La Stampa. Fare al più presto i richiami e non abbassare la guardia. Con il diffondersi della variante Delta, Stella Kyriakides invita cittadini e governi ad accelerare con la somministrazione della seconda dose. Perché, dice la commissaria alla Salute, «la vaccinazione è l’arma più forte contro le varianti», ma servono due dosi. E sulla riapertura delle discoteche invita alla cautela.
Da oggi in Italia sparisce l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto: è una scelta giusta?
«È naturale che dopo un anno così difficile di sacrifici, con i tassi di vaccinazione che progrediscono e il numero di nuovi casi in diminuzione, alcune restrizioni vengano gradualmente tolte. Il virus però circola ancora e purtroppo sta assumendo anche forme più minacciose, come si vede con la variante Delta. E fino a quando non avremo assicurato – attraverso la vaccinazione – la protezione a un numero sufficiente di persone, in particolare ai più vulnerabili, dobbiamo mantenere bassa la circolazione ed essere pronti a rispettare rigorosamente le misure di salute pubblica, quando necessario».
La diffusione della variante Delta è una minaccia seria per l’Europa?
«Siamo in un momento molto delicato di questa crisi. In oltre 20 Stati membri sono stati segnalati casi di variante Delta, che potrebbe diventare il ceppo dominante nell’Ue, rappresentando forse fino al 90% dei casi entro la fine di agosto. Vogliamo evitare a tutti i costi un ulteriore aumento dei casi e nuove ondate. Per questo è fondamentale vaccinare in modo completo, il più rapidamente possibile, il maggior numero possibile di cittadini».
I vaccini approvati dall’Ema funzionano contro questa variante?
«Tutti i vaccini approvati dall’Ema sono sicuri ed efficaci e proteggono da infezioni, ospedalizzazione e morte. Le ultime evidenze dell’Ecdc suggeriscono che questi vaccini offrono ai nostri cittadini, se completamente vaccinati, un alto tasso di protezione anche contro la variante Delta. Ciò dimostra ancora una volta l’importanza della somministrazione della seconda dose, per i vaccini che ne richiedono due. Invito tutti i cittadini idonei a farsi vaccinare il prima possibile. Ogni ora e ogni dose contano».
Come procede il ritmo delle vaccinazioni in Europa?
«Nelle ultime settimane c’è stata una forte accelerazione. Oltre il 60% degli adulti nell’Ue ha ricevuto una prima dose e oltre il 40% è completamente vaccinato. Nonostante i numerosi imprevisti, siamo fiduciosi di poter raggiungere il nostro obiettivo: fornire dosi sufficienti per vaccinare il 70% della popolazione adulta entro la fine di luglio. Ma dobbiamo raddoppiare gli sforzi per superare le esitazioni e continuare a creare fiducia nella vaccinazione: è l’unico modo per costruire un muro di immunità e proteggere così le nostre società, le nostre economie».
L’Italia ha deciso di introdurre il mix di vaccini anche se l’Ema dice che non ci sono dati sufficienti: non è un approccio azzardato?
«Spetta a ciascuno Stato decidere il modo in cui vengono condotte le vaccinazioni e molti hanno optato per il mix. Questa strategia è stata storicamente applicata ad altri vaccini e, mentre l’Ema attende dati definitivi per formulare raccomandazioni, sembrano esserci buone basi scientifiche per aspettarsi che sia sicura ed efficace anche per i vaccini Covid19».
Resta il fatto che, a causa delle indicazioni contraddittorie dei governi, molti cittadini hanno perso la fiducia nel vaccino di AstraZeneca.
«La valutazione scientifica dell’Ema è molto chiara: il vaccino AstraZeneca è efficace e i suoi benefici complessivi superano i rischi. Per chi non è completamente protetto dai vaccini, i rischi di infezione da Covid19 e le crescenti minacce di varianti, che potrebbero comportare il ricovero e anche purtroppo la morte, sono reali e di gran lunga superiori a eventuali effetti collaterali rari e insoliti dei vaccini».
Bisogna già iniziare a preparare la somministrazione della terza dose?
«La minaccia delle varianti dimostra che dobbiamo essere ben preparati per le settimane e i mesi a venire. Ciò significa essere pronti a distribuire “vaccini di richiamo” adattabili alle varianti, se necessario. Stiamo continuando la nostra strategia di acquisti, anche attraverso un nuovo contratto con BioNTech Pfizer per 1,8 miliardi di dosi dalla fine del 2021 e l’acquisto di dosi aggiuntive da Moderna, inclusi vaccini adattati alle varianti e quelli pediatrici. E stiamo anche esaminando altre tecnologie, mantenendo aperte tutte le opzioni. L’Ema sta ancora monitorando i dati disponibili e sarà in grado di dare presto un parere definitivo. Ma gli Stati membri dovrebbero prepararsi a un’eventuale seconda fase delle vaccinazioni nel caso in cui fosse necessario».
Il premier Mario Draghi ha auspicato una riforma dell’Ema: cosa c’è che non va?
«Il lavoro dell’Ema è stato fondamentale per la nostra risposta alla pandemia, ma la crisi ha anche chiarito che richiede un mandato più forte per svolgere la sua missione essenziale. Come parte delle nostre proposte per l’Unione della sanità, abbiamo suggerito un mandato più forte per l’Ema nel monitoraggio della disponibilità di farmaci essenziali, fornendo consulenza scientifica sulle cure e sui vaccini più promettenti e coordinando studi clinici e studi di sicurezza ed efficacia».
In Italia si discute anche sulla riapertura delle discoteche per chi ha il certificato vaccinale: si può ricominciare a ballare o è troppo presto?
«Capisco perfettamente che, dopo 15 mesi così difficili, tutti vogliano tornare a socializzare e a godersi ciò che è stato vietato per tanto tempo. Ma dobbiamo anche essere realisti sul fatto che il virus si sta ancora diffondendo e non tutti sono immunizzati. Sebbene sia importante vaccinare completamente i cittadini, è necessario anche un elemento di cautela, come mantenere le distanze ove possibile o indossare una maschera negli spazi chiusi. Non possiamo abbassare la guardia. È solo così che possiamo davvero proteggerci l’un l’altro. E ballare in sicurezza». —
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