Si è spenta, all’età di 89 anni, la professoressa Alba Veggetti, docente di Anatomia degli Animali Domestici con Istologia ed Embriologia dell’Università di Bologna dal 1962 al 2003. Laureata, nel 1955, a Bologna in Scienze Naturali e, nel 1960, a Parma in Medicina Veterinaria, è stata la prima donna ad andare in Cattedra in Medicina Veterinaria nel 1970. Nella sua lunga carriera di ricercatrice si è occupata soprattutto di anatomia microscopica del muscolo in diverse classi e specie di animali, spaziando dai teleostei, agli Uccelli e ai Mammiferi.
Appassionata cultrice di Storia della Medicina Veterinaria, è stata la fondatrice della sezione veterinaria del Centro Italiano di Storia Ospedaliera, di cui ha mantenuto la presidenza dal 1989 al 2005. La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio nei suoi numerosi allievi ed ex-studenti, che la ricordano chiara nella docenza, equilibrata nel giudizio, esemplare nella condotta, ricca di umanità, generosa nella fiducia e sempre disponibile all’ascolto.
In questi giorni si sono susseguite sui social le frase affettuose dei suoi studenti. Immagini e aneddoti che danno le misura della stima e dell’affetto immutati che la accompagnavano.
Di seguito ospitiamo i ricordi di alcuni veterinari veneti che hanno avuto il privilegio di conoscerla e seguire i suoi insegnamenti.
Alba Veggetti per la mia generazione ha rappresentato il primo impatto con l’Università e il mondo della Veterinaria in particolare.
Le sue lezioni di Istologia ti facevano capire concretamente che stavi entrando nel mondo della scienza. I suoi vetrini colorati non più un mondo lontano o fantastico ma il primo approccio scientifico a quello che sarebbe stato il tuo mondo per il resto della tua vita. Il superamento del primo esame con lei la prima prova impegnativa e con il cuore in gola che ti avrebbe portato (dopo molte altre) alla meta. E in tutto questo la Prof. Veggetti sarebbe rimasta un esempio di competenza scientifica e di serietà
da ricordare anche oggi che che ci ha lasciati dopo aver contribuito a formare generazioni di Medici Veterinari.
Un grazie per tutto questo è un commosso ricordo .Rodolfo Viola
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Eravamo per la maggior parte studenti provenienti da più regioni, con storie e percorsi di studio molto diversi, ci siamo trovati a Bologna, immersi in una realtà del tutto nuova, e sicuramente molti di noi con l’entusiasmo per l’inizio di una importante esperienza, e nello stesso tempo un po’ disorientati da quanto ci accedeva.
La prof ci ha accolti al primo anno di università, nell’importante insegnamento di Anatomia I, e subito ci siamo accorti di essere di fronte ad un gigante. Le sue lezioni ci davano l’idea dell’importanza di una materia fondamentale, che poteva costruire la base del nostro apprendimento futuro. La sua estrema chiarezza stimolava la nostra curiosità per scoprire come era costruito il corpo degli animali. Alle lezioni in aula affiancava le esercitazioni, dove in piccoli gruppi ci avvicinavamo, toccando con mano, i reperti anatomici che la prof ci illustrava. Oltre alle ossa, sempre disponibili negli armadi espositori, ci illustrava altri organi come il cuore, che potevamo osservare da vicino in tutti i suoi componenti.
La prof era severa e rigorosa, ma nello stesso tempo sapeva coinvolgerci e darci soddisfazione se dimostravamo di aver appreso bene la materia. Molti sono stati premiati con 30 e lode al suo esame, non era un semplice voto, era anche un incoraggiamento a proseguire con fiducia ed entusiasmo.
Al secondo anno l’abbiamo ritrovata nel corso di Embriologia, dove studiavamo in un testo scritto di suo pugno con i disegni dello sviluppo embrionale che recavano il suo monogramma AV.
Con quanta passione e pazienza ci ha introdotto anche in questa interessante materia.
La sua passione per la medicina veterinaria non si esauriva nelle sue materie di insegnamento, ma la portava ad approfondirne la storia, con la partecipazione a numerosi convegni e la pubblicazione, tra l’altro, del libro “La Scuola di Medicina veterinaria dell’Università di Padova (1773_1873)”.
Sempre presente nella vita della facoltà, ha partecipato attivamente alle celebrazioni del Bicentenario della facoltà di medicina veterinaria di Bologna.
Più che una figura materna, è stata l’immagine di persona di scienza, faro che illumina la strada dello studio.
Per questo un anno fa, alcuni di noi studenti che hanno avuto la fortuna di passare una serata con lei, han voluto nominarla “Alba Mater Studiorum”, appellativo che le è molto piaciuto, tanto da utilizzarlo come firma nelle email che ci mandava!
Maria Chiara Bovo