È un rapporto top secret: almeno fino a quando la Regione Piemonte, nel caso, deciderà di divulgarlo. Ma la dice lunga sul divario tra il sollievo della politica, e più in generale dei cittadini, per il continuo rifluire dell’epidemia, e le preoccupazioni degli esperti. I quali, analizzando quanto sta accadendo nel Regno Unito – dove il diffondersi della variante indiana o “Variante Delta” rialimenta i contagi imponendo alle autorità di posticipare le riaperture – e quello che potrebbe accadere in Piemonte, come in Italia. Anzi: è plausibile/probabile che accada.
E’ il punto di partenza del “report” al quale ha lavorato un pool di epidemiologi piemontesi. C’è anche un arco temporale di massima tra la situazione che viviamo oggi – ieri appena 87 nuovi contagi, 3 morti, – 16 ricoveri – e quella che potrebbe aspettarci in un arco di tempo compreso tra otto-dieci settimane.
Il che non significa che il periodo non possa essere più lungo. Né che, per qualche motivo, il Piemonte e l’Italia continuino a restare come isole felici. Se è per questo, gli autori del report non trascurano le differenze tra il modello della campagna vaccinale britannica e quello italiano, che è poi anche quello della nostra Regione. Ma insomma: una delle peculiarità delle epidemie, purtroppo, è quella di viaggiare, di spostarsi avvalendosi dei mezzi inventati dall’uomo: auto, treni, navi. E aerei. Ecco perché, pur con le cautele del caso, il riproporsi di uno scenario “all’inglese” – stante la maggiore contagiosità della variante in questione e la resistenza ai vaccini disponibili – viene giudicata quantomeno plausibile.
A maggior ragione, a fronte di una campagna caratterizzata da una quota elevata di soggetti non o non ancora vaccinati, e di altri che hanno ricevuto la prima dose. Non a caso, ieri il Dirmei ha chiesto alle Asl di anticipare i richiami ex-AstraZeneca proproprio per la preoccupazione legata al possibile arrivo della variante. Parola d’ordine: “Prepararsi”, approfittando del tempo che resta.
Significa una serie di cose, diciamo pure di raccomandazioni: procedere il più speditamente possibile con le somministrazioni, nonostante le incoerenze degli enti che sovrintendono la campagna vaccinale, non sottovalutare l’importanza delle misure di sicurezza (Dpi, distanziamento, igiene delle mani, sanificazioni dei locali) e nemmeno quella del contact tracing, così come del sequenziamento dei tamponi positivi. Prevenire è meglio, per una volta.