Il ministero della Salute frena sul coprifuoco e prova ad allungare l’orizzonte di una settimana. Il monitoraggio di venerdì prossimo tanto atteso per il via libera al prolungamento del coprifuoco potrebbe non essere quello utile. Per valutare concretamente l’impatto delle riaperture del 26 aprile sulla curva dei contagi bisogna attendere almeno il monitoraggio del 21 maggio che — come è noto — fotografa la situazione relativa alle due settimane precedenti, quindi al 9 maggio. Questo il parere che il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli ha espresso al ministro della Salute Speranza che, da sempre su posizioni di estrema prudenza sulle riaperture, ne condivide pienamente la valenza. Se dovesse passare questa linea, dunque, il prolungamento del coprifuoco dalle 22 alle 24 (una posizione questa su cui il governo sembra aver trovato una posizione di compromesso tra le 23 e l’azzeramento totale) potrebbe slittare di una settimana ed entrare in vigore dal 24 e non dal 17 maggio.
Questa la posizione della Salute che non è detto però faccia breccia nel muro abbastanza compatto della maggioranza che ormai preme, visto l’abbassarsi della curva dei contagi e finalmente anche della mortalità, per anticipare alcune riaperture già previste dalla road map del governo (dai bar e ristoranti al chiuso alle palestre, ai parchi divertimento) e per fissare le date di alcuni settori ancora in sospeso, dal wedding ai centri commerciali nel weekend.
Draghi intende procedere spedito con le riaperture, «ma con la testa », come ha detto nel vertice europeo di Porto, e sulla base di dati attendibili della situazione epidemiologica. Una prima valutazione è demandata alla cabina di regia che si riunirà domani (quella di oggi è relativa alle misure economiche e al disegno di legge sostegni bis) e al successivo confronto dei ministri Gelmini e Speranza con la Conferenza delle Regioni. I governatori hanno già presentato un documento da tutti condiviso in cui si accontenterebbero anche del prolungamento del coprifuoco anche solo di un’ora, fino alle 23, spingendo invece sull’anticipo della possibilità di servire i clienti anche al chiuso per bar e ristoranti, al momento prevista solo dall’1 giugno.
E all’orizzonte spunta la prospettiva lanciata ieri dal sottosegretario alla Salute Sileri di poter abbandonare le mascherine all’aperto quando almeno la metà degli italiani vaccinabili ( 30 milioni) avrà ricevuto la prima dose. Un traguardo ancora lontano rispetto agli attuali 17 milioni ma che potrebbe, alla velocità prevista, essere raggiunto tra fine giugno e i primi di luglio.