Due i macrobiettivi presenti nel documento messo a punto dal Governo e all’esame del Consiglio dei ministri: Assistenza di prossimità e telemedicina da un lato e Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria dall’altro. Contrariamente alle aspettative sul totale delle risorse europee (196 mld) appena il 4,6% va alla salute. Il Governo: “Ssn è giunto alla prova del Covid manifestando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei”. LA BOZZA
Da Quotidiano sanità. Dei 209 miliardi previsti dal Recovery Fund per l’Italia il Governo ha messo nero su bianco i progetti per una cifra di circa 196 mld. E alla Salute ne vanno 9 mld (il 4,6%) per puntare sul rinnovamento dell’assistenza territoriale e la digitalizzazione. È quanto prevede la bozza, che Quotidiano Sanità è in grado di pubblicare, del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano per l’accesso ai fondi del Next Generation Eu. Cifre davvero molto lontane rispetto ai 68 mld ipotizzati dal Ministero della Salute la scorsa estate quando il dicastero di Lungo Tevere Ripa inviò al Governo le sue proposte (come tutti gli altri ministeri) in vista del Piano europeo.
Ma la cifra obiettivo di 68 miliardi è comunque stata confermata proprio nei giorni scorsi dallo stesso Ministro Speranza in un’intervista al Sole 24 ore nella quale sottolineava che la dote “ottimale” per costruire un Ssn più forte dopo le ferite inferte dal Covid restava proprio quella proposta mesi fa al Parlamento e su cui non c’è nessun ripensamento o marcia indietro, ovvero i 68 miliardi famosi. “Quelle sono le risorse che consideriamo giuste per il nostro Piano che ovviamente sono da spendere in più anni” e per finanziarlo, secondo Speranza, “dobbiamo utilizzare tutte le risorse disponibili: vanno bene i soldi che arrivano dall’Unione europea da tutti i canali possibili che sono attivabili, ma vanno bene anche i soldi del bilancio dello stato e anche il Mes”.
“Il PNRR contribuira? – scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – , insieme alle altre azioni del Governo gia? intraprese, a rafforzare la nostra sanita?, cosi? duramente colpita dalla Pandemia, per tutelare la salute di tutti. Due direttrici sono emerse come fondamentali: l’importanza dei presidi territoriali sociosanitari per una rete di assistenza diffusa e prossima ai cittadini e l’esigenza di promuovere l’ammodernamento tecnologico e strutturale degli ospedali progredendo al contempo nello sviluppo della telemedicina e promuovendo la ricerca di base e applicata in campo medico”.
Le premesse sulla sanità nel Piano italiano per i fondi europei. “Il sistema sanitario – si legge in premessa del documento – è giunto alla prova del Covid-19 manifestando elementi di relativa debolezza rispetto ai principali partner europei, e, in maniera non trascurabile, anche il permanere di un forte divario tra le Regioni italiane. La risposta del sistema sanitario all’avanzata della pandemia, infatti, è stata ostacolata da carenze nell’approvvigionamento di dispositivi medici e sanitari adeguati, nella disponibilità di organico, nella dotazione di infrastrutture, in particolare tecnologica e digitale, ma soprattutto riguardo una risposta assistenziale adeguata dell’assistenza territoriale, oltre a quella ospedaliera, sebbene quest’ultima, seppure con alcuni limiti, abbia mostrato nel complesso una buona capacità di risposta e di “tenuta””.
Per questo motivo per il Governo “emerge quindi l’esigenza di intervenire con azioni di rafforzamento sia del sistema ospedaliero che, in particolare, dell’assistenza territoriale, il cui ritardo costituisce oggi una delle principali criticità del SSN: esso appare, infatti, debole e non omogeneo nella capacità di dare risposte integrate e multiprofessionali di natura sanitaria e sociosanitaria e, di conseguenza, non garantisce equità di accesso alla salute a prescindere dal contesto geografico e socio-economico”.
Altro tema è la ricerca scientifica dove “si rilevano alcune tendenze strutturali su cui è altrettanto importante intervenire, fra cui la riduzione dei fondi destinati alla ricerca biomedica e sanitaria, la crescita delle produzioni scientifiche degli IRCCS (pur a fronte di un numero ridotto di brevetti) e la carenza di capitali di rischio e di competenze che possano facilitare il trasferimento tecnologico”.
Ultima questione quella del personale. “Infine – scrive il Governo -, ulteriore elemento da affrontare e non più rinviabile per SSN riguarda il rafforzamento del numero e della formazione del personale sanitario: l’Italia mostra un numero di infermieri inferiore ai Paesi OCSE (5,8 per 1.000 abitanti rispetto alla media europea di 8,8) e, nonostante il numero dei medici sia superiore al valore europeo, il sistema attualmente soffre di una carenza significativa in alcune specializzazioni (prime tra tutti anestesia e terapia intensiva, medicina interna e pneumologia, pediatria), carenze che devono necessariamente essere affrontate per poter sostenere le sfide fin qui richiamate e poter continuare a garantire un Servizio Sanitario pubblico con elevati standard di qualità delle cure”
La Mission Salute
Per la missione che riguarda la Salute, il PNRR indirizza risorse per il rafforzamento della resilienza e della tempestività di risposta del sistema sanitario alle patologie infettive emergenti gravate da alta morbilità e mortalità, nonché ad altre emergenze sanitarie.
