Un incontro cominciato parlando di manovra, anche se ufficialmente il tema del tavolo erano le pensioni. Ma è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi a voler fare con i tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, un punto sulla legge di Bilancio che da ieri ha cominciato il suo iter al Senato. Al centro del discorso gli 8 miliardi di euro destinati al taglio delle tasse. Via l’Irap o taglio dell’Irpef? All’interno della stessa maggioranza le priorità sono diverse. E sarà difficile per il premier trovare la quadra. Per questo Draghi, con il ministro dell’Economia Daniele Franco, intende ascoltare tutti prima di arrivare ad una decisione su come indirizzare quei fondi.
E l’incontro di ieri pomeriggio con i sindacati, cui hanno preso parte anche i ministri del Lavoro Andrea Orlando e della Pa Renato Brunetta, va in questa direzione. Dopo circa due ore di riunione, il premier ha aperto al confronto promettendo di portare in Consiglio dei ministri le proposte dei sindacati sulla revisione della legge Fornero. Palazzo Chigi si dice «disponibile ad aprire una discussione sulle pensioni con incontri che verranno fissati già a partire da dicembre». Ma ci saranno anche nuovi tavoli con i ministri per approfondire gli aspetti più controversi della manovra economica, a partire dalla riforma fiscale, il primo già la prossima settimana con i ministri Franco e Orlando sulla modalità di ripartizione degli 8 miliardi. «Si è determinato un percorso utile e importante, non scontato, ma le valutazioni saranno fatte più avanti», dice il leader Cgil Landini, che però conferma le mobilitazioni regionali. «Partono due tavoli decisivi, pensioni e fisco, come avevamo sollecitato — dice Sbarra della Cisl —: ora ci aspettiamo di vedere i contenuti». E Bombardieri (Uil) assicura: «Il confronto sulle pensioni andrà avanti fino a marzo». E rivela: «Ho chiesto a Draghi se faremo la riforma ancora con lui e ci ha assicurato di sì». Fonti di Palazzo Chigi smentiscono però che il premier abbia risposto alla domanda di Bombardieri.
Intanto ieri è ufficialmente cominciata al Senato la sessione di Bilancio. Da venerdì cominceranno le audizioni. I tempi sono stretti e la maggioranza continua a non essere compatta sulla manovra. Attesa battaglia in Parlamento sulle varie misure, dal taglio delle tasse alla flat tax riproposta dal leghista Matteo Salvini. E ieri, il leader di Italia Viva Matteo Renzi si è sfilato dal tavolo di maggioranza sulla manovra proposto dal leader Pd Enrico Letta: «Non trovo giusto legare il Quirinale al patto sulla manovra».
Il Senato ha cominciato l’esame della manovra di Bilancio. Che margini di cambiamento ci sono?
«Il Parlamento ha un ampio margine — risponde la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra (Leu) — perché quasi un terzo della manovra verrà scritto con le Camere, cioè il primo passo della riforma fiscale, per la quale ci sono 8 miliardi».
Come si procederà?
«Ci sarà un confronto nella maggioranza e poi il governo farà una proposta».
Salvini (Lega) vuole tagliare le tasse agli autonomi, Letta (Pd) il cuneo sul lavoro dipendente. Lei?
«Leu è per il taglio del cuneo perché i lavoratori dipendenti portano il peso maggiore dell’Irpef mentre non ritiene prioritario un taglio dell’Irap. Per alleggerire il carico sulle imprese avrebbe invece senso togliere il contributo Cuaf visto che con la riforma dell’assegno unico sui figli esso è diventato universale e non più solo a favore dei lavoratori dipendenti».
Sulle pensioni c’è Quota 102 ma nulla per i giovani. Si può ancora fare qualcosa?
Gli abusi
Sul reddito abusi per 200 milioni in più di due anni contro i 950 milioni
di truffe sui bonus
«I giovani, per via di carriere frammentate e bassi salari, rischiano pensioni inadeguate. Per questo Leu propone una pensione di garanzia per loro. Non credo che nella manovra ci sia spazio, ma trovo giusto che sia partito il confronto coi sindacati per una riforma complessiva che garantisca flessibilità in uscita».
Sul Superbonus sarà alzato il tetto Isee di 25mila euro per le case unifamiliari?
«Credo che ci si possa ragionare, anche se non c’è uno spazio per grandissimi ampliamenti. Del resto, sui bonus il governo ha messo una trentina di miliardi, stabilizzando gli incentivi per un triennio, ma intervenendo anche per contrastare gli abusi che ci sono stati sulla cessione del credito ed estendendo il prezziario dal Superbonus agli altri bonus, per frenare l’aumento dei prezzi».
Al Mef quanto siete preoccupati per l’inflazione?
«C’è molta attenzione. L’interpretazione iniziale, per ora confermata, è che parte dell’aumento dei prezzi sia dovuto alla ripresa e a una serie di fattori contingenti, però ci siamo cautelati con un fondo di 2 miliardi per evitare che un eventuale perdurare del caro-energia abbia ricadute pesanti sulle bollette».
Sul Reddito di cittadinanza solo più controlli?
«I controlli vengono rafforzati, ma parliamo di abusi per 200 milioni scoperti in più di due anni contro i 950 milioni di euro di truffe sui bonus edilizi in pochi mesi. Nessuno ha chiesto per questo di togliere i bonus, nemmeno si dovrebbe chiedere di togliere il Reddito, che andrebbe invece rafforzato per famiglie numerose e per gli stranieri».