Il Mattino di Padova. “Non farei mai il vostro lavoro”, mormora Luca Zaia malcelando il nervosismo per la piega assunta dal punto stampa. E si rivolge a Francesca Russo, l’imperturbabile zarina del dipartimento Prevenzione: “Dottoressa, glielo chiedo io prima che lo facciano i giornalisti: ha mai subìto pressioni per modificare i dati epidemiologici divulgati in questa sede e trasmessi al ministero?”. “Direi che questa domanda non merita risposta”, è la replica lapidaria.
FLOR E LO STUDIO MISTERIOSO DI CRISANTI Alta tensione a Marghera all’indomani della puntata di “Report” che – dall’appropriatezza dei tamponi rapidi nel testing al corretto computo dei positivi asintomatici – rilancia i dubbi cavalcati dalla sinistra politico-sindacale e dal grande oppositore dell’amministrazione regionale, Andrea Crisanti. È vero che il microbiologo ha dimostrato l’inefficacia degli antigenici di prima e seconda generazione in uno studio dapprima negato e poi sottaciuto da Luciano Flor, all’epoca manager a Padova e ora direttore tout court della sanità veneta? “Non ho ancora visto la trasmissione né ho letto lo studio”, la premessa del governatore, che aggiunge: “Eventuali responsabilità sono individuali, si parla di valutazioni scientifiche che non mi competono. Non vedo male il lavoro di Report, ha esposto una teoria, c’è chi la pensa diversamente, ci confronteremo. Sì, mi sento colpito ma ciò dimostra la trasparenza del nostro lavoro, ci mettiamo il cuore ma non ci sostituiamo agli esperti. I tamponi rapidi causa di tutti i mali? Il ministero della Salute li ha validati e inviati ai medici di base, chi li ha utilizzati in maniera errata, e non è il nostro caso, chiarirà. Flor? Oggi l’assessore Lanzarin lo incontrerà. Chi ha ricevuto minacce o intimidazioni farebbe bene a denunciarle alla magistratura”.
LE PROCEDURE DI TRACCIAMENTO Neppure Russo conosce il fatidico studio: “Ma che sia opera di un professore o di un qualunque ricercatore universitario, se ha l’obiettivo di fornire elementi di orientamento della strategia pubblica, allora l’autore lo invia alla Regione. Alla mia direzione, invece, non è mai arrivato ufficialmente niente. Il Piano che introduceva i test rapidi ha avuto il parere positivo del Comitato scientifico, è andato in Giunta e poi è stato chiesto un approfondimento. Ho indetto un incontro per capire da colleghi clinici se era il caso di cambiare strada, abbiamo deciso di aspettare la circolare del ministero, che ha modificato alcuni aspetti, ed è cambiato anche il nostro piano. Ricordo che gli antigenici hanno affiancato, non sostituito, i molecolari”.
IL COMPUTO DEI POSITIVI ASINTOMATICI E i positivi censiti come asintomatici di default, così da alleggerire la situazione e consentire la lunga permanenza del Veneto in zona gialla? “Nella fase più acuta dell’emergenza, con un picco giornaliero di 5.200 positivi, era impossibile un tracciamento totale. La legge, d’altronde, indica una soglia superiore al 60% che abbiamo costantemente rispettato, attestandoci spesso all’80-90%. C’è di più: notando le difficoltà delle Aziende di Padova e Verona, abbiano incaricato una commissione di verificare lo stato clinico dei contagiati sfuggiti ai controlli e, grazie all’impegno straordinario del nostro personale, siamo riusciti a colmare il ritardo, fornendo all’Istituto superiore di sanità dati attendibili e verificati”.
RICCI SMONTA LE CONCLUSIONI DI CRISANTI Finalmente, chi ha preso visione della ricerca di Crisanti è Antonia Ricci, la direttrice dell’Istituto Zooprofilattico, epicentro delle indagini sulle varianti del virus: “Lo studio è stato pubblicato, pur se non ancora sottoposto a revisione. Ha esaminato oltre 1.400 pazienti sottoposti ad entrambe le tipologie di tamponi, riscontando 18 esiti incongruenti, dei quali 12 veri positivi. Le sequenziazioni sono state 8 e infine 3 casi hanno evidenziato una variante della proteina N che potrebbe aver impedito la diagnosi. Come dire, giusto il sospetto scientifico, insostenibile la negazione di efficacia. Lo dico da veterana di laboratorio: nessun tampone è infallibile ma alla luce di questi numeri, il contributo diagnostico degli antigenici supera ampiamente il margine di errore”. –