era visto recapitare una multa da quattro milioni di euro. Un conto impossibile da saldare. Trovatosi con le spalle al muro, il 47enne decise di farla finita, impiccandosi all’interno dell’azienda agricola di famiglia, a Grisignano. Il caso finì su tutti i giornali.
Ora quella cartella esattoriale non pagata dal marito ha infatti portato al pignoramento del conto corrente. “A dicembre dello scorso anno è arrivata una raccomandata dell’Agenzia delle entrate che comunicava a mia madre che aveva cinque giorni di tempo per pagare 813mila euro“ racconta al Corriere la figlia dell’84enne.
Le donne scoprono che la cartella si riferisce alle multe relative agli sforamenti delle quote latte registrati fra il 1995 e il 1998. Decisamente troppo per un’anziana signora con una pensione da maestra. Il Fisco, però, ha proceduto con il pignoramento del conto. E adesso? La donna ha deciso di presentare ricorso al Tar del Veneto. Ii giudici hanno accolto la richiesta di sospensiva, ma non ci saranno notizie concrete sul giudizio di merito sino al prossimo anno.