“Questo obiettivo – si legge – viene perseguito in primo luogo attraverso lo sviluppo dei una sanità di prossimità, vicina ai bisogni delle persone, ma anche grazie ad una più forte integrazione tra politiche e servizi sanitari e sociali”.
In secondo luogo, il PNRR punta a “rafforzare il settore della ricerca scientifica e a sostenere la sfida dell’innovazione, attraverso l’ammodernamento tecnologico ed il potenziamento dei processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica, sia a livello locale, a supporto del processo di ammodernamento delle aziende, che regionale, in particolare attraverso l’evoluzione e completamento del Fascicolo Sanitario Elettronico, che, non da ultimo, centrale, rafforzando l’infrastruttura tecnologica e la capacità del Ministero della Salute di poter disporre di strumenti innovativi di lettura e analisi dei dati e di simulazione di scenari predittivi in grado di supportare scelte complesse di pianificazione programmazione sanitaria e di prevenzione”
Le risorse. Per quanto riguarda gli investimenti in cui si concretizzano le due componenti della missione Salute, questi sono distribuiti su 5 progetti per un ammontare complessivo di risorse pari a 9 miliardi di euro.
La prima componente, “Assistenza di prossimità e telemedicina”, ha come obiettivo il potenziamento e l’orientamento del Sistema Sanitario verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria.
“La prossimità – si legge nel Piano – va intesa come vicinanza ai bisogni dei cittadini, creando servizi integrati e incentrati sul bisogno della persona e della comunità, attraverso percorsi di prevenzione e cura che coinvolgano attori pubblici e privati presenti sul territorio, così come la comunità e le associazioni del terzo settore, per offrire una rete di assistenza resiliente ed efficace a tutti i cittadini, a prescindere dal contesto geografico e socio-economico, non basata solo sul modello dell’Ospedale. Ciò al fine di superare le debolezze dell’assistenza territoriale socio-sanitaria emerse e rivelatesi critiche nella gestione dell’emergenza da Covid-19, nonché l’ormai storica e strutturale disomogeneità distribuzione territoriale di servizi sociali, sanitari e ospedalieri, spesso a svantaggio delle aree rurali e marginali del Paese”.
Per conseguire tali obiettivi, la componente prevede due linee d’intervento:
1. Il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete territoriale, suddiviso nei seguenti ambiti di intervento: a) l’integrazione complessiva dei servizi assistenziali socio-sanitari per una presa in carico globale della persona all’interno della Casa della Comunità; b) la riorganizzazione della gestione dei servizi di cure domiciliari integrate e lo sviluppo e implementazione locale di un modello digitale dell’assistenza domiciliare integrata; c) la promozione della salute, la prevenzione primaria e secondaria e il controllo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, per tutte le persone prese in carico nella Casa della Salute, anche grazie all’integrazione delle soluzioni tecnologiche; d) l’implementazione di presidi sanitari a degenza breve (Ospedali di comunità) che svolgano una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero tramite la costituzione di Centrali Operative Territoriali; e) il miglioramento degli standard assistenziali nelle Residenze sanitarie per pazienti disabili e non autosufficienti; f) sviluppo capillare della rete di centri territoriali per il contrasto alla povertà sanitaria, per rispondere più puntualmente ai bisogni della popolazione hard to reach hard to treat.
2. Lo sviluppo di un modello di sanità pubblica ecologica (“One Health”) Salute, Ambiente e sicurezza alimentare che prevede: a) l’istituzione di una rete del “sistema nazionale di prevenzione salute-ambiente e clima, SNPS”, pienamente integrabile con l’esistente Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA); b) lo sviluppo del sistema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti, con la definizione di un sistema integrato delle attività per la food safety ad alto contenuto tecnologico.
La seconda componente, “Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria” ha un duplice obiettivo che si traduce nelle seguenti linee d’intervento:
1. La prima riguarda l’ammodernamento tecnologico e digitale del sistema sanitario, con particolare riferimento all’ammodernamento complessivo del parco tecnologico degli ospedali, al rafforzamento del sistema emergenza-urgenza, agli interventi di integrazione ospedale-territorio per la presa in carico dei percorsi assistenziali e alla realizzazione di interventi regionali per l’evoluzione, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, anche ampliandone gli strumenti che abilitino la raccolta di nuove informazioni su base volontaria da parte del cittadino.
2. La seconda riguarda il potenziamento delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico, che prevede: a) lo sviluppo di un ecosistema per l’innovazione nell’area “Salute”, tramite partenariati misti per soluzioni innovative nel settore life science e la creazione di nuove imprese science-based; b) voucher per il sostegno al trasferimento tecnologico negli ambiti della salute.
3. Il Potenziamento della formazione del personale sanitario con interventi per a) l’ampliamento dell’accesso ai percorsi di specializzazione dei neo-laureati in medicina e chirurgia; b) il potenziamento della formazione dei professionisti sanitari.
Luciano Fassari