Definito un protocollo di gestione dei confinamenti delle galline ovaiole. Precisati i limiti temporali. Obblighi informativi a carico dell’OSA verso i Servizi Veterinari.
Durante il ciclo di allevamento della gallina ovaiola allevata con sistemi alternativi alle gabbie è prassi ricorrere a brevi periodi di confinamento, durante i quali agli animali vengono limitati gli accessi all’area di razzolamento. La prassi risponde ad esigenze sia gestionali che sanitarie, nel perseguimento di buone pratiche di allevamento. Il confinamento temporaneo si realizza in aree delimitate dei capannoni avicoli, all’interno dei quali l’applicazione di particolari modallità gestionali consente anche di minimizzare l’eventuale stress negli animali.
Per la corretta gestione del confinamento, la Direzione Generale della Sanità Animale (DGSAF) ha inviato ai Servizi Veterinari regionali un Protocollo operativo. Il documento- redatto sulla base del parere del Centro di referenza nazionale per il benessere animale (CReNBA). La nota ministeriale che lo accompagna raccomanda alle Asl di “garantire il rispetto del protocollo a tutela del benessere degli animali allevati”.
Protocollo di gestione dei confinamenti temporanei delle galline ovaiole– Le operazioni gestionali risultano importanti al fine di mantenere e perseguire le performance igieniche delle produzioni zootecniche (deposizione delle uova nei nidi) e la migliore gestione delle condizioni di benessere degli animali allevati come l’abitudine all’abbeverata e alla mangiatoia sistemate nella zona pulita.
Il confinamento delle galline ovaiole prevede, per un periodo determinato di tempo limitato l’esclusione all’accesso all’area di lettiera. Generalmente, nei capannoni dotati di impiantistica ad un unico livello, viene usualmente limitato l’accesso alla zona di razzolamento mediante l’utilizzo di reti; mentre nei capannoni dotati di impianti in voliera (più piani), il confinamento può avvenire mediante sportelli dedicati, posti lateralmente alle voliere. Lo spazio che rimane a disposizione degli animali garantisce comunque il libero accesso alle strutture d’allevamento necessarie (abbeveratoi, mangiatoie, trespoli e nidi) e garantisce il rispetto di una densità di almeno 750 cm2 per capo.
Il confinamento degli animali può essere previsto durante tre momenti dell’allevamento. Di ciascuno il Protocollo precisa i limiti temporali:
1) confinamento iniziale dei gruppi di pollastre in accasamento: fino all’inizio dell’ovodeposizione e in qualunque caso non oltre 7 giorni dall’accasamento delle pollastre;
2) confinamento temporaneo dei gruppi di galline ovaiole in deposizione: durata massima di 12 ore consecutive per un massimo di 14 interventi durante lo stesso ciclo produttivo;
3) preparazione al carico verso i macelli a fine del ciclo produttivo: durata massima di 7 giorni consecutivi dall’inizio delle operazioni di carico.
In tutti i casi l’allevatore che esegue il confinamento dovrà informare i Servizi Veterinari.
PROTOCOLLO CONFINAMENTO TEMPORANEO OVAIOLE