“Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile”, pontifica il governatore “orfano” di Domenico Mantoan, l’influente manager per dieci anni a capo della sanità veneta e ora approdato alla direzione romana di Agenas, l’agenzia del ministero della salute. Nell’attesa di individuarne l’erede, Luca Zaia ha affidato l’interim dell’incarico a Gianluigi Masullo; dirigente di spicco a Palazzo Balbi – sovrintende a bilancio, patrimonio, acquisti, finanza e tributi – il prescelto abbinerà i compiti attuali al controllo dei conti in ambito sanitario nella fase di limbo, affiancato dal vice Claudio Costa. Già in forza alla Provincia di Treviso, è una vecchia (e fidata) conoscenza zaiana e, ironia della sorte, nel passato è stato più volte protagonista di accese discussioni con Mantoan in materia finanziaria.
A proposito di quattrini, si apprende che la spesa straordinaria sul versante della salute dall’inizio della pandemia ad oggi si aggira intorno ai 400 milioni di euro. Una cifra importante, che tuttavia non atterrisce l’amministrazione regionale, forte com’è dei complessivi 413 milioni erogati al Veneto dal Governo attraverso tre decreti e dalla rimodulazione del bilancio triennale di previsione; avviata dall’assessore Gianluca Forcolin e completata dal successore Francesco Calzavara, la manovra consentirà di incrementare di 200 milioni il budget 2021. E le donazioni pervenute durante l’emergenza? Sfiorano la sessantina di milioni e in larga parte risultano intonse: “Cinque milioni li abbiamo destinati ai servizi sociali, uno e mezzo alla protezione civile. L’andamento dei costi? Pauroso. Un esempio per tutti: attrezzare un posto letto di terapia intensiva costa trentamila euro, noi abbiamo raddoppiato in pochi mesi i cinquecento disponibili”.
Il Mattino di Padova, Flippo Tosatto