La Stampa. A un mese e otto giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per gli over 50, le multe comminate ai No Vax irriducibili sono pari a zero. Colpa di sistemi informatici che non si parlano, delle lungaggini burocratiche e del percorso a ostacoli disegnato dal decreto del 7 gennaio, che quell’obbligo ha introdotto. Senza in verità dare l’impressione di voler fare troppo sul serio fin dall’inizio, visto che la sanzione prevista è di soli 100 euro. Per di più una tantum.
Ma la macchina si è inceppata da subito. La procedura messa in piedi dal decreto prevede infatti che i nominativi degli inadempienti vengano rilevati dal Sistema Tessera Sanitaria gestito dalla società informatica del ministero del Tesoro, la Sogei. Che a sua volta avrebbe dovuto incrociarli con quelli della banca dati dell’anagrafe vaccinale nazionale, alimentata dalle Regioni. In più sulla tessera sanitaria si sarebbero dovuti registrare i certificati di avvenuta guarigione dal Covid, trasmessi da medici di famiglia e Asl. Un incrocio di dati che deve aver mandato in tilt la nostra sanità ancora poco alfabetizzata da un punto di vista digitale, tanto che ad oggi nessun nominativo di over 50 inadempienti è stato trasmesso ad Equitalia. «Noi in tutta questa procedura abbiamo solo il ruolo di postini», tengono a far sapere quelli dell’Agenzia riscossione, che le multe le avrebbero dovute inviare. E così ora ci si avvicina alla beffa, perché il 15 giugno scade l’obbligo vaccinale per gli over 50 e probabilmente nemmeno per quella data sarà possibile sanzionare i No Vax. Il contorto iter amministrativo prevede infatti che, una volta ricevuto l’elenco degli inadempienti, Equitalia trasmetta via mail o per mezzo della Pec la cartella esattoriale da 100 euro. A quel punto, se per errore non si è tenuto conto dell’avvenuta guarigione dal Covid da non più di sei mesi o se il multato ha un’esenzione sanitaria attestata da un certificato medico, questi ha 10 giorni di tempo per inviare la relativa documentazione alla Asl. La quale dovrà trasmettere il tutto all’Agenzia di riscossione. Se non lo farà sarà la stessa Agenzia ad emettere entro altri 180 giorni un nuovo avviso di addebito. Che a quel punto arriverebbe a giochi oramai conclusi. Anche se – fanno sapere da Equitalia, «il pagamento sarebbe comunque dovuto anche nel caso non venisse ulteriormente prorogato l’obbligo vaccinale».
Al momento gli over 50 a non aver ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono un milione e 860 mila. Ma tolti i guariti da non più di sei mesi e aggiunti coloro che hanno saltato il richiamo o il booster comunque passibili di multa, il numero si riduce a circa un milione e mezzo di No Vax che se la rideranno sotto i baffi.
Poteva andare peggio per i lavoratori ultracinquantenni non immunizzati, che dal 15 febbraio dovevano essere messi a casa in aspettativa non retribuita e che sono passibili di una multa da 400 a mille euro se scoperti al lavoro senza Super Green Pass. In età lavorativa parliamo di 700 mila non vaccinati. Ma anche qui, tolti i guariti e i disoccupati, si scende a meno di 400 mila. In larga parte impiegati nel privato. Solo che i datori di lavoro, dovendo conservare il posto al No Vax ricorrendo a sostituzioni di 10 giorni in 10 giorni, hanno preferito quasi ovunque soprassedere e lasciare in smart working i dipendenti refrattari alla puntura, anche se la legge non consentirebbe di aggirare in questo modo l’obbligo vaccinale. Così sono però andate le cose. E c’è da scommettere che qualcuno se la riderà ancora più forte se l’obbligo vaccinale dovesse essere prorogato oltre il 15 giugno ma il Super Green Pass no, lasciando così i No Vax senza multe e liberi di viaggiare in treno e bus, sedersi al ristorante o andare a tifare allo stadio. —