Michele Bocci, Repubblica. Fare il vaccino contro l’influenza insieme alla terza dose di quello contro il Covid. È l’ipotesi sulla quale si lavora al ministero alla Salute, dove è in preparazione la circolare sul cosiddetto “booster”, cioè il rinforzo di protezione dato da una nuova somministrazione a persone anziane e a parte del personale sanitario. A ottobre, quando sarà terminato il lavoro da poco iniziato sulle persone che hanno problemi al sistema immunitario, riceverà di nuovo l’anti-coronavirus chi ha più di 80 anni oppure si trova in una Rsa. Si tratta di una categoria di persone che rientra in quella, più ampia, alla quale è consigliato il vaccino contro la malattia stagionale, cioè gli over 60.
Quest’anno si voleva partire proprio dalla fine del mese prossimo con la campagna contro l’influenza e così è necessario decidere in fretta cosa fare: chiedere che passi un certo periodo di tempo, magari 15 giorni, tra una somministrazione e l’altra oppure farle insieme? Il punto è che non ci sono studi che diano un’indicazione precisa su come comportarsi. Si procede in base all’esperienza con gli altri vaccini. Mentre in Europa nessuno si è ancora mosso, negli Usa si è deciso di procedere con la doppia somministrazione in contemporanea, dopo l’indicazione di Cdc, i Centers for disease control . Al momento è questa la strada che sembra intenzionata a imboccare anche l’Italia. Al ministero si ipotizzano due iniezioni, una per braccio, nel corso della stessa seduta. Del resto, sottolineano gli esperti, già l’antinfluenzale è preparato per proteggere contro tre ceppi di malattia stagionale e quindi è come se chi lo riceve facesse tre vaccini. Se nella stessa occasione si somministra anche l’anti Covid non aumenta il rischio di reazioni avverse o comunque di problemi. Il fatto che siano medicinali con meccanismi differenti impedisce però di metterli all’interno della stessa fiala. Più avanti, quando il metodo a Rna messaggero prenderà piede anche per prevenire altre malattie, sarà plausibile utilizzarne solo una, come ha ipotizzato già alcune settimane fa Moderna.
Da quest’anno anche i farmacisti, per la prima volta, saranno coinvolti nella campagna per la vaccinazione antinfluenzale. L’idea di molti negozi, almeno i più grandi, è di fare l’accesso diretto, cioè non richiedere la prenotazione ai clienti. L’intenzione del governo, che ha inserito nella legge di conversione del primo decreto Green Pass la novità, è quella di aumentare l’offerta di vaccinazione. Non è detto però che le farmacie si organizzino anche per fare la doppia dose nella stessa seduta agli over 80, se arriverà il via libera del ministero. È più probabile che questa si faccia dal medico di famiglia o nelle strutture delle Asl.
La circolare che dovrebbe dare il via libera alla novità per gli anziani dovrà chiarire un altro aspetto non ancora definito e cioè indicare quali sono gli operatori sanitari che dovranno fare la terza dose. In base alle indicazioni del ministero, infatti, dopo gli over 80 toccherà a quella categoria di lavoratori. Aifa, l’agenzia del farmaco, però ha detto che la nuova somministrazione va fatta a chi è maggiormente esposto al rischio di nuova infezione. Quindi l’idea sarebbe quella di partire dai sanitari più anziani, cioè gli over 60 e poi magari scendere. Ma va anche valutato se chi lavora in reparti delicati, al di là dell’età, deve ricevere la nuova dose di vaccino anti Covid.