Repubblica. L’onda del Covid investe di nuovo l’Europa. I contagi salgono ovunque. E molti Paesi corrono ai ripari con nuove misure. Compreso il lockdown. Nello stesso tempo l’Unione europea cambierà la prossima settimana la raccomandazione che disciplina il Green Pass (che a Bruxelles chiamano il Digital Covid Certificate).Resta il fatto che l’allarme è ormai scattato ovunque. La paura sale e come spiega l’Ecdc (l’Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie) il vento del virus soffia da est. Quasi tutta l’Europa orientale, infatti, è diventata zona rossa. Contagi, ospedalizzazioni e morti.
E guarda caso quelli sono anche i Paesi in cui è più bassa la percentuale di vaccinati. Così molte di quelle nazioni che vedono già i segni della crisi e quelle con confinano con esse, cercano di arrestare la quarta ondata. La Germania, ma anche l’Austria che prevede il lockdown per i non vaccinati e una chiusura generalizzata in almeno due regioni: Alta Austria e Salisburgo. Esattamente come la Slovacchia che mette in un angolo chi ha rifiuta l’immunizzazione. La Repubblica Ceca introduce restrizioni durissime per i “No Vax”. Così come la Grecia che da lunedì vieterà ai non vaccinati tutti i luoghi pubblici al chiuso: niente cinema, teatri, musei, palestre, discoteche. Mentre il Belgio ha reintrodotto lo smart working obbligatorio per chiunque lavori in ufficio: almeno 4 giorni a settimana. E molte regioni in Spagna si accingono a estendere l’uso obbligatorio del Green Pass.
Insomma l’autunno si fa sentire e la situazione nel Vecchio Continente non tranquillizza nessuno. Neanche l’Unione europea. Che sta preparando una revisione della raccomandazione relativa proprio al Green Pass. Il nuovo testo — che non è vincolante per i Paesi membri — sarà pronto la prossima settimana. La Commissione sta lavorando sul alcuni aspetti che riguardano in particolare la durata del Certificato. La regola che lo ha introdotto aveva una durata annuale. Il primo passo allora sarà la proroga di questo termine: un po’ come lo stato d’emergenza in Italia. Non solo. L’idea è poi di armonizzare la validità della certificazione verde. L’invito sarà quindi a indicare una scadenza non superiore ai nove mesi per il singolo documento.
Va ricordato che l’Ue ha introdotto il Green Pass solo ed esclusivamente per consentire i viaggi all’interno dell’Unione. Per il momento la sua funzione non va oltre questo. L’applicazione — come nel nostro Paese — per recarsi a lavoro o per entrare nei luoghi pubblici rientra nelle competenze nazionali. La Commissione quindi esclude di ampliarne il raggio d’azione e soprattutto esclude che si possano di nuovo bloccare i confini interni.
Nello stesso tempo la rapida escalation dei contagi sta spingendo Bruxelles a organizzare il Certificato in modo più stringente. Quindi oltre alla durata di nove mesi, è allo studio l’introduzione di un sistema misto con il regime cosiddetto del “semaforo”. Le aree a colore, quindi, resteranno e potrebbe essere accolta l’ipotesi di adottare il modello “2G” per chi viene dalle regioni “rosse” o “rosso scuro”. In quel caso il Certificato sarebbe valido solo per i vaccinati o per i guariti. Il tampone non sarebbe sufficiente a uscire dal proprio Paese. Il punto è che anche la Commissione sta cercando di arginare in anticipo il dilagare dei contagi. Ed è possibile che il prossimo consiglio europeo di dicembre possa concentrarsi proprio sull’emergenza coronavirus con l’obiettivo di non arrivare in ritardo nelle misure come era accaduto due anni fa. Una esigenza che risponde alla necessità anche di non bloccare la ripresa economica. La preoccupazione, infatti, è che una recrudescenza della pandemia possa assestare un colpo alla crescita e trasformarla in una “rimbalzino”. Il più 6,2% previsto per l’Italia, ad esempio, potrebbe rivelarsi caduco se non assistito da una certezza sanitaria. E proprio in quest’ottica, ieri l’Antitrust europeo ha esteso fino al prossimo giugno il quadro per gli aiuti di Stato. L’emergenza, purtroppo, non è finita.