Il Corriere del Veneto. I contagi da Covid-19 aumentano inesorabilmente (1.603 nelle ultime 24 ore, oltre a quattro vittime), così come l’incidenza (1,36%) e i ricoveri in area medica (351, +2; in Terapia intensiva restano 62), il Veneto vede giallo e anticipa la prenotazione della terza dose di vaccino per la fascia d’età 40/59 anni. Ieri le Usl hanno messo a disposizione migliaia di slot sul portale https://vaccinicovid.regione.veneto.it/, bruciando sul tempo l’annuncio ufficiale che oggi il governatore Luca Zaia lancerà alle 12.30 al consueto punto stampa di Marghera. In ballo 632.835 veneti tra 50 e 59 anni che hanno completato il ciclo vaccinale primario (cioè l’83,7% dei 756.076 residenti compresi in questa fascia d’età) e 516.546 dei 664.796 cittadini tra 40 e 49 anni (il 77,7%) appunto già immunizzati con le prime due dosi.
«Abbiamo deciso di aprire le prenotazioni prima dell’inizio del prossimo mese per evitare che poi tutti si accalchino negli stessi giorni — aveva spiegato nelle scorse ore lo stesso Zaia —. Stiamo testando le piattaforme informatiche, che permetteranno ai cittadini di fissare una data a loro scelta tra quelle disponibili a partire dalla scadenza del sesto mese dalla seconda dose. Ci si potrà prenotare anche un mese o due prima». Scelta azzeccata, visto che ieri sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha comunicato che la somministrazione del richiamo booster per la fascia 40/59 anni comincerà il 22 novembre e non, come previsto, il primo dicembre. «La curva del contagio sale nel nostro Paese e ancora di più nei Paesi europei vicini — spiega Speranza —. Il vaccino è lo strumento principale per ridurre la diffusione del virus e le forme gravi della malattia. E’ giusto quindi anticipare al 22 novembre la campagna per i richiami nella fascia d’età 40/49 anni». Nessuna difficoltà, dunque, a prendere appuntamento ieri a Vicenza piuttosto che a Venezia, Verona, Padova o Treviso. In attesa del «Piano Natale», con il governo al lavoro per introdurre nuove misure di contenimento della quarta ondata pandemica e le Regioni in pressing per ottenere lockdown solo per i no vax, i governatori volano con le terze dosi. Prima del Veneto avevano aperto le prenotazioni per 40enni e 50enni Lombardia, Lazio e Campania. In prima fila gli insegnanti, tra i primi a immunizzarsi con AstraZeneca e destinati alla terza dose «eterologa» con Pfizer Biontech o Moderna, così come le forze dell’ordine, però ancora indietro con il ciclo primario (il 30% non è immunizzato).
Va anche detto che, secondo gli ultimi dati del ministero della Salute elaborati dalla Fondazione Gimbe, il Veneto è piuttosto indietro con il richiamo booster agli over 60, ai pazienti fragili, a sanitari, ospiti e personale delle Rsa (categorie, queste ultime tre, per le quali è in arrivo l’obbligo). Se infatti a livello nazionale risulta somministrato al 53,3% degli aventi diritto, la nostra regione si ferma al 39,8%. Va meglio per la dose addizionale riservata, a 28/29 giorni dalla seconda, a trapiantati e altri pazienti sottoposti a farmaci immunosoppressori. Rispetto a una media italiana pari al 59,6% di somministrazioni il Veneto, pur restando nella parte bassa della classifica, arriva al 51,8%. In compenso nella settimana tra il 10 e il 16 novembre ha registrato un aumento dei contagi pari al 37,8%, che coincide con 347 casi attualmente positivi al tampone ogni 100mila abitanti. E’ il terzo indicatore più alto, dietro i 664 casi per 100mila abitanti di Bolzano e i 409 per 100mila del Friuli, entrambe destinate alla zona di rischio gialla.
L’incidenza più alta, 179 casi per 100mila abitanti, resta a Padova, teatro di continui cortei no pass. Seguono Vicenza con 152, Treviso con 147, Venezia con 145 e Belluno con 119. Chiudono Rovigo con 108 e Verona con 105.
Oggi è giorno di riclassificazione, legata al monitoraggio settimanale del ministero della Salute con l’Istituto superiore di Sanità e il Veneto, terza realtà a rischio, si salva dal giallo per il tasso di occupazione dei letti Covid in Terapia intensiva, che sale al 6% ma è lontano dal tetto massimo del 10%, e in area medica, fermo al 5%, contro il 15% di soglia d’allarme. L’Università Cattolica rilancia però «l’allarme Nordest»: «Sono otto le Regioni in uno scenario di rischio, cioè Friuli Venezia Giulia, Bolzano, Veneto, Val d’Aosta, Campania, Emilia Romagna, Lazio e Liguria. Il Veneto è associato al maggior numero di tamponi antigenici, 88,24 per mille abitanti».