Repubblica. L’Aifa ieri mattina ha dato il via libera formale all’utilizzo di Pfizer o Moderna come richiamo di AstraZeneca per gli under 60 (chiedendo comunque al ministero di fare a sua volta un altro atto) ma la vicenda della sostituzione dei vaccini non è chiusa. Molte Regioni, prima tra tutte la Lombardia, non hanno ancora iniziato a rispettare la nuova regola nei loro hub e c’è anche chi si oppone al mix. Si tratta del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ieri ha fatto un doppio annuncio. Prima di tutto nella sua Regione non verranno fatti più vaccini a vettore virale, AstraZeneca e Johnson& Johnson, come prime dosi. Quindi nemmeno agli over 60. Inoltre non si procederà alla sostituzione di AstraZeneca con Pfizer e Moderna per chi ha dai 59 anni in giù.
Ieri il ministro alla Salute Roberto Speranza ha chiamato De Luca per illustrargli la ragione delle decisioni e nelle prossime ore potrebbe cambiare ancora la posizione della Campania. «Le Regioni si allineino alle nostre disposizioni», aveva detto qualche ora prima Speranza, in un incontro con i media chiesto da Palazzo Chigi per mettere ordine alle notizie di questi giorni.
Un altro dei fronti aperti riguarda la possibilità di fare comunque AstraZeneca come seconda dose a chi lo richiede. L’ha sollevata il Lazio e in effetti ieri l’Aifa non ha affrontato il tema. Ha infatti autorizzato la sostituzione, mentre già nei giorni scorsi aveva detto che si tratta di una possibilità. La circolare del ministero alla Salute sembra però introdurre un obbligo. Insomma, ci sono ancora punti non chiari, anche se difficilmente una Regione può rifiutare a chi ha già avuto un tipo di vaccino una seconda dose con lo stesso medicinale.
Non poter utilizzare AstraZeneca per la campagna, e anche Johnson& Johnson visto il tono del parere del Cts sul punto, fa temere a molti che la copertura degli italiani rallenti e che l’immunità di gregge si raggiunga dopo la scadenza che ci si è dati, cioè la fine di settembre. «Sto lavorando per ottenere forniture extra dei vaccini a Rna messaggero a luglio e agosto — ha detto ieri il commissario straordinario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, intervistato dal direttore di
Repubblica Maurizio Molinari durante l’apertura del Festival della cultura ebraica di Roma — Comunque, anche se quelle dosi in più non dovessero arrivare ce la faremo a rispettare i tempi». Figliuolo ha aggiunto che per l’estate verrà organizzata una campagna di comunicazione per convincere i giovani a vaccinarsi e anche a evitare comportamenti che facciano rischiare una ripresa del virus, anche se non della intensità dell’anno scorso, in autunno.
Speranza, e anche il premier Mario Draghi, hanno ribadito che la linea sui vaccini è quella del governo. «La campagna è l’arma vera che abbiamo per chiudere questa fase e aprirne una diversa. Dobbiamo insistere su questo terreno, continuare con ogni energia», ha detto Speranza. La posizione su AstraZeneca, ha spiegato il ministro, è «chiara e netta e per questo chiediamo alle autorità regionali di allinearsi ai piani».
Draghi, dal G7, ha parlato del caso della diciottenne ligure morta dopo aver fatto il vaccino. «È una cosa tristissima che non doveva avvenire ». Sugli open day con AstraZeneca per i giovani, ha aggiunto che «garantivano a tanti di vaccinarsi subito, con la raccomandazione del Cts di usare Astrazeneca solo per persone di una certa età». Ma «sono stati usati per tutti perché le case farmaceutiche non pongono limite». Ora che però di dubbi, secondo il governo, non ce ne sono più, bisogna tornare a correre e «portare a termine la campagna nel modo migliore possibile ».