La Stampa. Da oggi tutta l’Italia sarà ufficialmente in bianco, senza più l’obbligo di mascherine all’aperto (ma vanno comunque portate con sé e utilizzate se non si riesce a mantenere la distanza necessaria). In calo i decessi (scesi a 14) e i ricoveri in terapia intensiva. Calano anche, però i test e il tasso di positività sale allo 0,56%.Ci sono le premesse per pensare di poter respirare ma i virologi invitano alla cautela, non è ancora il momento di lasciare del tutto le mascherine. Qualcuno accusa il governo di comunicazione «intempestiva», altri avrebbero preferito un messaggio diverso.
A spingere verso la cautela è sopratutto l’incognita della variante Delta. I casi sono quadruplicati a giugno rispetto a maggio e potrebbe imporre nuove zone rosse in alcune aree. Entro il 10 luglio dovrebbero riaprire anche le discoteche all’aperto e il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo lancia un appello ai giovani ad avere un «atteggiamento responsabile e con il green pass» e a vaccinarsi perché «si i limita la circolazione del virus e quindi anche delle varianti». Restano però da immunizzare prima oltre due milioni e mezzo di ultrasessantenni, la fascia d’età che rischia di più con il coronavirus, che non hanno ancora ricevuto neppure una dose. Il commissario promette l’impiego di 50 team mobili per andare a scovare gli over 60 che non sono riusciti o non hanno voluto prenotarsi. Figliuolo, quindi, conferma l’obiettivo dell’80% di vaccinati – l’immunità di gregge o di comunità – entro fine settembre, annuncia uno slittamento delle vaccinazioni di chi ha tra i 12 e i 16 anni per completare l’immunizzazione degli anziani. E ammette anche i problemi di comunicazione su AstraZeneca. «Ci sono state più di 10 indicazioni diverse nel tempo, ma questo è figlio di un virus nuovo e sconosciuto e dei progressi della farmacovigilanza. Ci sono state delle motivazioni da parte della gente. Forse si poteva comunicare meglio».
Il problema da affrontare ora resta la variante Delta. Per essere protetti è necessaria la vaccinazione completa e, secondo i virologi, urge usare cautela prima di togliere del tutto la mascherina.
Massimo Galli, responsabile di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, afferma che «certe decisioni si scontrano con la loro intempestività» e avverte che «sarebbe stato opportuno spiegare alle persone che la mascherina è uno strumento, un presidio». La situazione ancora non consente una vera libertà. Secondo Galli «chi non è vaccinato e chi ha delle fragilità deve comportarsi con cautela. Ci sono anche casi di persone che non hanno risposto in modo sufficiente alla vaccinazione e che quindi non sono ancora protette. Non è un modo per creare terrorismo, si tratta di fare in modo che chi non è sicuro di aver sviluppato gli anticorpi eviti di creare problemi a sé e agli altri». Questo non vuol dire però che ci troviamo nella stessa situazione di un anno fa. Secondo Galli ci sono invece i motivi per un «cauto ottimismo» e per un autunno meno difficile «senza ospedali e cimiteri» ma chi non si è fatto il vaccino «per mandare avanti gli altri e sperare nell’immunità di gregge rischia invece ancora di infettarsi».
Cautela è la richiesta che arriva anche da Massimo Ciccozzi, epidemiologo, direttore dell’Unità di Statistica medica e Epidemiologia Molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma: eliminare l’obbligo all’aperto, dice, significa «autorizzare un liberi tutti. Non è il momento invece per toglierle. Con la variante indiana che sta avanzando sarei cauto. La mascherina è una forma di protezione ancora necessaria soprattutto in una situazione di vaccini ancora con poche dosi. Toglierla del tutto vuol dire non aver imparato dagli errori dell’anno scorso».
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, «il governo avrebbe dovuto comunicare in modo diverso le nuove regole sulle mascherine. Avrebbe dovuto dire che sono un accessorio da portare sempre con sé come gli occhiali da sole e che vanno indossate ancora anche all’aperto quando è necessario». Adelante insomma, con molto con juicio —