Un nuovo avvistamento di Vespa velutina è stato segnalato in Emilia Romagna, sull’Appennino al confine con la Liguria.
A darne notizia è al rete StopVelutina dopo la segnalazione fatta dai tecnici dell’Associazione Reggio Parma, che hanno trovato il calabrone asiatico in località Pontestrambo, nel comune di Tornolo, in provincia di Parma.
Si tratta del secondo ritrovamento avvenuto in Emilia Romagna dopo la segnalazione di metà ottobre in Val Nure, in provincia di Piacenza, dove erano stati ritrovati diversi esemplari di Vespa velutina in una trappola alimentare in un singolo apiario nel comune di Ferriere.
Il luogo del ritrovamento nel parmense è a circa 600 metri di altitudine, una quota assai più bassa rispetto ai 1000 metri di Ferriere, in provincia di Piacenza dove il calabrone era stato trovato a metà ottobre.
E l’altitudine del nuovo sito nel parmense risulta anche più idonea allo sviluppo dei nidi di Vespa velutina.
Vista la relativa vicinanza dal confine con la Liguria e dai siti in cui Vespa velutina è stata segnalata in Liguria, a circa 15-20 chilometri dalla nuova località emiliana, è anche possibile che si tratti di una espansione naturale del calabrone.
Più lontani i siti di ritrovamento in Toscana, nella provincia di Massa Carrara, dove le località più vicine a Tornolo in cui è stato segnalato l’insetto sono almeno a 25 chilometri in linea d’aria.
Anche per questo l’attività di monitoraggio nella zona e nelle zone vicine deve esser intensificata, come ha già provveduto a fare l’Associazione Reggio Parma, per verificare se ci siano altri esemplari o anche nidi.
Monitoraggio che è raccomandabile continuare a fare su tutto il territorio nazionale, dal momento che con il perdurare delle temperature miti di questi giorni, i calabroni continuano a rimanere in attività.
Vespa velutina, il calabrone che danneggia gli alveari
Vespa velutina, per quanto non sia pericolosa per l’uomo, o almeno non lo sia più degli altri calabroni, è una specie aliena, non autoctona del nostro territorio e particolarmente dannosa per le api da miele. E’ infatti una attiva predatrice delle operaie e può causare anche gravi spopolamenti degli alveari.
Per questo l’attività di monitoraggio è importante per tracciarne la diffusione, soprattutto in quelle zone come l’Emilia Romagna, dove fino a poche settimane fa l’insetto non era presente.
Agronotizie
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