Il Sole 24 Ore. La legge Fornero non è intoccabile. E il cantiere della riforma delle pensioni può ripartire subito con un confronto immediato su tre capitoli: flessibilità in uscita, trattamenti di giovani e donne e previdenza complementare. È il messaggio sostanzialmente consegnato da Mario Draghi ai sindacati nell’incontro di ieri a palazzo Chigi, che ha segnato la ripresa del dialogo dopo lo strappo di Cgil e Uil con la proclamazione dello sciopero generale contro la manovra. Oggi stesso il premier dovrebbe comunicare il calendario dei tre tavoli tecnici. Che scatteranno a inizio 2022, una volta concluse le festività natalizie.
«Avvieremo subito un programma operativo», ha spiegato ai leader sindacali il presidente del Consiglio. I ministri Daniele Franco, Renato Brunetta e Andrea Orlando si occuperanno del coordinamento politico, mentre il sottosegretario alla Presidenza, Roberto Garofoli, e il capo del Dipe, Marco Leonardi, “cureranno” la parte tecnica.
Un impegno, quello preso da Draghi, definito incoraggiante da Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, che non hanno ancora la certezza che il premier rimanga anche il prossimo anno a Palazzo Chigi. Anche se Draghi non sembra intenzionato discostarsi troppo dal paletto fissato nelle scorse settimane quando aveva lasciato intendere che eventuali correttivi sarebbero dovuti rimanere nel solco del sistema contributivo. Un concetto di fatto ribadito ieri: possiamo lavorare su qualsiasi modifica – ha sottolineato il presidente del Consiglio – purché non sia messa a repentaglio la sostenibilità nel medio e lungo periodo e all’interno del contesto europeo.
Appaiono insomma quasi nulle le chance di successo dell’ipotesi di pensionamenti anticipati con 62 anni, svincolati dal ricalcolo contributivo dell’assegno, che è contenuta nella piattaforma unitaria sulla previdenza consegnata dai sindacati a palazzo Chigi. Diverso potrebbe essere l’approccio su uscite anticipate totalmente contributive e sull’allargamento del bacino dell’Ape sociale. E, in questo senso, un segnale è già arrivato con l’ok del governo all’emendamento alla manovra che, come anticipato dal Sole 24 Ore, fa scendere da 36 a 32 anni la soglia contributiva per l’accesso all’Ape sociale dei lavoratori edili e inserisce i ceramisti tra le mansioni usuranti per le quali è possibile utilizzare l’Anticipo pensionistico. Un altro segnale è quello della perequazione piena degli assegni pensionistici dopo il sostanziale congelamento del 2020 (con inflazione negativa dello 0,3%). Come conferma un dossier Inps, nel 2022 la rivalutazione sarà dell’1,7% e scatterà in maniera decrescente al salire della pensioni ma, a differenza del 2020, sarà calcolata in forma progressiva scaglione per scaglione.
«Non ci interessa discutere di qualche aggiustamento – ha commentato Landini-, ci interessa fare una riforma che corregga tutte le distorsioni della legge Fornero. Il sistema contributivo deve contenere al suo interno anche elementi di solidarietà: da qui la questione della pensione di garanzia per i giovani e tutti quelli che hanno attività discontinue». Giudizio «positivo» da Sbarra: «finalmente apriamo a Palazzo Chigi il cantiere per arrivare alla revisione della Legge Fornero». Infine, Bombardieri ha ricordato di aver posto al tavolo anche il tema delle delocalizzazioni, giudicando «debole» la riposta del Governo, e chiedendo l’apertura di un confronto col sindacato sul tema.
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