Il Sole 24 Ore. Intervenga Draghi». È questa la richiesta che arriva dai Governatori nel giorno in cui AstraZeneca ha anticipato il nuovo taglio di dosi tra il 10 e il 15% a partire dalla prossima settimana. È passato meno di un mese dal precedente annuncio con cui l’azienda britannica aveva comunicato la riduzione del 60% delle dosi promesse all’Europa e quindi anche all’Italia, che proprio su Astrazeneca contava per procedere alla vaccinazione di massa anche grazie al via libera di Aifa alla somministrazione fino ai 65 anni. Domani il Consiglio dei ministri licenzierà il nuovo decreto legge per prorogare fino al 5 marzo il divieto di spostamento tra Regioni che scade giovedì.
L’ipotesi su cui si ritrovano tutti i governatori è di individuare misure omogenee evitando di cambiare colori e quindi regole di settimana in settimana. Quali possano essere queste misure omogenee però non è ancora chiaro. Anche perché non c’è unanimità di vedute tra i presidenti. L’ipotesi di arrivare a un lockdown sul modello natalizio, ovvero arancione durante la settimana e rosso nel weekend, è promossa dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini ma fortemente osteggiata dal vice, il ligure Giovanni Toti,che chiede invece un’unica zona gialla, con misure più restrittive in singole province o città dove si rilevi un’impennata dei contagi. E contrario alla stretta è anche Matteo Salvini. «Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, se ci sono zone più a rischio si intervenga in modo rapido e circoscritto, si acceleri sul piano vaccinale ma non si getti nel panico l’intero Paese», ha scritto su Facebook il leader della Lega stigmatizzando «lockdown ingiustificati e generalizzati».
Ma non è la prima volta che dopo dichiarazioni roboanti si è costretti a fare precipitose marce indietro. A decidere infatti è sempre il virus. Il ritmo dei contagi resta elevato soprattutto in alcune Regioni (Lombardia, Veneto, Campania) anche se ieri l’indice di positività è sceso a 4,86 e i decessi sono stati 251. Ma il timore (e per molti esperti la certezza) è che ormai le varianti hanno preso piede e se non si interviene subito con nuove restrizioni dilagheranno.Draghi, che incontrerà i le Regioni assieme al titolare della Salute, Roberto Speranza, e alla neoministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, non sembra intenzionato ad abbandonare la linea del rigore ma ha anche fatto capire, in occasione delle dichiarazioni programmatiche, che le restrizioni vanno comunicate con «congruo anticipo» e quindi potrebbe essere rivista la pratica adottata finora delle ordinanze del venerdì per la domenica, come l’ultima che ha rinviato da oggi in arancione Emilia Romagna, Campania e Molise che raggiungono così nella stessa fascia Abruzzo, Liguria, Toscana, Umbria, Trento e Bolzano. Intanto però gli italiani rimasti fino a ieri in fascia gialla hanno preso d’assalto ristoranti, lungomari e non hanno rinunciato allo shopping costringendo in alcuni casi (come a Roma) le forze dell’ordine a intervenire.
Tutto questo mentre le autorità russe hanno annunciato di aver registrato i primi 7 casi di infezione nell’uomo del virus dell’influenza aviaria e di averne dato notizia all’Oms.