Gia venerdì 17 dicembre il presidente della Regione, Luca Zaia, ha firmato un’ordinanza che, di fatto, anticipa di due soli giorni l’ormai certo passaggio del Veneto in zona gialla. Mascherina ovunque tranne in casa, quindi anche all’aperto; ospedali e case di riposo blindatissimi per poi finire con alcune raccomandazioni che sono, forse, la parte più interessante dell’ultimo provvedimento regionale.
Fra queste, un appello alla vaccinazione che così, nero su bianco, non si era ancora visto. Lo spirito che permea l’ordinanza entrata in vigore alla mezzanotte fra venerdì e sabato e che resterà fino al 16 gennaio sembra stare tutto qui: spiegare ai veneti, fra nuovi paletti e calorose raccomandazioni, appunto, perché serve un nuovo sforzo che parte dal singolo cittadino a tutela della salute pubblica e della tenuta complessiva del sistema. Da scavallare c’è tutto il periodo festivo. Inevitabile, con i numeri di queste ultime settimane, un ulteriore aggravio della pressione sulle strutture sanitarie già messe a dura prova dai fronti multipli di testing, tracing, vaccini e cure.
Ma veniamo alla parte delle regole: al di fuori delle abitazioni la mascherina va usata sempre, sia all’aperto che al chiuso. Zaia, per dire, ha raccontato di andare in palestra calzando una Ffp2, scelta non obbligata ma di auto tutela. È pur vero che, ultimamente, si sono moltiplicate le mascherine Ffp2 a scapito delle chirurgiche, segno che la consapevolezza di un livello di rischio aumentato già c’è. È sulla maggioranza di veneti consapevoli che fa leva il governatore ormai esasperato da quelli che ha sempre definito «leoni da tastiera»: «Evitate di scriverci che questa è dittatura sanitaria – è sbottato ieri il presidente – che non abbiamo tempo da perdere». L’obbligo della mascherina fuori casa vale per tutti tranne che per i bambini sotto i 6 anni e i soggetti con patologie e disabilità. Nell’ordinanza si ricordano, poi, le altre misure fondamentali per tenere a bada la curva dei contagi: igiene, distanza interpersonale, aerazione dei locali chiusi. Sorvegliate speciali, tanto da andare in deroga al piano di sanità pubblica in vigore, sono tutte le strutture sanitarie. «Sulle Rsa – specifica l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin – sono le stesse associazioni di categoria con cui ci siamo confrontati che chiedevano tutele maggiori». Il risultato è un’intensificazione del testing per gli operatori sanitari tutti, in ospedale, nelle strutture private, nelle Rsa e in tutto il mondo del sociale: si passa da un tampone obbligatorio ogni 10 a uno ogni 4 giorni, indipendentemente dallo stato di vaccinazione. Per gli ospiti delle Rsa, invece, resterà un tampone ogni 10 giorni ma le norme su chi entra e chi esce dalle strutture cambiano e non poco. Stesse dinamiche per gli accessi ospedalieri: al momento del ricovero e ogni 4 giorni per i degenti scatta il tampone.
Le visite nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie saranno limitate. Tra le altre disposizioni dell’ordinanza, infatti, c’è il limite di una sola persona di accompagnamento ai pazienti negli ospedali e per la visita in ospedali e Rsa. Sospese le visite alle case di riposo a minori di 12 anni, e i rientri in famiglia degli ospiti. Vale a dire che, salvo casi particolari valutati dalla strutture stesse, i nonni resteranno nella struttura anche durante le festività e le visite ai nipotini sotto i 12 anni sono precluse. In caso di uscita temporanea dalle case di riposo o di nuove prese in carico, il nuovo protocollo prevede un primo test, 7 giorni di quarantena e un secondo test alla fine della quarantena. Nelle scuole, il testo ribadisce che in caso di un positivo, scatta la quarantena piena, niente calcio o lezioni di danza mentre si attende l’esito per i più piccoli.
Poi ci sono le «raccomandazioni»: in caso di sintomi o di febbre, l’ordinanza indica l’autoisolamento, la comunicazione al medico di base e un tampone. «Può essere un’influenza – ha commentato Zaia – ma si deve escludere che sia Covid». Infine, si raccomanda l’adesione alla campagna vaccinale, lo smart working dove possibile e gli Enti locali vengono invitati a prendere misure per evitare assembramenti. Quanto al pranzo di Natale, Zaia raccomanda un tampone fai da te anche se vaccinati. Ne ha provato uno in diretta proprio ieri. Esito: negativo.
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Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da virus COVID-19. Ulteriori disposizioni.