Il Corriere del Veneto. Se questa ondata di Covid-19 sembra aver toccato il suo picco, con la curva dei contagi che si avvia verso la fase discendente (o almeno questo è l’auspicio), ora a preoccupare è il vaiolo delle scimmie, i crescenti casi di West Nile, con le prime vittime, e le temperature roventi di queste giornate (ieri a Treviso si sono sfiorati i 37 gradi con la punta di Volpago che ha registrato 37.1), un fattore che ha portato ad un aumento dei malori, soprattutto tra i più fragili e gli anziani, e a un aumento degli accessi al pronto soccorso. Da un paio di settimane il Ca’ Foncello registra 50 accessi in più ogni giorno rispetto alla media.
Va da sé che la pressione sulla sanità trevigiana, già duramente provata da quasi due anni e mezzo di pandemia, non va certo allentandosi anche a causa dell’assenza di 350 sanitari tra quelli in ferie e quelli ancora sospesi per non aver fatto il vaccino. “Alcuni operatori sanitari hanno dovuto interrompere le ferie – ha riferito il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi – Il carico di lavoro resta pesante ma se il Covid inizierà ad essere meno impattante la situazione andrà decisamente in miglioramento”. E a rincuorare un po’ è proprio il fronte del Covid: è vero che nella Marca restano 146 i pazienti ricoverati, di cui uno in terapia intensiva a Conegliano (tre sono stati di recente dimessi dal Ca’ Foncello) ed è vero che ieri in tutta la Marca si sono registrati 1.571 nuovi contagi con 16.656 persone positive ma si intravede già una diminuzione dei contagi rispetto ai giorni scorsi. “Il calo dei ricoveri sarà lento ma inizierà dalla prossima settimana” ha spiegato Benazzi. L’aumento degli accessi ai Covid point ha già portato l’azienda sanitaria ad estenderne l’orario di apertura e si valuta inoltre l’apertura anche di due nuovi Covid point nella zona di Asolo. Per quanto riguarda la quarta dose le vaccinazioni giornaliere in provincia di Treviso sono in media 1.200-1.300 al giorno: alla chiamata stanno rispondendo soprattutto gli Over 70 dal momento che molti ottantenni hanno già avuto il virus.
A preoccupare però è l’incremento di patologie infettive d’origine esotica come il West Nile e il vaiolo delle scimmie. Per quanto riguarda la Febbre del Nilo, nella Marca sono stati registrati per ora tre casi e due decessi. L’infezione viene generalmente trasmessa dagli uccelli all’uomo principalmente attraverso la zanzara culex: l’80-85% delle persone punte da questo insetto però non manifesta sintomi, il 10% avverte delle conseguenze mentre una modesta percentuale, soprattutto anziani e fragili, viene colpita in modo molto grave. E’ il caso dei due anziani di Ponzano e Salgareda deceduti qualche giorno fa. Per evitare la diffusione della malattia l’Usl ha chiesto ai sindaci di eseguire rapidamente la disinfestazioni nei tombini e nelle aree pubbliche mentre la raccomandazione ai cittadini è quella di usare repellenti ed anti-zanzare, soprattutto nel caso in cui decidano di uscire di casa al tramonto.
Restano intanto cinque i casi di vaiolo delle scimmie (provoca febbre, bolle e lievi lesioni sulla pelle) attualmente accertati nella Marca. “Si tratta di persone arrivate in ospedale dopo viaggi all’estero – ha concluso Benazzi – i cinque contagiati si conoscono e al momento stanno venendo seguiti dal nostro personale. Nessuno di loro è in gravi condizioni”.