La Stampa. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico e la cabina di regia della maggioranza si incontreranno in settimana. La cosiddetta «variante Delta» del Covid dilaga in tutta Europa, e occorre decidere come affrontarla. La curva dei contagi ha ripreso a crescere, ma in Italia come altrove con modalità che per il momento non destano particolare preoccupazione.
Il numero degli ospedalizzati, dei morti e delle terapie intensive dicono che i vaccini funzionano, e che solo la cosiddetta immunità di gregge ci permetterà di uscire definitivamente dall’emergenza. Secondo le stime in possesso degli esperti del Cts fra quattro o cinque settimane l’Italia avrà un numero di contagi giornalieri paragonabile ai trentunomila di ieri in Gran Bretagna. Con un decisivo però: a fronte di così tanti infetti il numero dei morti lì resta estremamente basso: ventisei. Governo e Cts sperano che la proporzione resti la stessa in Italia, tenuto conto del fatto che in Gran Bretagna la campagna di vaccinazione è più avanti: più di metà degli inglesi è protetto con due dosi contro circa un terzo degli italiani. In Gran Bretagna la prima dose è stata inoculata a due terzi delle persone, in Italia siamo poco sopra la metà.
Non è un caso se in Italia i più colpiti dalla variante Delta sono giovani, non vaccinati o coloro che hanno ricevuto una sola dose. Il tasso di positività è allo 0,97 per cento, in aumento rispetto allo 0,67 di una settimana fa. I positivi al test individuati nelle ultime 24 ore sono 1.391 – pochi di meno di venerdì – le vittime sono 12 e le persone ancora in terapia intensiva 161. Spiega il coordinatore del Cts Franco Locatelli: «L’incremento nei contagi è dovuto in larga parte alla progressiva dominanza della variante Delta, del 60 per cento più contagiosa della Alfa».
Trentino e Valle d’Aosta sono le uniche regioni dove l’incidenza settimanale è in calo. In Molise i casi sono più che triplicati, in Veneto e Sardegna più che raddoppiati. Comunque – dice Locatelli – «non è il caso di fare allarmismo. I dati su decessi e ricoveri in terapia intensiva sono molto più confortanti grazie alle vaccinazioni. Per questo occorre completare in fretta l’immunizzazione degli ultrasessantenni». Sergio Abrignani, membro del Cts e presidente dell’istituto nazionale di genetica molecolare di Milano spiega la faccenda in numeri: «Tra i vaccinati circa un terzo si infetta lo stesso, ma la malattia è quasi sempre asintomatica. La protezione contro le forme gravi è del 94 per cento». Fra gli over ottanta nelle ultime due settimane il 59 per cento delle ospedalizzazioni, il 78 per cento dei ricoveri in terapia intensiva e il 70 dei decessi sono avvenuti fra persone che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino: è circa l’otto per cento del totale. Il 24 per cento degli infettati ha meno di 19 anni, il 62 per cento tra 20 e 59 anni, il 13,5 più di sessanta.
Resta dunque cruciale per il governo procedere senza sosta nella campagna di vaccinazione. E questa è la ragione per la quale – lo confermano fonti anonime dell’esecutivo – il governo a fine mese confermerà lo stato di emergenza per almeno altri tre mesi, ovvero a fine ottobre. Senza di esso verrebbero meno la struttura commissariale e i poteri del generale Figliuolo, necessari a coordinare la consegna e la distribuzione delle fiale in tutto il territorio nazionale. Nel frattempo il governo dovrà prendere alcune decisioni. La prima: se eliminare o meno l’obbligo di mascherina all’aperto, e se togliere le ultime restrizioni, come ad esempio quelle che non permettono la riapertura delle discoteche. La Lega preme perché avvenga, pur con le cautele necessarie, ad esempio garantendo l’ingresso solo a vaccinati o tamponati. Le Regioni invece stanno facendo pressione perché si rivedano i parametri in base ai quali sono decisi i «colori» e il livello delle restrizioni. Oggi si tiene conto del numero di casi totali, ma la bassa incidenza di gravi fra i contagiati dalla Delta sta convincendo tutti che si tratta di un parametro troppo severo. Per questa ragione si cambierà e si passerà al cosiddetto «Rt ospedaliero», che tiene conto delle persone ricoverate. Di questo e del resto discuteranno la cabina di regia del governo e gli esperti del Cts. —