di Marta Musso, Wired. Alcuni frammenti di coronavirus potrebbero integrarsi nel nostro dna, ed è per questo motivo che alcune persone potrebbero risultare positive per lunghi periodi, anche mesi dopo la guarigione. Un’ipotesi già messa in campo a dicembre scorso dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) in uno studio pre-print su BioRxiv, che ha generato non poche polemiche tra la comunità scientifica, e che oggi trova ulteriori e nuove conferme. Lo stesso team di ricerca, infatti, ha appena pubblicato un nuovo lavoro sulle pagine della rivista Pnas, dove dimostra che il genoma virale può effettivamente entrare a far parte del nostro dna. “Ora abbiamo prove inequivocabili che le sequenze di coronavirus possono integrarsi nel genoma”, ha commentato l’autore Rudolf Jaenisch.
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