La Stampa.Le varianti del Covid preoccupano la Lombardia che a lunedì ne contava già 128: almeno una in ogni Agenzia di Tutela della Salute, ad esclusione di quella di Pavia. A darne notizia è stato il direttore generale del Welfare di Regione Lombardia Marco Trivelli nel corso della commissione sanità al Pirellone.
E per affrontare il problema, c’è anche una ipotesi di studio per i tamponi: Trivelli ha infatti spiegato che si sta valutando di «aumentare l’attività di testing con tampone antigenico per la popolazione scolastico. Vediamo se nascerà un provvedimento la settimana prossima in questo senso». Ad oggi, come ha chiarito il direttore generale, «le indicazioni che vengono date sono di fare un tampone adesso anche per i contatti di casi fra la terza e la settima giornata, e questo finora era un passaggio non contemplato perché i contatti possono stare in quarantena e uscire al decimo giorno in assenza di sintomi. Invece quello che ora prevediamo è che, laddove ci siano state varianti nell’area di residenza, il contatto stretto di caso faccia il tampone al quinto giorno e prolunghi la quarantena fino al 14esimo giorno».
E nel caso in cui ci sia un paziente positivo anche senza accertamento di variante «se si trova in un’area in cui sono state accertate varianti il soggetto non si può dichiarare guarito al 21esimo giorno se non col tampone negativo. Va tenuto conto che in questo momento in tutte le Ats lombarde, tranne Pavia fino a ieri, c’è stato accertamento di casi di variante, in alcune aree più cospicuo di altre. Oggi se il caso è asintomatico, in persistenza di positività viene dichiarato guarito». Con le nuove regole, «noi manteniamo invece l’isolamento fino ad accertamento della negatività». Quanto al caso accertato di variante, viene rafforzata anche l’indagine di contact tracing che si fa.
«Da qualche mese – ha chiarito il Dg Welfare – l’indicazione era l’analisi dei contatti fino alle 48 ore precedenti all’accertamento della positività o alla data dei sintomi. Invece ora sul caso di variante i contatti devono essere esaminati fino a 14 giorni precedenti l’accertamento della positività». Quanto all’ipotesi di zone rosse per area, informa Trivelli, «la commissione dati che si è riunita la settimana scorsa ha valutato alcune situazioni e non ha ritenuto necessario o opportuno proporre la zona rossa per alcuni comuni specifici. Nel caso di Corzano» (la località della provincia di Brescia che ha registrato un focolaio di variante inglese, ndr) c’era ad esempio un andamento decrescente dei contagi e altre zone che sono state prese in considerazione non mostravano gli estremi per una zona rossa».