Per Campania, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta non si segnalano miglioramenti e molto probabilmente si dovrà aspettare ancora il monitoraggio della prossima settimana per poter verifcare l’uscita dalla zona rossa. “I dati di incidenza e trasmissibilità, seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione”.
Anche questa settimana l’indice Rt a livello nazionale fa segnare un miglioramento e scende finalmente sotto la soglia d’allarme dell’1 assestandosi a 0,98. E per Marche, Veneto e Pa Trento che vedono la loro incidenza settimanale scendere sotto i 250 casi per 100 mila abitanti dal 6 aprile si aprono le porte della zona arancione dato che hanno registrato minimo due settimane consecutive con scenario e livello di rischio compatibile con la zona arancione. Nonostante ciò, l’Italia anche dopo Pasqua resterà per 9 regioni colorata di rosso a causa di un’incidenza ancora alta: 232 casi settimanali ogni 100mila abitanti contro i 240 della scorsa settimana. Valore ancora lontano da quei 50 casi che secondo il Cts possono far riprendere a funzionare il tracciamento dei positivi.
Questo l’esito del monitoraggio settimanale della Cabina di regia riunitasi questa mattina cui seguiranno le ordinanze che saranno firmate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza.
In Campania, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta non si segnalano miglioramenti e molto probabilmente si dovrà aspettare ancora il monitoraggio della prossima settimana prima di poter verificare l’eventuale uscita dalla zona rossa.
Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, PA Bolzano, Sardegna, Sicilia e Umbria confermano la zona arancione.
“Si osserva – si legge nel report – una lieve riduzione di incidenza a livello nazionale che rimane comunque alta insieme ad una decrescita dell’indice di Rt sotto il livello di 1. Allo stesso tempo la circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è largamente dominante nel Paese il che indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione. I dati di incidenza e trasmissibilità, seppure in lieve decremento, uniti al forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Si ribadisce, anche alla luce della ormai ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità”.
Allarme terapie intensive: 14 Regioni sopra alla soglia critica
Rimane alto anche il numero di Regioni e di Province autonome con un tasso di occupazione in terapia intensiva e aree mediche sopra alla soglia critica: sono 14 in totale, due in più rispetto alla settimana precedente. Aumenta anche a livello nazionale il tasso di occupazione in terapia intensiva oltre alla soglia critica del 30%: è attualmente pari al 41% contro il 39% della scorsa settimana. Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è passato da 3.456 il 23 marzo a 3.716 il 30 marzo, mentre nello stesso periodo il numero di persone in aree mediche a livello nazionale è passato da 28.428 a 29.231, superando la soglia critica del 44%.
La sintesi
Complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con sei Regioni (Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto) che hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Tredici Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui sette ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e una Regione (Basilicata) e una Provincia Autonoma (Bolzano) hanno una classificazione di rischio basso. Undici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due Regioni (Campania e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Sei Regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno.
Rimane alto il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (14 Regioni/PPAA vs 12 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (41% vs 39% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in aumento da 3.546 (23/03/2021) a 3.716 (30/03/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è anche in aumento e sopra la soglia critica (44%) con un aumento nel numero di persone ricoverate in queste aree: da 28.428 (23/03/2021) a 29.231 (30/03/2021).
Tutte le Regioni/PPAA, tranne nove, hanno riportato allerte di resilienza. Quattro di queste (Calabria, Emilia-Romagna, Puglia e Veneto) riportano molteplici allerte di resilienza.
In diminuzione il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (49.186 vs 53.837l) la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (34,4% vs 33,8% la scorsa settimana). È, invece, in diminuzione il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41,5% vs 42,2%). Infine, il 24,1% attraverso attività di screening.
Quotidiano sanità
02 aprile 2021