L’ordinanza ufficiale firmata dal commissario straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari lo scorso 17 maggio e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 21 maggio (ORDINANZA IN GAZZETTA) prevede il proseguimento della chiusura dei varchi e dei passaggi per contenere l’accesso ai cinghiali in città, la pulizia dei cassonetti e delle strade dai rifiuti, il corretto smaltimento delle carcasse e l’avvio di catture e abbattimenti. Viene istituita una Cabina di regia coordinata dalla prefettura di Roma che si occuperà di gestire le operazioni di depopolamento dell’area. Spetterà al Prefetto di Roma, una volta chiusi i varchi entro 30 giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza, dare il via alla cattura e all’abbattimento dei cinghiali. Gli esemplari negativi potranno essere consumati esclusivamente all’interno dell’area in cui sono stati abbattuti.
Le misure di sorveglianza e prevenzione, che hanno come obiettivo quello di contenere la diffusione del virus nel territorio di Roma Capitale, come si legge nel testo dell’ordinanza, tengono conto che la peste suina africana puo? avere gravi ripercussioni sulla salute della popolazione dei suini sia selvatici che allevati e destinati al consumo umano e sulla redditivita? del settore zootecnico, incidendo anche sulla produttivita? del settore agricolo, con possibili gravi ripercussioni economiche all’interno dell’Unione e nell’export.
L’ordinanza firmata dal commissario speciale all’emergenza della peste suina africana per quanto riguarda i cinghiali prevede:
– la chiusura di varchi e passaggi tra la zona infetta e l’esterno: nei pressi dell’A90 Grande Raccordo Anulare e gli accessi tra le aree verdi e le aree urbanizzate della rimanente porzione della zona infetta;
– di impedire ai cinghiali di raggiungere fonti di cibo come i rifiuti nei cassonetti;
– il divieto di dare da mangiare agli animali selvatici;
– l’analisi ogni due settimane delle carcasse, dando priorita? alle aree dalle quali non sono ancora emersi casi positivi al virus;
– l’installazione di cartelli con avviso di zona infetta in centri abitati e parchi;
– la richiesta ai cittadini di segnalare il ritrovamento delle carcasse chiamando il numero verde gratuito della protezione civile al numero 803555, attivo h 24.
Come funzioneranno catture e abbattimenti
Le catture e gli abbattimenti dei cinghiali, si legge nell’ordinanza, avranno come obiettivo quello di ridurre il numero di esemplari presenti sul territorio. “Tutte le carcasse degli animali catturati e abbattuti possono essere destinate all’autoconsumo esclusivamente all’interno della stessa zona di attenzione – si legge – e solo se risultate negative ai test di laboratorio per ricerca del virus della peste suina africana”. Quindi la carne di cinghiale potrà essere consumata solo all’interno dell’area nella quale gli esemplari sono stati abbattuti.
Le ASl e il Comando Unità forestali dei carabinieri provvedono a censire, mediante aggiornamento della BDN, di tutti gli stabilimenti che detengono suini e cinghiali anche solo temporaneamente e non destinati alla produzione di alimenti. L’ordinanza impone la macellazione di tutti i suini presenti negli allevamenti di tipo commerciale e il divieto di ripopolamento per 6 mesi. Rimane valido il divieto di movimentazione di animali, carne e partire di materiale detenuti nella zona infetta. Nella zona confinante all’area infetta viene introdotto il divieto alla svolgimento delle attività all’aperto.
Il servizio veterinario delle ASL, sentita la Direzione regionale in materia sanitaria, può delegare compiti specifici a veterinari aziendali e liberi professionisti. Dopo aver verificato di non poter sopperire alle ulteriori esigenze emergenziali con strumenti ordinari o mediante il reperimento delle necessarie risorse umane può procedere all’attribuzione di incarichi a tempo determinato a dirigenti veterinari.