Corriere della Sera. «La pandemia ci ha dato un ordine perentorio. Il sistema dei trasporti e della scuola va cambiato in modo da non dover ripristinare mai più i vecchi modelli. Bus e metro affollati, classi pollaio. Pensiamo invece a mezzi pubblici e aule pulite, umanizzate, utilizzate come strumento congegnato in funzione della tutela della salute».
Il Sars-CoV-2 continua a dare filo da torcere ma non tutte le forze possono essere dedicare all’emergenza in corso dice Guido Rasi, fino allo scorso novembre direttore dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e oggi consigliere del commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo.
Nel libro appena uscito, pubblicato da Paesi Edizioni, lei descrive un «viaggio nella nuova normalità» che sarà necessariamente diversa da quella vissuta fino a dicembre 2019. Quali sono gli scenari?
«Un virus nuovo, di cui non si conosce tutto, lascia aperte molte prospettive, alcune cattive altre meno. Primo scenario: la variante buca tutti i vaccini e vanifica il lavoro fatto fin qui. Impegniamoci nel dedicarci al non fatto, come scuola e trasporti. Dobbiamo prepararci ad approntare infrastrutture che, anche di fronte alla peggiore evoluzione dell’epidemia, consentano di proseguire le attività in sicurezza, liberi dalla minaccia di tornare al lockdown».
Secondo scenario.
«Il virus resta con noi, i vaccini rispondono bene e piano piano le persone si immunizzano sempre di più, fermo restando il mantenimento delle cosiddette misure non farmacologiche: mascherina e distanziamento. Difficile tornare al come eravamo in tempi brevi».
E poi?
«Il terzo scenario è ancora più luminoso del precedente. Le varianti vengono arrestate dai vaccini, i focolai si riducono, la popolazione aderisce in massa alla campagna e non c’è davvero motivo che questo non debba succedere. Gli effetti collaterali sono minimi rispetto a quelli temuti dai catastrofisti. Non resta che fare le due dosi il prima possibile».
Una volta che la pandemia sarà tramontata bisognerà ridisegnare i servizi in chiave microbiologica?
«Proprio così. Gli spazi andranno ripensati anche tenendo conto che, se si dovessero verificare nuove emergenze causate da agenti infettivi, noi siamo ben strutturati. È come costruire abitazioni antisismiche contro il terremoto».
I prezzi in aumento
Il rincaro di Pfizer e Moderna? Non capisco, le aziende sono rientrate dagli investimenti
Sono in arrivo nuovi farmaci?
«A ottobre è probabile che avremo antivirali specifici contro il Sars-CoV-2. Un conto è agire con la prevenzione, un altro è avere una cura efficace che sarebbe una vera svolta. Gli anticorpi monoclonali, già usati, hanno un impiego limitato».
Ha diretto Ema per 8 anni. Sorpreso dall’aumento dei prezzi dei vaccini che Pfizer-Biontech e Moderna si appresterebbero ad attuare, secondo quanto ha riportato il Financial Times?
«Sì e mi è difficile comprendere perché. Le aziende farmaceutiche sono ampiamente rientrate dagli investimenti. Non si capisce la logica di questa mossa, mi augurerei che il prezzo maggiorato pagato dai Paesi che se lo possono permettere andasse a coprire il fabbisogno di dosi di Paesi poveri. Sarebbe l’unica giustificazione, ma temo non sia così. Ho sempre difeso i brevetti. Sinceramente l’aumento dei prezzi in questa fase non è etico».
Prematuro parlare di terza dose?
«Non è prematuro organizzarsi, nel caso ci sia bisogno di somministrarla. Prepariamoci, ragionando sui destinatari e sui criteri, sull’opportunità di mantenere in piedi i grandi centri di somministrazione, gli hub, e sulla partecipazione capillare dei medici di famiglia. Ricordiamo però che l’obiettivo prioritario restano gli ultra 60enni e i giovani».
Lei era in Ema quando l’agenzia è finita nel mirino degli hacker che adesso hanno attaccato il sistema sanitario del Lazio. Cosa è accaduto allora?
«Abbiamo subito un solo hackeraggio parziale, non ci hanno chiesto riscatto. Ce ne siamo accorti purtroppo solo quando in rete sono stati pubblicati alcuni dei documenti rubati, la cui diffusione per fortuna non ha avuto ripercussioni. Stanno ancora indagando sull’identità dei cyberpirati».