Il Sole 24 Ore. Da immunologo azzardo: la protezione del vaccino potrebbe durare 12 mesi, però è giusto prepararsi ad ogni eventualità e capire se già serviranno i richiami dall’autunno soprattutto per le fasce a rischio . Poi bisogna monitorare le varianti per capire se possono annullare l’efficacia dei sieri attuali e quindi pensare nel caso a costruire un nuovo vaccino che le includa perché il virus circolerà per almeno un altro anno». Queste le previsioni di Guido Rasi professore di Microbiologia all’università di Roma Tor Vergata e fino a qualche mese fa direttore esecutivo dell’ Ema, l’Agenzia europea del farmaco.
Ma quindi è presto per immaginare nuove vaccinazioni già in autunno?
No. Credo sia saggio prepararsi a questa eventualità perché è importante anticipare i possibili problemi. Tuttavia al momento è una delle ipotesi. È giusto monitorare la possibile rapida discesa degli anticorpi neutralizzanti, ma non è scontato che questo significhi non essere più immunizzati.E poi per un eventuale richiamo del vaccino bisogna pensare anche alle varianti.
Come capiremo se il vaccino non funziona più tra 9-12 mesi?
Una prima cosa da fare è verificare nei soggetti vaccinati il numero di anticorpi neutralizzanti presenti e quindi bisogna fare degli studi su campioni significativi di popolazione per vedere se effettivamente questa immunità è radicalmente diminuita. Ma c’è un altro aspetto è cioè capire qual è la vera soglia di anticorpi che protegge ancora dal virus. Se 100 è l’indice ideale massimo di copertura non è detto che anche con un livello a 10 l’immunità non sia lo stesso garantita. Cioè noi sappiamo che grazie alla vaccinazione produciamo per fortuna anticorpi in grande eccesso. Ma ancora non sappiamo e quindi ancora non abbiamo stabilito qual è il livello minimo di protezione.
Quando lo capiremo?
Il ministero e l’Iss devono fare e forse già lo stanno facendo studi a campione significativi sulla popolazione per capire quanto nei vaccinati della prima ora siano diminuiti effettivamente gli anticorpi e quanti vaccinati della prima ora si stiano infettando più degli altri . Per fare una nuova campagna vaccinale massiva bisogna avere un minimo di dati. E l’altro dato fondamentale è avere una seria mappatura delle varianti. Ma su questo siamo indietro perché si fanno troppo pochi sequenziamenti.
Avremo un nuovo vaccino?
Prima dobbiamo avere la certezza che l’attuale vaccino non funzioni e questo per ora, per fortuna, non è successo. Se a causa di una variante si scopre che il vaccino è inefficace o poco efficace allora bisognerà riprogettarlo.
Come e in quanto tempo?
I vaccini con la piattaforma M-Rna sono indubbiamente quelli più flessibili. Per costruire il nuovo vaccino possono bastare poche settimane e l’Ema ha approvato nuove linee guida che permettono in 2-3 mesi di arrivare al via libera perché si tratta di vaccini che hanno una identica piattaforma e hanno una serie di requisiti già approvati come le linee produttive ispezionate e certificate. Tra l’altro la nuova sperimentazione potrebbe coinvolgere solo qualche migliaio di persone e non ci sarebbe più bisogno di uno studio in doppio cieco.