Il Sole 24 Ore. Sarà difficile raggiungere già a metà aprile il target delle 500mila iniezioni al giorno previste dal piano vaccini e rilanciato nei giorni scorsi dal premier Draghi. Per farlo servirebbero 7,5 milioni di dosi e almeno altre 4,5 milioni per i primi 15 giorni per poter procedere al ritmo di 300mila iniezioni (il picco finora è stato di 282mila) come prevedeva già per fine marzo sempre lo stesso piano del Governo. In tutto la dote dovrebbe superare le 13 milioni di dosi se si conta anche un 10% di scorte. Peccato che ad aprile l’Italia dovrà fare affidamento solo su 8 milioni di dosi – come ha ricordato il commissario Figliuolo -, dopo che tra gennaio e febbraio ne ha ricevute 6,5 milioni e 7,5 milioni a marzo. Insomma l’attesa pioggia di vaccini per passare all’immunizzazione di massa ancora non si vedrà nelle prossime settimane quando arriverà solo il 15% (8 milioni appunto) dei 50 milioni di dosi previste tra aprile e giugno.
Certo ad aiutare le somministrazioni di aprile ci sono anche le consegne di questi giorni, in pratica gli arrivi ritardati di marzo: ieri 500mila dosi Moderna, dopo il milione di Pfizer e altre 1,3 milioni di AstraZeneca sono attese tra oggi e domani. In pratica un tesoretto di 1,8milioni più altre 2 milioni di dosi al momento nei frigoriferi. Ma il rischio è che anche ad aprile gli ultimi arrivi slittino a fine mese e ci si ritrovi dunque ancora con le dosi contate come sta accadendo in questi giorni con il rischio stop denunciato da diversi governatori per gli hub vaccinali. Il primo a a lanciare l’allarme è stato il governatore veneto Luca Zaia che mercoledì ha annunciato lo stop delle nuove iniezioni a parte i richiami perché in attesa delle nuove consegne del week end: «Con la macchina a regime possiamo arrivare a 80mila vaccinazioni, ma ora la nostra voragine sta nei ritardi delle consegne». Sulla stessa scia anche l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato che ieri ha lanciato un SoS sulla fine delle scorte: «Se nelle prossime 24 ore non arrivano i 122 mila vaccini di AstraZeneca previsti siamo costretti nostro malgrado a sospendere le vaccinazioni. Mi auguro che tale sospensione venga scongiurata».
Intanto un documento riservato redatto dagli ambasciatori della Ue stima che in Italia entro fine giugno sarà stato il vaccinato il 57,14% della popolazione. I Paesi più virtuosi secondo la stima risultano Malta, con il 93,10% di vaccinati e Danimarca (79,88%) seguiti da Olanda (64,59%) e Cipro (62,47%). L’Ue prevede infine che la Germania arriverà invece al 61,04% di immunizzati, la Francia al 58,16% e la Spagna al 57,41 per cento.