Repubblica. Il governo non permetterà alle Regioni di deviare dal piano vaccinale appena diramato dal commissario straordinario all’emergenza. Non lo consentirà alla Campania di Vincenzo De Luca, che propone (per ora soltanto a parole e senza atti formali) di immunizzare prima del tempo gli operatori economici nonostante il criterio anagrafico vigente, così come a nessun altro governatore. E anzi, l’esecutivo impugnerà se necessario davanti alla giustizia amministrativa ogni decisione in contrasto con le regole appena fissate. La linea della fermezza la stabilisce Mario Draghi, a metà pomeriggio, dopo aver incontrato a Palazzo Chigi il generale Francesco Figliuolo e il ministro della Salute Roberto Speranza. «Non ci saranno eccezioni», è il ragionamento del premier, «e faremo ogni sforzo necessario per far rispettare le priorità del piano». Una linea ribadita dopo aver ascoltato dalla viva voce di Franco Locatelli le ultime notizie sulla curva del virus. Che scende a fatica, a causa della massima contagiosità della variante inglese. Basti pensare che lunedì scorso si contavano 10.680 positivi, ieri 9.789. La telefonata più complessa della giornata spetta a Figliuolo. Sente De Luca per mettere in chiaro che non saranno tollerate eccezioni. Tutto nasce da un’idea del governatore campano, che pubblicamente si smarca dal governo: «Una cosa è il rigore, altro la stupidità. Una volta completati gli ultra ottantenni e i fragili – sostiene – non intendiamo procedere per fasce di età. Lavoreremo anche sui settori economici, perché altrimenti quando avremo finito le fasce di età l’economia italiana sarà morta». Un modo, tra l’altro, per “coprire” gli operatori turistici delle isole della Campania, che il presidente di Regione vorrebbe rendere al più presto “Covid free”. Come se non bastasse, De Luca minaccia di lasciare anche la Conferenza Stato-Regioni e critica la struttura commissariale per l’assenza di dosi. L’esecutivo non vuole e non può accettare tutto questo. «Il piano deve essere rigorosamente rispettato», chiarisce Maria Stella Gelmini. Anche il ministro della Salute è netto, convinto che non si possano «tollerare eccezioni». Poi è Figliuolo a mettere nero su bianco una dura replica: «La campagna deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che la regolano, facendo riferimento all’ordinanza. L’obiettivo è mettere al sicuro fragili e classi di età più anziane. Più celermente si farà, prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive».
Per il momento manca un atto formale della Regione Campania. Ma Draghi, come detto, non permetterà che si passi dagli annunci ai fatti. E d’altra parte fin dall’inizio il premier non ha mai escluso alcun intervento, neanche i più drastici, per superare la babele di indicazioni dei territori nella campagna vaccinale: né il commissariamento delle sanità regionali, né appunto i ricorsi. A sera, De Luca sembra ridimensionare la portata dello scontro. «La vaccinazione segue le priorità indicate per gli ultraottantenni e le categorie fragili», premette, salvo poi ipotizzare di somministrare le dosi di AstraZeneca inutilizzate per vaccinare le categorie economiche. E di accelerare le procedure per poter contare sull’antidoto russo Sputnik (attualmente non autorizzato in Europa).
Nel frattempo, Palazzo Chigi prende una boccata d’ossigeno sul fronte delle forniture. Tra il 15 e il 22 aprile arriveranno in Italia 4,2 milioni di dosi. Tre targati Pfizer – in due tranche da 1,5 milioni – circa mezzo milione di AstraZeneca, oltre 400 mila di Moderna e 180 mila di Johnson & Johnson. Per la prossima settimana la struttura commissariale stima una media di 315 mila somministrazioni giornaliere. Lontana dunque la quota di 500 mila dosi al giorno entro fine aprile, anche se Figliuolo spera sempre di toccarla, almeno negli ultimi due o tre giorni del mese. Comunque in ritardo rispetto alla tabella di marcia. Per vaccinare più velocemente, il governo apre nei bandi alla possibilità di arruolare gli specializzandi nella categoria dei vaccinatori. E valuta anche di inviare personale sanitario e nuovi mezzi in alcune Regioni del Sud in difficoltà nella gestione della campagna. Tra queste, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania.