La regione Lazio, con un’ordinanza, ha disposto una zona infetta provvisoria e una zona di attenzione per cercare di contrastare e contenere la peste suina. Il provvedimento della regione stabilisce regole stringenti e una sorveglianza rafforzata dei cinghiali, dopo la scoperta di un caso nel parco dell’Insugherata a nord di Roma. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Umbria e Marche, nella giornata del 4 maggio, ha confermato la presenza del caso sulla diagnosi effettuata dall’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana. Altri casi sono in attesa di conferma. Il nuovo focolaio è stato notificato all’Oie.
Intanto il Sottosegretario di Stato alla Salute Andrea Costa è stato delegato dal Ministro Roberto Speranza alla trattazione e alla gestione dell’emergenza con l’obiettivo di porre in essere e monitorare la realizzazione di attività di contenimento ed eradicazione della Peste suina africana nei cinghiali e di promuovere azioni di prevenzione della sua diffusione nei suini di allevamento. Il Sottosegretario Costa, sarà, insieme al Commissario Straordinario Angelo Ferrari, in costante raccordo con il Segretariato generale e le Direzioni generali del Ministero della Salute interessate, con il supporto tecnico e amministrativo della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari.
La zona rossa sarà indicata da cartelli e avverrà il monitoraggio, il campionamento e l’analisi di eventuali carcasse e la gestione del loro smaltimento in sicurezza. Nell’area sarà vietato dare cibo agli animali, ma anche organizzare eventi e fare pic nic.
Un’altra misura adottata sarà quella di recintare i cassonetti dei rifiuti, per evitare che i cinghiali ci vadano alla ricerca di cibo. Inoltre, verranno attivati dei controlli negli allevamenti di suini e animali anche vicini alla zona rossa.
Il provvedimento è stato adottato dopo la scoperta di un caso di peste suina africana in un cinghiale ritrovato nel parco dell’Insugherata in prossimità della Cassia, a nord di Roma, all’interno della cinta del grande raccordo anulare. Il caso di Roma arriva a circa quattro mesi dalle prime segnalazioni della malattia in Italia, individuata a inizio gennaio tra il basso Piemonte e la Liguria. Ad oggi, dopo circa 120 giorni, in quei territori sono già 110 i cinghiali ritrovati positivi alla Peste suina africana: una media di circa uno al giorno.
REGIONE LAZIO
Ordinanza ai sensi dell’articolo 32, comma 3 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica. Prime misure di regolamentazione per il contenimento della Peste Suina Africana sul territorio della Regione Lazio
Recentemente si è verificato un caso di Peste suina africana (PSA) su un cinghiale rinvenuto nel territorio Nord Ovest della città di Roma.
La Peste suina africana è una malattia virale che colpisce maiali e cinghiali.
NON È TRASMISSIBILE AGLI ESSERI UMANI.
È stata individuata una “zona rossa” dove adottare determinati comportamenti per contrastare la diffusione del virus tra i maiali e i cinghiali.
La “zona rossa” è all’interno del Grande Raccordo Anulare e il perimetro è delimitato dai seguenti confini:
Nord – Nord Ovest: A90 Grande Raccordo Anulare;
Est – Sud Est: Fiume Tevere;
Sud: Circonvallazione Clodia, via Cipro, via di San Tommaso D’Acquino, via Arturo Labriola, via Simone Simoni, via Pietro De Cristofaro, via Baldo Degli Ubaldi;
Sud – Ovest: via di Boccea.
Riguarda anche porzioni del Parco dell’Insugherata, del Parco di Veio, del Parco del Pineto e della Riserva di Monte Mario.
Nella zona rossa:
- sorveglianza passiva rafforzata da parte degli Enti di gestione dei Parchi e dei Servizi veterinari;
- campionamento carcasse e cinghiali moribondi a cura dei Servizi veterinari;
- ASL e Istituto Zooprofilattico Sperimentale smaltiscono le carcasse secondo procedure di massima biosicurezza;
- è installata segnaletica specifica per delimitare le zone coinvolte dai casi di PSA;
- divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali;
- divieto di organizzare eventi e divieto di assembramento, ivi inclusi i pic-nic, all’aperto nelle aree agricole e naturali;
- si raccomanda la disinfezione delle scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali;
- recinzione dei cassonetti dei rifiuti per inibirne l’accesso da parte dei cinghiali;
- censimento delle aziende commerciali e familiari che detengono suini e aggiornamento della Banca Dati Nazionale;
- verifica della presenza di suini detenuti a scopo non commerciale (pet pigs);
- controllo virologico di tutti i suini morti e dei casi sospetti.
Numero verde gratuito della Protezione Civile Regionale per la segnalazione di carcasse rinvenute o cinghiali moribondi: 803.555, attivo H24.
Identificata una “zona di attenzione” fuori dalla zona rossa, estesa a tutto il territorio della ASL RM1 a ovest del fiume Tevere.
Nella zona di attenzione:
- ricerca attiva delle carcasse di suini selvatici a partire dai limiti nord della zona rossa;
- gli Enti di gestione dei Parchi provvedono alla chiusura dei varchi di accesso alla zona rossa dal versante nord della stessa;
- censimento delle aziende commerciali e familiari che detengono suini e aggiornamento della Banca Dati Nazionale.
Si ribadisce il divieto di foraggiare maiali e cinghiali e il divieto di attività venatorie all’interno del GRA.
Le misure adottate si rendono necessarie anche per delimitare le diverse zone nelle quali condurre le attività di sorveglianza della malattia, di cattura e contenimento dei suini selvatici, per contrastare la diffusione del contagio, in armonia con quanto stabilito dal Commissario straordinario nazionale alla Peste Suina Africana.