Il governo prova a serrare i tempi sul rinnovo del contratto degli Statali. Dopo il via libera del Tesoro alla direttiva del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, l’Aran, l’Agenzia che per il governo siede al tavolo della trattativa con i sindacati, ha convocato per giovedì 29 aprile il tavolo per il rinnovo del comparto delle funzioni centrali. L’intenzione del governo è di accelerare il più possibile sui ministeri, sulle Agenzie, sull’Inps e su tutte le altre amministrazioni che fanno parte del comparto, in modo da arrivare possibilmente a una firma degli accordi entro l’estate e a una conclusione delle verifiche di Tesoro e Corte dei Conti entro l’autunno. In questo modo gli aumenti potrebbero scattare già prima della fine dell’anno. Parallelamente la Conferenza delle Regioni sta già lavorando alla direttiva per il comparto della Sanità.
Anche qui l’intenzione è di fare in fretta, in modo da far viaggiare il rinnovo dei 600 mila dipendenti della salute di pari passo con quello delle funzioni centrali. Poi subito dopo sarà il turno di scuola ed enti locali. La direttiva di Brunetta dopo il passaggio al ministero dell’Economia, tuttavia, ha subito una modifica non di poco conto. Rispetto alla prima versione è scomparsa “l’area” per le professionalità elevate. Quella che era stata salutata come l’introduzione, anche nel pubblico impiego, della figura dei quadri.
LA MODIFICA Le alte professionalità resteranno inquadrate tra i funzionari, nella cosiddetta area terza. La direttiva dice semplicemente che a questi funzionari che hanno alte specializzazioni e rivestono ruoli apicali, sarà dato uno “specifico rilievo”. Questo potrebbe significare stipendi più elevati. Ma finanziati come? Il governo ha promesso ai sindacati che finanzierà il nuovo ordinamento professionale e, dunque, da queste risorse extra potrebbero arrivare i fondi per finanziare le retribuzioni di queste nuove posizioni. Altrimenti i soldi andrebbero reperiti all’interno di quelli disponibili per la contrattazione, ossia i 6,8 miliardi stanziati nelle ultime leggi finanziarie che, secondo i conteggi del governo, comporterebbero un aumento medio del 4,07%, ossia di circa 107 euro. La direttiva conferma poi l’impostazione voluta da Brunetta sullo smart working: non sarà un diritto soggettivo (significa che dovrà essere concesso dall’amministrazione); e soprattutto dovrà servire a migliorare le performance dell’ufficio.
LA SVOLTA Proprio sul tema della valutazione dei risultati, il ministero ha messo a punto un progetto di riforma collegato al Recovery plan. L’idea è di ripartire dalle performance organizzative, non solo e non tanto per valutare i dirigenti, ma per qualificare la programmazione strategica delle amministrazioni pubbliche. Con un nuovo meccanismo di valutazione e con la possibilità di inserire, all’interno della valutazione dei risultati, anche l’opinione dei loro “clienti”, siano essi cittadini, altre amministrazioni o utenti interni. La riforma dei meccanismi di valutazione dei manager pubblici, come detto, è una di quelle inserite dal governo nelle schede del Recovery plan che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, consegnerà a Bruxelles il prossimo 30 di aprile. Ed è considerata una riforma “chiave” per rendere la Pubblica amministrazione più efficiente. Al progetto si è dedicato il gruppo di lavoro nominato dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, e coordinato dal capo di gabinetto Marcella Panucci, e del quale fanno parte esperti come Carlo Altomonte, Bernardo Mattarella e Raffaella Saporito, e che ha visto la collaborazione anche di Carlo Cottarelli.
L’intenzione di fondo sarebbe quella di definire dei “key performance indicators”, degli indicatori chiave di performance, che sarebbero non più legati, come avviene oggi, soprattutto ai processi, ma ai risultati concreti: tempi di risposta, numero di pratiche lavorate, e così via. Dovrebbe nascere anche una piattaforma per la raccolta di questi indicatori chiave di performance, anche per rendere comparabili le valutazioni tra diverse amministrazioni. La riforma dovrebbe coinvolgere anche gli Organismi di valutazione per renderli maggiormente indipendenti. Anche attraverso una formazione e un training costante dei membri.
Andrea Bassi – IL MESSAGGERO