Oggi il presidente dello Stato Isaac Herzog sarà il primo capo di Stato a ricevere una terza iniezione Pfizer, dando il via alla campagna per la somministrazione dell’iniezione “booster” agli over 60. La decisione è stata annunciata ieri dal premier Naftali Bennett dopo settimane di discussione tra gli esperti: Israele sarà il primo paese al mondo a procedere con il richiamo, nonostante non vi sia ancora l’approvazione della Fda. I sondaggi indicano che gli israeliani hanno fiducia nella scelta, con un 72% che ha risposto che si sottoporrà alla terza iniezione, disponibile da domenica, per gli over 60 che hanno ricevuto la seconda dose almeno cinque mesi fa. Già circa 4 mila immunodepressi hanno ricevuto il booster nelle ultime settimane, senza riportare effetti collaterali. Secondo gli esperti, la scelta verrà estesa a stretto giro all’intera popolazione. «Non è stata una decisione leggera, ma non è la prima volta che anticipiamo la Fda, come è stato con la scelta di inoculare donne incinte, bambini sotto i 16 anni e ora anche sotto i 12 con malattie pregresse », dice Arnon Shahar, responsabile Covid per la cassa mutua Maccabi. Il dilemma principale degli esperti era se aspettare la versione del vaccino Pfizer in lavorazione, adattata alle nuove varianti. La decisione di procedere subito è motivata dall’aumento dei contagi nel Paese da inizi di giugno, anche tra i vaccinati: gli ultimi dati del ministero della Salute indicano che l’efficacia del vaccino nel prevenire i contagi da variante Delta è calata al 40%. Il calo è riscontrato in particolare tra gli over 60 che sono stati i primi a vaccinarsi (tra gennaio e febbraio). Rispetto ai dati sulla ridotta efficacia del vaccino, Shahar tranquillizza: «Vediamo un aumento dei contagi nella quarta ondata, ma la curva dei malati gravi non cresce in maniera esponenziale, grazie ai vaccini». Da ieri è rientrato in vigore anche il Green Pass, che era stato rimosso a inizio giugno. Di nuovo solo vaccinati, guariti o chi presenta un tampone negativo potranno accedere a raduni di oltre 100 persone, eventi culturali, ristoranti al chiuso, palestre, luoghi di culto. Dall’8 agosto, i tamponi non saranno più sovvenzionati dallo Stato (salvo per chi è impossibilitato a vaccinarsi), ma saranno a carico dei clienti a partire dai 12 anni in su.
Anche l’Ue non vuole farsi trovare impreparata. «Stiamo concludendo un terzo accordo con Pfizer per 1,8 miliardi di dosi e con Moderna per 150 milioni di fiale che serviranno se occorrerà fare una terza dose, oppure per combattere le varianti», ha detto un portavoce della Commissione.