La Stampa. Nemmeno seimila casi ieri, uno ogni diecimila abitanti. Tanti, ma non ancora troppi. Se il dato fosse reale. Ma il dubbio che i contagiati di Covid-19 siano di più, molti di più, è decisamente fondato. Come se ci fosse un virus fantasma in giro per l’Italia. Al punto che bisognerebbe ridisegnare la mappa delle regioni, e dei colori adottati per classificare il tasso di pericolosità. A far scattare l’allarme, il gran numero di persone totalmente asintomatiche, contagiate senza sapere di esserlo, ma non per questo meno contagiose. E poi, il dato forse più allarmante, c’è ancora un gran numero di persone che si sottopone al tampone fai da te, uno dei tanti stick venduti a poco prezzo in farmacia, che di fronte alla positività accertata preferisce stare zitto e non autodenunciarsi, per non rovinare le vacanze o complicarsi semplicemente la vita con l’obbligo di finire in autoisolamento.
L’infettivologo Massimo Galli, primario al Sacco di Milano, è allarmato: «Per leggere correttamente la curva dei contagi bisogna chiedersi quanto siano attendibili i dati in questo periodo dell’anno, con tanta gente in ferie e fuori dalla propria sede. Questo per due fattori: quanti sono quelli che fanno il test e il fatto che a infettarsi sono soprattutto giovani per la maggior parte asintomatici». Cosa che potrebbe provocare un aumento dei casi in autunno, anche se non sarà come l’anno scorso, giura l’infettivologo milanese: «In questo periodo le carte sono rimescolate, c’è tanta gente che si è spostata. I ricoveri sono lo specchio del fatto che a infettarsi sono i non vaccinati. Dopo le ferie, di casi in più ne avremo di sicuro. Ma il numero dei vaccinati è tale da non far temere una nuova ondata del virus con l’impatto drammatico che abbiamo visto l’anno scorso».
Fabrizio Pregliasco, virologo e docente alla Statale di Milano, è convinto che i casi di contagio siano almeno il doppio di quelli conteggiati: «Il dato è ancora in crescita ma non esageratamente. Nessuna regione italiana, se avessimo una mappatura reale dei livelli di contagio, potrebbe essere in zona bianca. In autunno, con la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività lavorative, ci aspettiamo un’altra ondata di contagi. Ma per fortuna già oggi assistiamo a una pandemia a due velocità, con differenze enormi tra chi è vaccinato e chi no». A preoccupare non è solo la diffusione della variante Delta, ma pure comportamenti decisamente irresponsabili: «Mi hanno raccontato di quattro ragazzi in un campeggio nelle Marche risultati positivi dopo un tampone e asintomatici. C’è da immaginarsi che isolamento abbiano fatto. La gente si muove, il virus circola molto più di quel che pensiamo, la tracciabilità è molto difficile».
Ma quel che più preoccupa, e che rende il virus ancora più contagioso, sono alcuni comportamenti irresponsabili, per usare un eufemismo. Molto più gravi dei semplici assembramenti, che dilagano ovunque. C’è chi, pur scoprendo di essere contagiato, non si sottopone alle misure previste, pensando erroneamente che la mancanza di sintomi denoti anche zero rischi di contagio. Garantendo così lunga vita al virus, che da fantasma diventa Cavaliere dell’Apocalisse. L’allarme arriva dal segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia: «Sono in costante aumento i tamponi antigenici acquistati nelle farmacie. Ma il fai da te presenta un rischio alto, in pochi si autodenunciano in caso di positività. Già ad aprile avevamo segnalato il problema al ministero della Salute. Non sono tanti quelli che hanno senso civico».
Fuori dal coro ma non meno allarmato, anche se ammette che i casi di contagio sono molti di più di quelli intercettati dalle strutture sanitarie, c’è Matteo Bassetti, direttore Clinica malattie infettive policlinico San Martino di Genova: «Ci interessa poco il numero dei contagiati asintomatici, positivi al tampone. Oggi ci deve interessare soprattutto quanti hanno il Covid e finiscono per questo in ospedale, in reparto o in terapia intensiva. Che senso ha fare un tampone a una persona asintomatica, quando quasi il 70% della popolazione è vaccinata. Bisogna colmare il gap di quelli che non si sono ancora vaccinati. Anche perché ci troviamo di fronte alla variante Delta, quattro volte più contagiosa. Smetterò di essere ottimista quando arriveremo all’85% di vaccinati. Se fosse per me metterei il vaccino obbligatorio a chi è a contatto col pubblico, penso pure a baristi e ristoratori. E poi agli over 50. Ce ne sono troppi in ospedale. Abbiamo reso obbligatorie le cinture di sicurezza e il casco, e i vaccini no?».