Il benessere degli animali d’allevamento è una delle principali preoccupazioni per la società e per il settore dell’industria alimentare. Per valutare in maniera più accurata l’allevamento in generale ed evitare di sottoporre gli animali a situazioni di scarso benessere, è necessario comprendere non soltanto i loro comportamenti ma anche i loro fabbisogni e le loro capacità cognitive. Pertanto, la conoscenza generale di come gli animali d’allevamento percepiscono e interagiscono con il loro ambiente è di fondamentale importanza per una serie di parti interessate, dai cittadini ai politici, dagli etologi cognitivi ai filosofi.
Questa review, pubblicata su Frontiers in Veterinary Science e condotta da un team di ricercatori appartenenti a diversi istituti ed università europee, vuole delineare lo stato attuale della ricerca cognitiva sugli animali d’allevamento e si concentra sulle specie di ungulati, come bovini, cavalli, suini e piccoli ruminanti, per aiutarci a riflettere su un insieme definito di capacità cognitive (cognizione fisica: categorizzazione, abilità numerica, permanenza, ragionamento, utilizzo di strumenti; cognizione sociale: discriminazione e riconoscimento individuale, comunicazione con l’uomo, apprendimento sociale, attribuzione di attenzione, prosocialità, equità).
Lo studio ha individuato una mancanza di informazioni su alcuni aspetti delle capacità fisico-cognitive nella maggior parte delle specie di animali d’allevamento, ad esempio per quanto riguarda la discriminazione numerica e la permanenza degli oggetti. Ciò porta ad ulteriori domande su come il bestiame comprenda il proprio ambiente fisico e le relazioni causali. Aumentare le nostre conoscenze in questo campo faciliterà gli sforzi che devono essere fatti per correggere i sistemi di allevamento e gli elementi di arricchimento al fine di soddisfare le esigenze e le preferenze degli animali allevati. La ricerca nell’ambito socio-cognitivo indica che il bestiame ungulato possiede capacità mentali evolute come quella di discriminare tra, e di riconoscere i, conspecifici e gli operatori del settore umani, utilizzando modalità multiple. Il bestiame reagisce anche a segnali comportamentali molto sottili provenienti da conspecifici e dall’uomo. Queste capacità socio-cognitive possono avere un impatto sulle interazioni uomo-animale durante le pratiche di gestione e sull’introduzione di considerazioni etiche su come deve essere trattato il bestiame in generale.
I ricercatori hanno sottolineato l’importanza di acquisire una migliore conoscenza su come le diverse specie di bestiame interagiscano con i loro ambienti fisici e sociali, dato che queste informazioni potrebbero migliorare le condizioni di stabulazione e di gestione degli animali e potrebbero essere adottate per valutare l’impiego e il trattamento degli animali durante il processo di produzione.
Di seguito, riportiamo la traduzione integrale del lavoro che può essere consultata nella sua interezza o scegliendo, attraverso l’indice qui, sotto i paragrafi di maggiore interesse (la bibliografia è disponibile nell’articolo originale).