Un’iniziativa di respiro europeo per trovare una soluzione efficace al randagismo. Nel documento si spiega come per controllare realmente il fenomeno non basti concentrarsi solo sul ‘sintomo’, operando cioè la soppressione e la immissione nei rifugi di cani e gatti liberi sul territorio. Si tratta, infatti, di misure disumane e per di più inefficaci in quanto arginano solo momentaneamente il problema, ma non lo risolvono. Al contrario, un Population management di successo deve seguire tre ben precisi asset: cattura, sterilizzazione/vaccinazione re-immissione in libertà. In questo modo si potrà attuare una gestione efficace delle popolazioni randagie di cani e gatti non solo migliorandone il livello di benessere, ma prevenendo pure potenziali rischi per la salute pubblica e relativi oneri economici. La motivazione per una migliore gestione della popolazione è chiaramente presente attraverso la legge sulla salute animale dell’UE di recente introduzione e l’attuale aggiornamento del codice sanitario per gli animali terrestri dell’OIE, capitolo 7.7.
Per un intervento congiunto e omogeneo L’esigenza di una guida europea nasce dalla constatazione che nella UE la gestione del randagismo presenta varie disparità da paese e a paese. Serve dunque un approccio congiunto che descriva i principi chiave, i sistemi efficaci e la divisione dei ruoli e delle responsabilità. Anche alla luce del fatto che sempre più spesso sia gli animali randagi che quelli di proprietà vengono spostati (per vendita o adozione) al di fuori dei confini nazionali.
A questo proposito, Paolo Dalla Villa, Technical Officer-Disaster Management and Animal Welfare della WOAH ha commentato: “questa Policy Guidance affronta la responsabilità etica individuale e collettiva nel trattare con la gestione della popolazione di cani e gatti affermando la necessità di unire le forze verso un obiettivo comune”.
Mentre Ann Criel, dottore in scienze veterinarie e segretario onorario della FECAVA, ha suggerito l’opportunità di aggiungere informazioni preziose, ad esempio: lo stato di vaccinazione sui microchip già esistenti come una sorta di passaporto elettronico che promuoverebbe un confine controllato e più sicuro tra gli Stati.
Le tre case history: dati chiave
Durante la presentazione del documento, sono stati presentati tre casi di studio che esemplificano bene l’efficacia di un approccio sistematico al problema. In merito a queste case history, Petras Auštrevi?ius, MEP Renew Europe Group, ha commentato: “è incredibile vedere i risultati di un approccio ben progettato e basato sull’evidenza come è il caso della gestione della popolazione a Sofia, in Bulgaria, dove il numero di cani randagi è passato da 11.124 nel 2007 a 3.589 nel 2018 attraverso un approccio strategico che combinava sterilizzazione di massa, vaccinazione antirabbica e sterilizzazione gratuita per gli animali da compagnia”.
Risultati: dal 2000 al 2019 il numero dei cani randagi è passato da 80.000 a 4000
Metodologia: Responsabilizzazione e controllo tramite: cattura, sterilizzazione/vaccinazione re -immissione, cure veterinarie periodiche geolocalizzazione.
Risultati: Riduzione del numero di cani randagi da 11.124 cani nel 2007 a 3.589 nel 2018.
Metodologia: Dal 2006 nuovo approccio basato su sterilizzazioni e vaccinazioni di massa contro la rabbia. A corredo incentivi alle adozioni.
Risultati: Secondo le rilevazioni più recenti sulla piccolo penisola sono oggi presenti solo 55 randagi (44 gatti e 7 cani).
Metodologia: Controllo tramite: cattura, sterilizzazione/vaccinazione re -immissione, cure veterinarie periodiche geolocalizzazione.
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