Il Corriere del Veneto. Il Veneto presenta al governo un conto da 513 milioni, confidando possa essere saldato già con la legge di Bilancio in discussione in parlamento. Una cifra non esaustiva di quanto speso fin qui dalla Regione «extra budget» a causa della pandemia (il presidente Luca Zaia parla di un miliardo e 300 milioni) ma comunque utile a rimpinguare la casse esangui di Palazzo Balbi. Un problema condiviso con altre Regioni (meglio: con tutte le altre), tanto che la cifra complessiva messa sul tavolo del premier Mario Draghi e del ministro della Sanità Roberto Speranza ammonta a 8 miliardi, e alcuni colleghi di Zaia hanno già ipotizzato tagli draconiani ai servizi o l’aumento dell’addizionale Irpef a compensazione.
«In Veneto al momento non è prevista alcuna manovra in tal senso – chiarisce subito Zaia a scanso di equivoci – ma il problema esiste». Per perorare la causa giovedì l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin incontrerà, insieme ai colleghi delle altre Regioni, i capigruppo di tutti i partiti per sensibilizzarli sulla necessità d’intervenire durante la discussione nelle Camere.
Anche perché a sentire quanto riportato ieri nella consueta conferenza stampa di Marghera la spesa è ben lungi dall’arrestarsi, anzi: «I contagi continuano a crescere – ha detto Zaia – non con una curva repentina come nelle precedenti ondate, in modo più lento ma comunque costante, inesorabile». Ieri si sono registrati altri 712 positivi, per un totale di 16.381 («Abbiamo raddoppiato i numeri di settembre» chiosa Zaia), i ricoverati sono saliti a 381, di cui 317 sono in terapia intensiva (+18) e 64 in terapia intensiva (+1); a questi ultimi si devono aggiungere 350 posti letto occupati nelle terapie intensive da pazienti non Covid. «L’infezione cresce, il virus circola ma l’occupazione ospedaliera è ancora gestibile – ha proseguito Zaia – e questo, lo diciamo a chiare lettere, grazie ai vaccinati: secondo una proiezione fatta dai nostri tecnici con questo numero di contagi, senza il vaccino, avremmo all’incirca 1.600 ricoverati, altro che 381». Questo non ci mette al riparo da un cambio di fascia in futuro, anche se il passaggio non è imminente come nel vicino Friuli Venezia Giulia: «Sempre secondo le proiezioni dei tecnici, avanti di questo passo toccheremo i 100 ricoverati in terapia intensiva nell’arco di 2 settimane. Questo significherebbe il superamento della soglia limite di occupazione fissata da governo e Cts al 10% (la Regione ha sempre detto di poter attivare fino a 1.000 posti letto di rianimazione, ndr .) ma comunque non comporterebbe l’immediato passaggio in zona gialla – ha spiegato Zaia – perché avremmo oltre il limite due parametri sui tre richiesti: l’altro è l’incidenza di positivi ogni 100 mila abitanti, fissata a 50 e noi siamo già oltre 115. Ci “salva” il tasso di occupazione dei posti letto in area non critica: siamo al 4%, con limite al 15%». Il quadro in ogni caso è in continua evoluzione, come sempre da quando è iniziata la pandemia, ed il consequenziale piano di sanità pubblica viene ritarato di giorno in giorno, compresa l’attivazione degli ormai celebri posti letto di terapia intensiva su cui da tempo è posata la lente dell’opposizione.
Capitolo vaccinazioni: mentre le prime dosi arrancano a quota 631 nelle ultime 24 ore («Stiamo davvero raschiando il fondo del barile»), le terze dosi sono state 4.003 e la Regione prevede aumentino di giorno in giorno, posto che a dicembre «entreranno nel vivo» le prime coorti importanti di vaccinati, quelle risalenti ad aprile. «Per tranquillizzare i cittadini da un lato e consentirci di programmare al meglio gli appuntamenti dall’altro, stiamo studiando la possibilità di prenotare la terza dose già oggi, anche se ancora non sono trascorsi i 6 mesi dalla seconda. Renderemo la novità operativa a breve». In pratica, oggi un vaccinato a luglio non può neppure accedere al portale, perché subito viene stoppato dal sistema che ne riconosce il codice fiscale. Quando il portale sarà modificato, invece, sarà consentito l’accesso alle agende ovviamente con possibilità di prenotazione solo a partire da gennaio, ossia da quando saranno effettivamente scaduti i 6 mesi dalla seconda dose.
In via di perfezionamento anche il progetto delle «squadre sentinella», che coinvolgerà le associazioni sportive con test periodici sul modello di quanto già fatto con le scuole.