Le vendite annuali di antibiotici negli allevamenti italiani si sono più che dimezzate in dieci anni, ma restano tra le più alte in Europa. Sono i dati del rapporto annuale dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sul consumo di antimicrobici veterinari nell’Ue/See (Esvac). In particolare, secondo i dati che 25 paesi hanno fornito nel periodo 2011-2021, le vendite complessive di antibiotici veterinari sono diminuite del 47% in questo intervallo, raggiungendo il valore più basso mai segnalato.
I dati del rapporto Esvac
Anche le vendite di classi di antibiotici considerate di fondamentale importanza nella medicina umana sono diminuite notevolmente tra il 2011 e il 2021 e hanno rappresentato solo il 5,5% delle vendite totali nel 2021. Le vendite di cefalosporine di terza e quarta generazione sono diminuite del 38%, le polimixine dell’80%, i fluorochinoloni del 14% e le vendite di altri chinoloni sono diminuite dell’83%. Questi antibiotici dovrebbero essere utilizzati in modo prudente e responsabile per preservarne l’efficacia e mitigare il potenziale rischio per la salute pubblica, come indicato nella classificazione dell’Antimicrobial advice ad hoc expert group (Ameg).
I dati italiani
Dal 2011 al 2020 le vendite sono calate del 43% nei 31 Paesi coperti dal rapporto, in Italia è stata osservata una diminuzione del 51%. Se si considerano le tonnellate di principio attivo, nel 2020 l’Italia era il terzo Paese per vendite dopo Spagna e Polonia. In rapporto alla popolazione animale negli allevamenti, la Penisola era seconda dopo la Polonia. Nel 2019, l’Italia si è dotata di un sistema di tracciabilità digitale dei medicinali veterinari con dati anche a livello di allevamenti, che è un “passo importante verso lo sviluppo di un adeguato programma di gestione antimicrobica”, scrive Ema. “I dati – sottolinea l’agenzia Ue – mostrano progressi verso il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici, adottato nel 2017”.
La strategia Farm to Fork
Il rapporto Esvac include inoltre, per la prima volta, informazioni sui progressi compiuti verso l’obiettivo della strategia Farm to Fork della Commissione europea per ridurre la vendita di antimicrobici per gli animali d’allevamento e l’acquacoltura nell’Ue. In soli tre anni, tra il 2018 e il 2021, i 27 Stati membri dell’Ue hanno già ottenuto una riduzione del 18%, circa un terzo dell’obiettivo di riduzione del 50% fissato per il 2030. La strategia Farm to Fork è al centro del Green Deal europeo e mira a rendere i sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell’ambiente.
Il rapporto Esvac
Il dodicesimo rapporto Esvac presenta i dati di 31 paesi europei (29 paesi Ue/See, Svizzera e Regno Unito). È stato lanciato dall’Ema nel settembre 2009 su richiesta della Commissione europea. Da allora, l’Agenzia ha coordinato e sostenuto gli sforzi dei paesi europei per stabilire relazioni standardizzate e armonizzate sul volume delle vendite di medicinali veterinari antimicrobici. Il rapporto Esvac viene pubblicato ogni anno ed è utilizzato come fonte di informazioni di riferimento per scienziati, veterinari e altri operatori sanitari, valutatori del rischio e responsabili politici negli Stati membri dell’Ue.
Ai sensi del regolamento (Ue) 2019/6, la comunicazione dei dati sulle vendite e sull’uso di antimicrobici negli animali diventerà un obbligo legale per gli Stati membri dell’Ue e l’Agenzia. I nuovi requisiti si applicheranno ai dati dal 2023 in poi
La situazione veterinaria in Italia
Come sottolinea Angelica Maggio (DGSAF) i progressi ci sono stati e continuano ad esserci. Per quanto riguarda gli animali produttori di alimenti, ma anche per quelli di affezione. E questo grazie all’introduzione della ricetta elettronica. Per gli animali da reddito, poi, non va dimenticato che dal 2006 gli antibiotici coadiuvanti della crescita e con funzione di metafilassi sono stati messi al bando (anche quelli dei mangimi medicati). Ciò ha portato rispettivamente a una riduzione degli antibiotici rispettivamente del 30% e del 20%. Per il futuro si potrà contare anche sul nuovo PNCAR che – andando a puntualizzare e rafforzare alcune misure del precedente – è destinato ad avere maggiore efficacia. 27 le azioni specifiche previste per il settore veterinario tese a rafforzare: sorveglianza e monitoraggio; prevenzione delle infezioni; riduzione dell’uso di antibiotici. Tra le iniziative più interessanti lo sviluppo di un’app di cui potranno avvalersi i veterinari per testare la sensibilità dei pet agli antibiotici. Inoltre, si insisterà molto sulla prevenzione tramite l’adozione di pratiche di biosicurezza adeguate all’interno degli allevamenti. Per coadiuvare queste misure ci si potrà avvalere (anche se per ora solo su base volontaria) del sistema Classy Farm che valuta il livello di rischio degli allevamenti in base a specifici parametri.