Lo rileva il settimo rapporto Istat-Iss che analizza i dati fino a gennaio 2022. Il picco di morti in eccesso nel 2020, nel 2021 gran parte dell’eccesso di mortalità è stato osservato nel primo quadrimestre quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa. Nel 90% delle schede di morte campione analizzate si riscontrano come complicanze condizioni tipicamente associate al Covid (polmonite, insufficienza respiratoria, distress respiratorio acuto o altri sintomi respiratori). Il Covid è l’unica causa responsabile del decesso nel 23% dei casi, mentre nel 29% è presente una concausa e nel 48% si riscontra più di una causa. IL RAPPORTO.
Da inizio pandemia (marzo 2020) a gennaio 2022 l’eccesso di mortalità totale, rispetto alla media 2015-2019, è stato di 178 mila decessi, con gran parte dell’eccesso del 2021 che è stato osservato nel primo quadrimestre quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa.
Lo afferma il settimo rapporto congiunto sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale dell’Istituto nazionale di statistica e dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato oggi.
Ma cos’è l’eccesso di mortalità associato alla pandemia Covid? L’Iss lo spiega così: “Differenza tra morti complessive per qualsiasi causa dall’inizio della pandemia ed il trend atteso di decessi basato sul trend storico atteso (media periodo 2015-2019) nel caso non si fosse verificata la pandemia COVID-19”.
Questo indicatore, spiega ancora l’Iss – permette di misurare l’impatto sia diretto che indiretto della pandemia fornendo una misura più oggettiva delle sole morti direttamente associate al COVID-19
Il rapporto contiene diversi capitoli aggiuntivi rispetto alle edizioni precedenti, fra cui l’analisi di un campione di 6.530 schede di morte relative a casi deceduti nel 2021 e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 e un confronto l’andamento dell’eccesso di mortalità nell’UE.
I principali risultati:
• Dall’inizio dell’epidemia sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrato 10.953.342 casi confermati di COVID-19 (dati estratti il 9/2/2022); di questi, oltre 4,5 milioni di casi sono stati diagnosticati nel mese di gennaio 2022 (il 42% del totale dei casi riportati alla Sorveglianza da inizio pandemia) a causa della predominanza della variante omicron caratterizzata da una elevatissima trasmissibilità.
• Sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata COVID-19 dell’ISS 145.334 decessi associati alla diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 e avvenuti entro il 31 gennaio 2022. Il 53% dei decessi è avvenuto nel 2020, il 41% nel 2021 (59.136 decessi di cui circa 8.000 sono riferiti a diagnosi del 2020) e il 5,8% a gennaio 2022.
• La campagna di vaccinazione, iniziata il 27 dicembre 2020, a partire da maggio 2021 ha raggiunto elevati livelli di copertura, soprattutto nelle fasce di età più avanzate (60+).
• Con il progredire della campagna di vaccinazione, la mortalità è significativamente diminuita a partire dalla 20-esima settimana del 2021: l’82% circa dei decessi nel 2021 è avvenuto nel primo quadrimestre. In particolare, sì è molto ridotta la mortalità COVID-19 correlata nella fascia di età 80 anni e più, per la quale, a fine 2021, è stata raggiunta una copertura vaccinale con il ciclo primario pari a circa il 95%.
• Analizzando i rapporti fra i tassi standardizzati di mortalità COVID-19 nel 2021 e quelli del 2020, si osserva che il gradiente Nord-Sud si è capovolto a sfavore del Centro-Sud; questa inversione del gradiente si rispecchia nei tassi di mortalità per il complesso delle cause.
• Da inizio pandemia (marzo 2020) alla fine di gennaio 2022 l’eccesso di mortalità totale, rispetto alla media 2015-2019, è stato di 178 mila decessi. Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi , 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). Nel 2021 il totale dei decessi per il complesso delle cause è in calo rispetto all’anno precedente, anche se rimane su livelli molto alti: 709.035 decessi, 37 mila in meno rispetto al 2020 (-5,0%), ma 63 mila in più rispetto alla media 2015-2019 (+9,8%). Gran parte dell’eccesso del 2021 è stato osservato nel primo quadrimestre quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa.
• Rispetto al 2020, nel 2021 si registra un incremento dell’eccesso di mortalità nelle regioni del Centro (+1,0%) e del Mezzogiorno (+4,8%). Il calo del numero complessivo di decessi del 2021 rispetto al 2020 è dovuto soprattutto alla diminuzione dei decessi riscontrata al Nord (-13,2%), che è stata la ripartizione più colpita nella prima ondata della pandemia nel 2020.
• Considerando le classi di età, il contributo più rilevante all’eccesso di mortalità del 2021, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è dovuto all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più che spiega il 72% dell’eccesso di mortalità complessivo; in totale sono decedute 455.170 persone di 80 anni e oltre (circa 46 mila in più rispetto alla media del quinquennio 15-19). L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un ulteriore 21% dell’eccesso di decessi; in termini assoluti l’incremento per questa classe di età, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è di oltre 13 mila decessi (per un totale di 177.937 morti nel 2021).
• Malgrado si confermi che anche nel 2021 le persone di 65 anni e oltre siano quelle maggiormente colpite in termini di eccesso di mortalità, nel 2021 si osserva un grosso calo dei decessi in questa fascia di età: 37 mila in meno rispetto al 2020.
• Il confronto tra ondate epidemiche di COVID-19 in termini di eccesso di mortalità evidenzia che nell’ondata in corso l’impatto sulla mortalità è più contenuto rispetto alle ondate precedenti. Nonostante la diffusione di nuove varianti più trasmissibili, durante il periodo 1° ottobre 2021 – 31 gennaio 2022 si registrano circa 250 mila decessi, 40 mila in meno rispetto a 12 mesi prima, con un calo di oltre il 13%.
• In un campione di 6.530 schede di morte relative a casi deceduti nel 2021 e riportati al sistema di sorveglianza integrata COVID-19 è stata valutata la presenza del COVID-19 come causa iniziale, le sue complicanze e la presenza di altre concause. Nel 90% delle schede COVID-19 è stata riportata come causa direttamente responsabile del decesso, similmente a quanto già osservato nel 2020 (89%). Nel 90% delle schede si riscontrano come complicanze condizioni tipicamente associate al COVID-19, quali polmonite, insufficienza respiratoria, distress respiratorio acuto (ARDS) o altri sintomi respiratori. Il COVID-19 è l’unica causa responsabile del decesso nel 23% dei casi, mentre nel 29% dei casi è presente una concausa oltre a COVID-19 e nel 48% si riscontra più di una causa.
• Analizzando il contesto europeo, nel 2021 l’andamento dell’eccesso di mortalità nell’Ue ha raggiunto un picco ad aprile (21,0%), quindi è sceso al 10,6% a maggio e ha raggiunto il minimo del 5,6% a luglio. In autunno si è osservato un nuovo rialzo e l’eccesso di mortalità ha raggiunto il 17,7% a ottobre e il 26,5% a novembre 2021 (dati Eurostat). Rispetto alla media europea, l’Italia ha registrato un eccesso di mortalità più elevato nel mese di novembre 2020 e marzo 2021. A partire da luglio 2021 l’eccesso di mortalità nel nostro Paese scende ben al di sotto della media Ue.
02 marzo 2022 – Quotidiano sanita