Il Corriere della Sera. Niente quarantena né test se sono passati 14 giorni dalla seconda dose di vaccino anti Covid e neppure per i bambini sotto i 6 anni e per i minori che viaggino con i genitori qualora questi non si debbano sottoporre a quarantena. Sono alcune delle misure contenute nella raccomandazione presentata ieri dalla Commissione Ue per la graduale revoca coordinata delle limitazioni alla libera circolazione nell’Unione in vista dell’entrata in funzione, a partire dal primo luglio, del certificato Covid digitale europeo.
Già da oggi sarà operativa la piattaforma del pass Ue, i primi Stati membri si collegheranno, tra cui anche l’Italia anche se il nostro Paese non inizierà subito a emettere il certificato Covid Ue, a differenza della Grecia, in attesa che l’iter legislativo sia concluso. Ora il Consiglio dovrà adottare le raccomandazioni della Commissione, che non sono vincolanti perché salute e confini sono di competenza esclusiva nazionale.
Il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, ha infatti spiegato che «niente vieta a un Paese di abbassare di più le misure» rispetto a quelle indicate dalla Commissione (l’Austria non prevede restrizioni già dopo tre settimane dalla prima dose). Potrà anche aumentarle attivando il cosiddetto «freno di emergenza» in presenza di un peggioramento delle condizioni epidemiologiche o il diffondersi di varianti preoccupanti. La libera circolazione nell’Unione è stata limitata nei mesi passati a causa delle misure restrittive adottate dagli Stati membri per ragioni di salute pubblica, per tentare di contenere il diffondersi del Covid-19. Ora che le campagne vaccinali avanzano — la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha ribadito che il 70% della popolazione adulta dell’Ue sarà vaccinata entro luglio — e la situazione epidemiologica migliora, molti Stati hanno cominciato ad allentare le misure per salvare la stagione turistica. In questo contesto si inserisce il certificato Covid digitale, che mira a garantire lo stesso trattamento di accesso in tutti i Paesi della Ue ai cittadini europei a parità di condizioni.
I non immunizzati
Per i non vaccinati si propone che le misure varino a seconda della zona di provenienza
Il documento può attestare: l’avvenuta vaccinazione (con una o due dosi), un test negativo, la guarigione dalla malattia da meno di 180 giorni, con decorrenza dal primo test negativo. Il commissario Reynders ha spiegato che i turisti provenienti da Paesi terzi, «se vengono in Europa con la prova della vaccinazione, potranno anche avere accesso ai certificati europei per recarsi nella Ue».
Nel dettaglio, cosa raccomanda Bruxelles? L’abolizione della quarantena o del test a chi ha già ricevuto l’ultima dose di vaccino da 14 giorni. Stessa esenzione per le persone guarite dal coronavirus che abbiano ricevuto una delle due dosi di un vaccino bi-dose. Inoltre se uno Stato membro accetta anche solo la somministrazione della prima dose per esentare dalle limitazioni, dovrà applicare le stesse condizioni. Quanto ai test, la Commissione propone un durata di validità uniforme: 72 ore per i Pcr e, se lo Stato membro li accetta, 48 ore per i test antigenici rapidi.
Per le persone che non sono state vaccinate o che non hanno contratto il Covid di recente, la Commissione propone che le misure varino a seconda della zona di provenienza del viaggiatore, sulla base della mappa a colori pubblicata settimanalmente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Dall’ultima mappa, aggiornata al 27 maggio, l’Italia risulta arancione fatta eccezione per Toscana, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata che sono rosse. I viaggiatori provenienti da aree verdi non dovrebbero essere sottoposti a restrizioni, a chi viene da zone arancioni potrebbe essere richiesto un test pre-partenza (antigene rapido o Pcr). Mentre per chi arriva da zone rosse gli Stati membri potrebbero imporre una quarantena, a meno che non abbiano un test pre-partenza (antigene rapido o Pcr). Per le zone rosso scuro restano sconsigliati i viaggi non essenziali.