In questa stagione c’è l’imbarazzo della scelta: Influenza australiana, Covid-19, Virus respiratorio sinciziale (Rsv). I sintomi possono essere simili: raffreddore, tosse, mal di gola, dolori muscolari…Insomma, quale virus avrò preso? In questo periodo è difficile dirlo, dato che molti di quelli attualmente in circolazione hanno una “faccia” davvero simile dal punto di vista dei sintomi che causano. Covid-19, influenza australiana, infezione da virus respiratorio sinciziale (Rsv): queste le prime in classifica al momento dal punto di vista dei contagi, oltre al comune raffreddore, che può essere causato da molti virus diversi. Basandosi su informazioni divulgate dal Centers for Disease Control and Prevention, alcuni media fra cui il New York times hanno elaborato degli schemi utili a orientarsi rispetto a quale delle patologie appena menzionate potremmo avere. Occhio però, non si tratta di uno strumento diagnostico e solo test specifici sono in grado di dare una risposta affidabile. Inoltre, come ricordano gli esperti del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), è la simultanea diffusione di tutti questi virus che rischia di mettere sotto pressione i nostri ospedali. Quindi, se per covid-19 siamo ormai abituati a isolarci in caso di positività, anche le altre patologie non sono da prendere sotto gamba, specialmente se siamo a contatto con soggetti fragili.
Quale virus?
Il distanziamento sociale ha fatto sì che il nostro sistema immunitario non venisse messo molto spesso alla prova negli ultimi due anni: questo è uno dei motivi per i quali ci troviamo a fronteggiare un picco di infezioni causate da patogeni diversi. Ma quali sintomi possono causare i virus attualmente in circolazione? Partiamo dalle similitudini: raffreddore comune, influenza, covid-19 e infezione da Rsv possono tutti presentarsi con sintomi come tosse, mal di testa, febbre, naso chiuso. Vomito e diarrea sarebbero invece più frequenti nel caso di influenza o covid-19, mentre l’improvvisa e completa perdita del senso del gusto e dell’olfatto è caratteristica di quest’ultimo e dovrebbe essere ben distinguibile dall’attenuazione di questi sensi che si verifica spesso anche quando abbiamo un semplice raffreddore. Per quanto riguarda il Rsv, è più spesso sintomatico nei bambini, mentre gli adulti possono contrarlo in modo asintomatico o sviluppare sintomi lievi legati alle vie respiratorie alte, come rinorrea, faringite, tosse. Nei bambini piccoli e nei neonati, invece, questo virus può causare patologie più gravi come bronchiolite e polmonite. Proprio perché vengono interessate le vie respiratorie più basse, nei bambini può comparire il cosiddetto “rantolo” o respiro ansante.
A parte i sintomi, il periodo di incubazione che precede la loro comparsa può essere un altro elemento utile per fare delle distinzioni. L’influenza, per esempio, può comparire anche già 24 ore dopo il contatto con una persona ammalata, mentre per il covid-19 questo periodo va più frequentemente dai due ai cinque giorni. Comunque, come dicevamo all’inizio, l’unico modo per scoprire davvero quale di questi virus abbiamo contratto è sottoporsi a un test specifico, disponibile anche come kit casalingo per il covid-19, mentre solo come test di laboratorio per gli altri virus.
Non occupiamoci solo del Covid
Come anticipato, il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sottolinea che è la co-circolazione di tutti questi virus che rischia di mettere sotto pressione i sistemi sanitari. “La stagione festiva di fine anno – dichiara Andrea Ammon, direttore dell’Ecdc – è associata ad attività come incontri sociali, shopping e viaggi, che comportano rischi aggiuntivi significativi per la trasmissione di RSV e altri virus respiratori. Il rafforzamento dei sistemi sanitari e il sostegno degli operatori sanitari dovrebbero essere prioritari a causa del rischio di una grave pressione sui nostri sistemi sanitari nelle prossime settimane e mesi. Anche la vaccinazione contro l’influenza e la covid-19 dovrebbe essere una priorità tra i gruppi a rischio”. Per quanto riguarda la comunità, le buone pratiche suggerite dall’Ecdc sono sempre le stesse: ridurre il più possibile i contatti in caso di malattia, lavarsi frequentemente le mani, continuare a utilizzare le mascherine, ventilare adeguatamente gli spazi chiusi ed evitare gli spazi pubblici affollati, anche favorendo il telelavoro quando questo è possibile.
Via: Wired.it