La Stampa. Arriverà in settimana l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco al vaccino per i bambini sotto i 12 anni: sono il ministro della Salute Roberto Speranza e il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, confermare che anche i più giovani potranno ricevere il siero anti-Covid tra pochi giorni. Si inizierà per «metà dicembre», comunque prima di Natale. Un «passaggio epocale», secondo Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza. Ma anche una decisione che alimenterà ulteriori polemiche, considerando che persino la comunità scientifica è divisa al riguardo.
Palù non ha dubbi. «Farò vaccinare i miei nipotini appena sarà disponibile in Italia. Con la variante Delta è cambiata la situazione in età pediatrica. I dati americani e anche quelli dell’Iss ci dimostrano che il 30% dei casi li riguarda, ci sono ricoveri. Chiederei ai genitori di farsi questa domanda: c’è più rischio con il vaccino o con il ricovero? Consiglierei di guardare le immagini di chi soffre di fame d’aria». Ricciardi è d’accordo: «La vaccinazione dei bambini ora è il tassello probabilmente più importante per la diminuzione della circolazione del virus. In America ne hanno vaccinati più di 3 milioni, la vaccinazione si sta dimostrando straordinariamente sicura e protettiva».
In realtà, nei giorni scorsi molti dubbi erano stati espressi, per esempio, da Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma: «Sono un vaccinista convinto, ma il mio consiglio in questo momento è quello di non vaccinare i bambini. Non c’è nessun bambino in rianimazione, resistono al virus e non si capisce perché, non conoscendo in questo momento gli effetti a lunga distanza, dobbiamo vaccinarli». E anche Andrea Crisanti ha ripetuto più volte: «Sono convinto che non ci siano problemi a vaccinare i bambini. Solo, non credo che i dati a disposizione siano sufficienti per giustificare questa decisione. Avrei aspettato un po’». Ricciardi, al contrario, insiste: «Occorre avere maggiore attenzione per le scuole perché in questo momento sono il punto debole».
Dubbi che, ovviamente, esprimono anche molti politici. Giorgia Meloni e Matteo Salvini più volte hanno detto che non accetterebbero un obbligo di Green Pass per i bambini e ieri anche Massimiliano Fedriga, tra i più favorevoli ai vaccini nella Lega, ha avvertito: «La popolazione adulta deve continuare a vaccinarsi e fare la terza dose», ma sui bambini «ci vuole la massima attenzione. Per questo io ho espresso una mia obiezione personale». Anche il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio, Fdi, invita alla cautela: «Decidono i medici, noi dobbiamo fidarci. Quello che consiglio, e mi pare che il governo abbia questa linea, è prudenza sull’obbligo vaccinale nei confronti dei bambini dai 5 agli 11 anni». Di sicuro il super Green Pass e forse anche la variante sudafricana hanno prodotto qualche effetto sugli adulti: le prime dosi negli ultimi giorni sono aumentate del 40%, rispetto alla settimana precedente.