Vaccini veterinari, l’industria: sì alla pubblicità verso gli allevatori
La posizione di Aisa-Federchimica è stata illustrata nel corso di un’audizione al Senato sul nuovo Regolamento Ue 2019/6, che lascia ai singoli Stati la possibilità di introdurre una deroga per la promozione dei farmaci immunologici
L’Italia autorizzi la pubblicità dei vaccini veterinari rivolta agli allevatori professionisti. A beneficio della salute animale e degli sforzi contro il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza. A chiederlo è l’Associazionae nazionale imprese salute animale (Aisa), parte di Federchimica, sentita in audizione dalla Commissione Agricoltura di Palazzo Madama. I senatori stanno esaminando il capitolo relativo alla promozione dei prodotti del nuovo Regolamento (Ue 2019/6) sui farmaci veterinari, applicato dal 28 gennaio 2022.
La pubblicità dei farmaci veterinari
A oggi, in generale, la promozione dei medicinali per gli animali soggetti a prescrizione è consentita solo se rivolta a “medici veterinari o persone autorizzate a fornire medicinali veterinari ai sensi delle disposizioni nazionali”. L’articolo 120 del nuovo regolamento apre alla possibilità, per ogni Stato membro, di consentire la pubblicità verso gli allevatori professionisti, a patto che questa sia limitata ai soli medicinali immunologici e che inviti esplicitamente l’allevatore a consultare il veterinario. Aisa ritiene che gli Stati membri dovrebbero attuare questa novità come mezzo di politica sanitaria, sia per il contenimento della resistenza antimicrobica sia per migliorare la prevenzione delle malattie.
Prevenzione, quindi meno antibiotici
“L’utilizzo su larga scala degli immunologici – ha detto in audizione Arianna Bolla, presidente di Aisa – rientra a pieno titolo nel concetto di One Health, perché il vaccino, come tutti gli strumenti di prevenzione, concorre attivamente al miglioramento del benessere animale, contribuendo al contempo alla riduzione dell’incidenza delle malattie e quindi degli interventi terapeutici a esse collegati. L’importanza di una adeguata pubblicità degli immunologici, che ricordo sono somministrabili solo sotto diretto controllo veterinario, permette infatti di venire incontro all’impellente necessità di vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione animale per raggiungere quella percentuale (in genere del 70-80%) che ci consente – conclude Bolla – di ottenere l’immunità di gregge e prevenire la diffusione di malattie infettive, come durante la recente epidemia da Covid-19”.
L’orientamento Ue
La possibilità per gli Stati membri di prevedere la pubblicità degli immunologici, ricorda Aisa nella memoria depositata alla Commissione Agricoltura, è stata introdotta dal Consiglio europeo, durante il trilogo dei lavori per l’adozione del Regolamento, dalla Presidenza estone nell’ottobre 2017. Le argomentazioni che hanno portato alla formulazione dell’articolo 120 si possono rintracciare nel Considerando 79: “La pubblicità, anche di medicinali non soggetti a prescrizione veterinaria, potrebbe influire sulla salute pubblica e sulla sanità animale e causare una distorsione della concorrenza. Pertanto, la pubblicità sui medicinali veterinari dovrebbe rispettare determinati criteri. Le persone abilitate a prescrivere o fornire medicinali veterinari possono valutare in modo appropriato le informazioni fornite nella pubblicità grazie alla loro conoscenza, formazione ed esperienza in materia di salute animale. Per le persone che non sono in grado di valutare correttamente il rischio associato all’impiego dei medicinali veterinari, la pubblicità può indurre a un uso scorretto o a un consumo eccessivo dei medicinali, dannoso per la salute pubblica o la sanità animale, o per l’ambiente. Tuttavia, al fine di preservare lo stato di salute degli animali nel loro territorio, gli Stati membri dovrebbero poter consentire, in condizioni particolari, la pubblicità dei medicinali veterinari immunologici rivolta ai detentori di animali professionisti”.
I lavori parlamentari
Il Parlamento sta esaminando la Legge di delegazione europea 2021 (AS 2481), che all’articolo 16 contiene la delega al Governo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (Ue) 2019/6, che abroga la direttiva 2001/82/CE. Aisa chiede quindi che, nel dare attuazione al Regolamento, venga incluso anche quanto previsto dall’articolo 120.
L’audizione di Aisa-Federchimica