Il Sole 24 Ore. Mascherine, farmaci, vaccini. Si traccia la sequenza del virus criminale diffuso con il Covid-19. Molte le varianti, in mutazione continua. La patologia illegale si sviluppa, si aggiorna e si evolve.
A un anno dall’inizio della pandemia, i reparti della Guardia di Finanza rinnovano a più riprese protocolli e obiettivi operativi. Il bilancio 2020 non scherza: 1.500 persone denunciate; violazioni amministrative in 310 casi; sequestri per 75 milioni di mascherine più 1,18 milioni di litri di igienizzante venduti come disinfettante.
Ma nel 2021 il portafoglio di investimenti criminali sta cambiando. Punta sempre di più su vaccini in modalità illecita. Nuovi presunti farmaci, meglio se in vendita sul web. Altri rimedi sedicenti miracolosi. La nuova direttiva della Gdf ai reparti è già partita. Dall’inizio della pandemia sono state numerose. La rincorsa tra guardie e ladri è ricominciata.
«La prevenzione è fondamentale. A febbraio 2020 avevamo già mandato le prime indicazioni per il contrasto agli illeciti legati al Covid-19» racconta Giuseppe Arbore, capo del reparto Operazioni del Comando generale della Guardia di Finanza guidato da Giuseppe Zafarana. A novembre c’è stato l’ultimo aggiornamento con le nuove indicazioni ai militari. Altre ne arriveranno. L’azione di prevenzione e contrasto sarà impegnativa.
«Quando un bene di grande necessità, in questo caso il vaccino, è disponibile in quantità contenute, spunta sempre un’offerta illegale» ricorda il generale Arbore.
Il panorama criminale connesso al Covid-19, dunque, si riadatta. Le truffe sulle mascherine non convengono più. L’offerta legale ormai è ampia, i prezzi si sono abbassati, il lucro illecito scarso e difficile da raggiungere. Ma nel bilancio 2020 degli accertamenti Gdf si notano i reati gravi legati al commercio illegale dei prodotti di protezione Covid-19.
C’è l’evasione fiscale e contributiva. Lo sfruttamento della manodopera. Le frodi in pubbliche forniture. Perfino il riciclaggio. La Finanza ha rilevato le – allora – fruttuose manovre speculative sulle vendite. A Milano sono stati denunciato nove soggetti italiani e stranieri per un rialzo sui prezzi di mascherine e prodotti di igiene personale dal 100% al 400% in più. Nella provincia di Napoli in una parafarmacia sono state sequestrate 10mila mascherine con una percentuale di ricarico sul costo di acquisto incredibile: oltre il 6.000%. Per non essere da meno, tre società in Puglia hanno fatto manovre speculative sulla vendita di Dpi (dispositivi di protezione individuali) a diverse aziende sanitarie pugliesi con ricarichi mai inferiori al 100% e con picchi fino a 4.100%.
Il romanzo criminale del Covid-19 ora assiste al cambio di trama. L’intensità della pandemia ha stimolato l’ingegno dei truffatori. Ingannatori di persone in buona fede, prive di conoscenze scientifiche, magari nel panico dopo aver scoperto di essere positivi.
Sulle mascherine per i malviventi resta conveniente soltanto la contraffazione. Falsi dispositivi di protezione, falsi farmaci e false terapie varie. Affari appannaggio della criminalità cinese da anni e anni ormai. A Imperia il 17 febbraio i finanzieri hanno sequestrato oltre 15mila mascherine per adulti e bambini. Marchio Ce contraffatto, dispositivi senza certificato di conformità del produttore. È scattata una denuncia per frode in commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, ricettazione.
A Roma, lo stesso giorno, in un’erboristeria del quartiere Esquilino sono state scovate 700mila confezioni di medicinali e preparati a base vegetale dichiarati efficaci contro il coronavirus. Tra esposizione e retrobottega c’erano pastiglie, pillole, composti di erbe, tisane. Tutti illegali. Per i finanzieri i reati erano evidenti: frode in commercio, vendita abusiva di farmaci. Cinese il titolare del negozio denunciato.
La fantasia poi non ha limiti, compresa quella criminale. Così le Fiamme gialle hanno scoperto anche le false mascherine griffate. I reparti del comando provinciale di Torino hanno entrati in due opifici sartoriali illegali. Sul tessuto erano stampati marchi famosi, circa quaranta le case di moda danneggiate. Prezzi in linea: 7 euro la mascherina, il kit con l’aggiunta di sciarpa e pochette a 80 euro. Operazione criminale un po’ troppo sfacciata: la Gdf l’ha scovata sulle pagine pubblicitarie di una serie di social network.
I riflettori degli investigatori, adesso, sono puntati sui vaccini illegali. La ricognizione sul web, come si è già visto più volte, può essere proficua. Ma l’avvio di canali paralleli e clandestini di distribuzione deve svilupparsi in forme occulte. Le più difficili da intercettare.