Nove regioni non si avvalgono più dell’intramoenia allargata, nelle altre si rileva un andamento non omogeneo. Bassi i tempi di attesa per le prestazioni in Alpi. Presentati i dati dei monitoraggi nazionali ex ante dei tempi di attesa per l’attività libero professionale intramuraria aprile, luglio, ottobre 2019. IL REPORT
Si svolge all’interno delle Aziende il 90% delle prestazioni in regime di intramoenia, il 9% in studi privati collegati in rete o presso altre strutture pubbliche convenzionate con gli ospedali e solo l’1% rimane relegata in studi non ancora collegati in rete, ma soprattutto in Campania, nel Lazio e in Molise le percentuali salgono (rispettivamente il 17%, il 3 e l’8%).
I tempi di attesa per le prestazioni in attività libero professionale (Alpi) sono molto bassi: nel 62% dei casi si aspetta tra 0 ed i 10 giorni. La visita cardiologica è la prestazione più gettonata nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria (Alpi), seguita a stretto giro da quella ginecologica. La visita oculistica è invece la prestazione più erogata in attività istituzionale, seguita dall’Ecg, dalla visita ortopedica, da quella cardiologica e dalla visita dermatologica. Quando si parla di Alpi le agende delle prenotazioni vengono gestite principalmente dal sistema Cup (il 90% nel 2018 e il 91% nel 2019) in 12 Regioni/PA (Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, PA di Bolzano, PA di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) mentre 6 Regioni (Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna e Sicilia) la utilizzano per oltre l’80% delle prenotazioni.
Per questo Il report è suddiviso in due parti: la prima riguarda i monitoraggi di aprile e luglio e la seconda il monitoraggio di ottobre.
Dal Report emerge sul territorio una disomogeneità tra i diversi livelli di governo dell’attività libero professionale. Sull’intramoenia allargata non è stato possibile scattare una fotografia dettagliata alla luce delle nuove Linee Guida e così nei monitoraggi effettuati ad aprile e luglio è solo emerso che nove non si avvalgono più dell’attività in intramoenia allargata (Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, PA di Bolzano, PA di Trento, Toscana, Valle D’Aosta e Veneto). Mentre nelle altre regioni si riscontra un andamento non omogeneo, sebbene sia possibile riscontrare una tendenza alla riduzione del ricorso all’intramoenia allargata in alcune Regioni, segno di un progressivo adeguamento agli adempimenti normativi. In particolare nelle Regioni Molise e Sicilia.
I dati. Monitoraggi di aprile e luglio 2019
Tutte le 21 Regioni/PA hanno partecipato alle due rilevazioni nazionali svolte nei mesi di aprile e luglio. Su 213 Aziende pubbliche che erogano tali prestazioni 195 hanno partecipato ad entrambi i monitoraggi nazionali (92%), 12 ad uno solo (6%), 2 a nessuna rilevazione (Aou Policlinico Tor Vergata, Asp Reggio Calabria). Il 61% delle prenotazioni ha un tempo di attesa inferiore ai 10 giorni, circa il 25% tra gli 11 e i 30/60 giorni (a seconda che si tratti di una visita specialistica o di una prestazione strumentale), il 14% delle prenotazioni si deve attendere oltre i 30/60 giorni. Oltre l’80% delle TC e delle RM vengono prenotate entro i 10 giorni.
Le visite con maggiore richiesta sono: a visita cardiologica (11%) con il 56% delle prestazioni effettuato entro i 10 giorni; la visita ginecologica (11%) con il 57% circa dei casi effettuato entro 10 giorni; la visita ortopedica (9%) con il 69% delle prestazioni effettuato entro i 10 giorni; la visita oculistica (8%) con i 50% delle prestazioni effettuato entro i 10 giorni.
Nove Regioni/PA su 21 non si avvalgono più dell’attività in intramoenia “allargata” (Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, PA di Bolzano, PA di Trento, Toscana, Valle D’Aosta e Veneto), mentre nelle restanti si rileva un andamento non omogeneo.
Per quanto riguarda il monitoraggio di ottobre 2019 tutte le 21 Regioni/PA hanno partecipato. Delle 231 Aziende, 7 (pari al 3%) non hanno partecipato.
Le visite specialistiche continuano a rappresentare il 75% del totale delle prestazioni effettuate; il 25% è costituito dalle prestazioni diagnostiche; tra queste ultime, le più frequenti sono l’ecografia dell’addome e l’ecografia mammaria.
Il 90% delle prestazioni viene erogato esclusivamente all’interno degli spazi aziendali, il 9% esternamente all’azienda secondo le tipologie previste (studi privati collegati in rete o presso altre strutture pubbliche previa convenzione). L’1% di attività viene svolta ancora presso studi non ancora collegati in rete, criticità che presenta i valori più elevati in Campania (17%), Lazio (3%), Molise (8%).
Agende di prenotazione (aprile-luglio-ottobre). 12 Regioni/PA (Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, PA di Bolzano, PA di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) utilizzano quasi esclusivamente l’agenda gestita dal sistema Cup. Per le rimanenti 6 Regioni (Calabria, Campania, Emilia- Romagna, Lazio, Sardegna e Sicilia) si registrano prenotazioni attraverso il Cup per più dell’80% del totale.
Relativamente ai volumi delle prestazioni erogate, si osserva che il rapporto tra volumi di visite specialistiche erogate in Alpi e volumi di prestazioni erogate in regime istituzionale registra, a livello nazionale, valori compresi tra il 4% (visita fisiatrica, visita oncologica) e il 29% (visita ginecologica), mentre per le prestazioni strumentali, diagnostica per immagini e altri esami specialistici, tale rapporto varia tra l’1% (Tac, elettrocardiogramma dinamico holter, fotografia del fundus) e il 44% (ecografia ginecologica).
Si conferma che la prestazione più erogata in Alpi è la visita cardiologica (561.097), seguita dalla visita ginecologica (501.267) e da quella ortopedica (458.245). La visita oculistica (4.567.742) è la prestazione più erogata in attività istituzionale, seguita dall’elettrocardiogramma (4.386.680), dalla visita ortopedica (3.764.000), dalla visita cardiologica (3.469.245) e dalla visita dermatologica (3.255.789).
Rispetto alla tipologia di agenda di prenotazione a livello nazionale, la maggior parte delle prenotazioni vengono effettuate attraverso l’agenda gestita dal sistema Cup (il 90% nel 2018 e il 91% nel 2019): 12 Regioni/PA (Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, PA di Bolzano, PA di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) utilizzano quasi esclusivamente questa tipologia di agenda, e 6 Regioni (Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna e Sicilia) la utilizzano per oltre l’80% delle prenotazioni.
07 giugno 2021