Due settimane in apnea, poi l’Italia potrà tornare a convivere col Covid con la curva dei contagi nettamente in calo e nuove regole meno restrittive. I contagi, in realtà, hanno frenato già ieri con 149.512 nuovi casi (180.426 il giorno precedente) insieme ai decessi, 248 rispetto a 308. Ma su 927.846 tamponi effettuati, il tasso di positività è aumentato al 16,1%. Rispetto alle ospedalizzazioni, sono 1.691 i pazienti in intensiva, 14 in più nel saldo tra entrate e uscite, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 18.719 (+349). Omicron corre ancora, ma la fine del tunnel sembra vicina. Lo conferma anche l’Oms: «In Paesi come l’Italia e la Grecia ci stiamo avvicinando moltissimo al picco – ha dichiarato il direttore europeo Hans Kluge – ed è molto probabile che in Europa arrivi prima di quanto previsto, ossia entro 2-3 settimane».
Di ieri anche le prime aperture del governo alle richieste di nuove regole meno restrittive avanzate dalle Regioni. Dopo il primo no del Ministero della Salute, Roberto Speranza ha annunciato un tavolo tecnico con le Regioni: «Ci sono segnali di raffreddamento della curva e l’Oms dice che siamo vicini al picco: già oggi si passa di colore solo guardando le ospedalizzazioni, poi discuteremo ancora e ci confronteremo con le Regioni. Vedremo i passi che si possono fare». Sul tampone a casa per chiudere la quarantena introdotto dall’Emilia-Romagna glissa: «La scelta spetta alla scienza, non è una decisione politica». Prima di Speranza è stato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a parlare di nuove regole per convivere col Covid: «Rivedremo le regole, la comunicazione dei dati deve essere aggiornata soprattutto per la gestione degli ospedali – ha ammesso – Entro due settimane faremo una distinzione tra coloro che sono positivi al virus ma asintomatici e i malati. La variante che circola oggi ce lo consente».
L’Italia è più vicina all’ammorbidimento dei parametri che, in una quarta ondata in cui è stata superata la soglia dei 2,5 milioni di italiani attualmente positivi proprio ieri, in questi giorni manderebbero in zona arancione la maggior parte delle Regioni. Il sottosegretario Sileri, però, ha anche messo in guardia la popolazione: «Omicron raggiungerà tutti, non c’è scampo. Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo che non arrivi un’altra variante, quasi tutta la popolazione italiana avrà incontrato questa variante». Con un distinguo: «Chi è vaccinato sarà più protetto e potrà avere probabilmente una forma più leggera, ma chi non lo è ha molti più rischi di andare in terapia intensiva».
I vaccini restano al centro della lotta al Covid e l’Italia può respirare anche in questo caso, con un’inversione di trend per le prime dosi provocata dall’obbligo vaccinale imposto agli over 50 e le misure attivate nell’ultimo decreto. Dalla loro introduzione sono 700mila le prime dosi somministrate, con il record di 92mila in sole 24 ore registrato nella giornata di sabato. E può accelerare ulteriormente, perché i lavoratori No Vax over 50 hanno l’obbligo di somministrazione della prima dose entro il 31 gennaio per mettersi in regola sull’estensione del Super Green Pass al via il 15 febbraio. Non solo: in questa settimana le regole per i No Vax si inaspriscono. Per accedere ai servizi alla persona come barbieri, parrucchieri ed estetisti il 20 gennaio scatta l’obbligo di Green Pass base. Entro la prossima settimana il governo stilerà la lista definitiva delle uniche attività ancora aperte a persone senza tampone né siero, in vista della grande stretta che scatterà dal 1 febbraio, lo stesso giorno in cui scenderà la durata del Green Pass rafforzato da 9 a 6 mesi.
Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa di Malattie Infettive al Gemelli di Roma e revisore dei parametri Covid del governo, ha avanzato l’ipotesi sulla fine della pandemia: «Accelerando la vaccinazione in sei mesi l’Italia può uscire definitivamente dall’emergenza. L’ analisi dei trend dei contagi mostra che siamo vicini al picco delle infezioni, entro fine gennaio. Con l’ultima curva a scendere che sarà quella dei decessi».
Un traguardo per ora lontano: l’Italia ora stringe i denti per due settimane. Aspettando le indicazioni dalla curva dei contagi e dal governo. —
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