Un gravissimo atto chiaramente a carattere intimidatorio, è stato attuato ai danni di uno stimato collega di Foggia. La sua auto è stata incendiata con il chiaro intento di dissuadere il veterinario dal tenere comportamenti troppo ossequiosi della legge. Al collega, a nome della segreteria nazionale e di tutti gli associati, va il nostro sostegno e la nostra totale solidarietà.
Il SIVeMP che tanto si è impegnato per trovare e proporre soluzioni per limitare il fenomeno delle aggressioni e intimidazioni, non può ovviamente limitarsi a questo, ma ancora una volta richiama le istituzioni sulla necessità di dare corpo e gambe alla legge “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni” pubblicata nella G.U. n. 224 del 9 Settembre 2020 e in vigore dal 24 Settembre 2020.
Ci rammarichiamo che a distanza di oltre un anno non sia ancora stato insediato l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie’ e quindi non siano state avviate le azioni preventive ad esso attribuite, finalizzate al monitoraggio degli eventi-sentinella commessi ai danni dei professionisti della sanità e di studio e analisi per la formulazione di proposte finalizzate a ridurre i fattori di rischio negli ambienti di lavoro più esposti.
Viene inoltre a mancare un importante compito dell’Osservatorio, quello di monitoraggio sull’attuazione da parte delle aziende sanitarie, delle misure di prevenzione e protezione previste dalla legge e finalizzate a ridurre il rischio delle aggressioni e intimidazioni al personale sanitario. La legge, inoltre, impegna le aziende sanitarie e qualsiasi struttura dove operi personale sanitario a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di Polizia, al fine di garantire il loro tempestivo intervento in caso di necessità. Ci risulta che di tutto questo, non sia stato fatto ancora niente e quindi chiediamo a gran voce che sia data piena attuazione alla legge e vengano quindi messe in atto tutte le azioni di prevenzione da essa previste.
Le azioni repressive previste dalla legge 113/2020, con le importanti modifiche al codice penale, presuppongono l’individuazione dei colpevoli, siano essi mandanti o esecutori ma, almeno per quanto riguarda le azioni violente ai danni della nostra categoria, constatiamo che tali individui agiscono nell’ombra e rimangono per lo più ignoti.
Auspichiamo che per questo ultimo atto intimidatorio venga individuato il colpevole e che la giustizia faccia il suo corso. Auspichiamo inoltre che le amministrazioni tengano presente che le vittime di violenza, sotto qualsiasi forma essa si manifesti, hanno sempre necessità di supporto psicologico e di sostegno morale, senza tralasciare gli aspetti più materiali, legati ai danni subiti.