Il Sole 24 Ore. Il pericolo imponderabile delle varianti «aggressive» del Covid-19, e dunque il rischio che un virus più contagioso possa inasprire la pandemia e compromettere la campagna delle vaccinazioni partita già a rilento, ha portato ieri la Germania a una nuova estensione del lockdown duro in vigore dal 16 dicembre: le restrizioni non termineranno come previsto il 14 febbraio bensì il 7 marzo. Le scuole e gli asili potranno aprire prima e per primi, su base regionale e non federale: il 22 febbraio per esempio riapriranno a Berlino e Brandeburgo.
Le riaperture saranno graduali, con un percorso a tappe indicato ieri per «dare una prospettiva», vincolato al raggiungimento di traguardi di incidenza settimanale: il primo quello dei 50 nuovi casi per 100.000 abitanti. Raggiunta quota 35, in maniera «stabile» e cioè per tre giorni di seguito su base regionale (con accordi tra Staticonfinanti per evitare lo shopping tra zone più o meno rischiose) negozi al dettaglio e musei potranno riaprire.
La riapertura di asili e scuole, uno dei punti più caldi delle nuove misure di contenimento della pandemia, andrà avanti in ordine sparso, lasciando ai Länder la libertà di pianificare il ritorno all’insegnamento in presenza. Molte scuole potrebbero riaprire il primo marzo, alcune qualche giorno prima ma nulla è certo. Gli annunci verranno fatti di Land in Land nei prossimi giorni. «Il periodo fino a metà marzo sarà esistenziale», ha detto ieri la cancelliera Angela Merkel alla conferenza stampa al termine della riunione tra tutti i ministri del governo federale e i presidenti dei 16 Länder iniziata alle 14:00 e terminata poco prima delle 20:00. Una nuova riunione è stata già fissata per il 3 marzo.
Due sono dunque le eccezioni al lockdown duro decise ieri. La principale novità riguarda le scuole primarie e gli asili nido che saranno i primi a riaprire a macchia di leopardo. Finora gli asili sono rimasti aperti solo per i genitori che non hanno potuto fare home working, senza babysitter e senza aiuti in casa. A questo fine, la vaccinazione di insegnanti e addetti alle attività scolastiche sarà anticipata, saliranno nella categoria 2 dalla 3, a conferma dell’importanza del loro ruolo nella società.
Un altro piccolo strappo alla regola è stato concesso ai parrucchieri, che apriranno il primo marzo.
Il compromesso sull’insegnamento ha consentito di conciliare la linea più severa di Angela Merkel – che auspicava una chiusura totale fino al 14 Marzo – e quella dei presidenti degli Stati-Regione. La cancelliera ha assicurato che una parte dei ristori del terzo programma di aiuti sarà erogata entro il 15 febbraio. L’estensione del blocco renderà inevitabile una contrazione del Pil tedesco nel primo trimestre di quest’anno, prevista allo 0,5% da RWI.
L’incidenza media settimanale di nuovi casi ogni 100.000 abitanti resta dunque il metro principale per misurare l’efficacia delle restrizioni in Germania: dal picco in dicembre a quota 197,6, ieri l’incidenza media ieri era 68: l’incidenza più alta in Turingia (122,6) la più bassa a Berlino (56,2). In tutto finora sono 45 i Landkreise (i distretti più piccoli) che sono riusciti a portarsi sotto i 35 nuovi casi settimanali su 100.000 abitanti, la nuova soglia indicata da Angela Merkel per garantire l’efficacia di tracciamento e tamponi.
Il ministro della Sanità Jens Spahn intanto ha assicurato che «in questa pandemia, la Germania sta diventando sempre più un importante hub per i vaccini». La Germania mira a diventare un grande centro di produzione dei vaccini per Covid-19. Astra-Zeneca e IDT Biologika produrranno insieme a Dessau (Sassonia-Anhalt). BioNTechha iniziato a produrre vaccini a Marburgo. Altro traguardo è quello di ottenere 13,6 milioni di dosi entro fine marzo: finora la Germania ne ha avute 5,3 milioni di cui 4,8 da BioNTech, 153.000 Moderna e 346.000 AstraZeneca. Circa il 3% della popolazione adulta è stata vaccinata con 3,3 milioni di dosi. Da maggio la Germania mira a 3 milioni di vaccinazioni alla settimana, per fine giugno 7 milioni a settimana e tutti vaccinati per fine estate.
La variante britannica del virus “prenderà il sopravvento”, “il vecchio virus sparirà e conviveremo con un nuovo virus”
A dirlo è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel, spiegando le ragioni dell’atteggiamento prudente della Germania, nel corso della conferenza stampa in cui a Berlino si è annunciato il prolungamento del lockdown fino al 7 marzo.
“Sappiamo che il pericolo della mutazione può annientare i nostri successi e provocare nuovamente una crescita esponenziale del contagio”, ha detto ancora Merkel parlando al Bundestag. La cancelliera ha affermato che l’obiettivo attuale è quello di tornare alla ricostruzione della catena dei contagi, in modo che “se arrivasse una terza ondata”, col predominio della variante del virus, “si potrebbe contenerne la portata”, evitando una crescita esponenziale.
“Gli esperti ci hanno spiegato che è solo una questione di tempo – ha spiegato Merkel – e che questa mutazione (in Germania quella britannica è la più diffusa) prenderà il sopravvento, facendo arretrare il vecchio virus”. “Non ci piace, ma dobbiamo vivere con la realtà e confrontarci con questa”, ha aggiunto. Merkel ha anche sottolineato che nei prossimi mesi “la campagna vaccinale non darà ancora la protezione comunitaria ma solo individuale”.
A fare eco alle parole della cancelliera sulla variante inglese giunge il parere degli esperti UK. ?È probabile che la variante del coronavirus trovata per la prima volta nella regione britannica del Kent si diffonda in tutto il mondo e che la battaglia con il virus andrà avanti per almeno un decennio”: a sostenerlo è stata la dottoressa Sharon Peackck, capo del programma di sorveglianza genetica del Regno Unito che ha parlato alla Bbc.