Con l’anno 2020 si è aperta la nuova programmazione triennale del piano nazionale di controllo ufficiale per ricercare la presenza di OGM negli alimenti. Questo Piano nasce da una consolidata collaborazione tra il Ministero della salute, il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli OGM (CROGM) e l’Istituto superiore di sanità al fine di facilitare la programmazione e il coordinamento delle attività di controllo svolte dalle Autorità sanitarie regionali e provinciali.
Il Piano nazionale, oltre a definire ruoli ed obiettivi per tutti i soggetti coinvolti, individua le principali matrici alimentari da sottoporre al controllo e i criteri a cui ogni Regione e Provincia autonoma deve conformarsi per l’adozione di un Piano regionale di controllo ufficiale sul proprio territorio.
Per il 2020 i controlli previsti all’importazione sono stati svolti ancora dagli USMAF-SASN, ma come stabilito dal DM 24/2021 dal prossimo anno 2021 questi controlli passeranno ai PCF (ex PIF).
I soggetti coinvolti nell’attuazione del Piano nazionale e le relative competenze sono:
- le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano per la programmazione e il coordinamento delle attività di vigilanza e controllo sul territorio di competenza;
- le ASL per l’espletamento delle attività di vigilanza e controllo;
- gli USMAF-SASN (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della Salute) per le attività di controllo sui prodotti di origine non animale destinati all’alimentazione umana, presentati all’importazione, fino al 2020;
- gli IIZZSS, le ARPA, le ASL designati dalle Autorità competenti per effettuare le analisi di laboratorio, facenti parte del Network Italiano dei laboratori OGM (NILO);
- il CROGM, presso l’IZS del Lazio e Toscana, che opera anche in qualità di Laboratorio Nazionale di riferimento ai sensi del regolamento (CE) n. 882/2004;
- l’Istituto Superiore di Sanità per le revisioni di analisi su campioni di alimenti non conformi.
La presente relazione è stata predisposta dal Ministero della salute, sulla base dei risultati dei controlli ufficiali, elaborati dal CROGM che gestisce il database nazionale in cui sono inseriti i dati relativi all’attività analitica svolta dai laboratori designati, validati dalle autorità regionali/provinciali attraverso l’accesso al Cruscotto Reportistica Sanitaria (CRS).
Attività regionale
Nel descrivere le attività di controllo svolte nel 2020 non si può non tener conto della situazione generata dall’emergenza pandemica COVID 19. Ciò nonostante va dato atto alle Regioni e Province autonome dell’impegno profuso per seguire la programmazione stabilita dai relativi piani ed effettuare i controlli ufficiali disposti. Infatti tutte le Regioni e Province autonome hanno dato attuazione al Piano nazionale effettuando i controlli ufficiali stabiliti attraverso le Autorità sanitarie locali, ciascuna per le rispettive competenze.
Per quanto riguarda la programmazione territoriale, nel 2020 i controlli per la ricerca degli OGM negli alimenti sono stati eseguiti in generale secondo le indicazioni fornite dal Piano nazionale (Tabella 1, Figura 1).
Tabella 1. Attività delle regioni e delle province autonome
Figura 1. Attività delle regioni e delle province autonome
La maggioranza delle Regioni e P.A. (Tabella 2), tuttavia non è riuscita a limitare i controlli dei prodotti finiti e ad intensificare quelli sulle materie prime e gli intermedi di lavorazione utilizzati dalle industrie alimentari secondo quanto stabilito nel piano nazionale, ossia dedicare per quanto possibile almeno il 60% dell’attività di campionamento alle materie prime e agli intermedi di lavorazione. Nel settore OGM, la verifica di conformità delle materie prime garantisce una maggiore rappresentatività ed efficienza del sistema di controllo sull’intera filiera alimentare. Il riscontro di eventuali non conformità nelle prime fasi del processo produttivo consente infatti di individuare precocemente i materiali non conformi, impedendo loro di procedere oltre, verso il consumatore finale.
Tabella 2. Attività delle regioni e delle province autonome
Relativamente alla numerosità campionaria si osserva, nonostante il particolare anno, il rispetto della programmazione minima nazionale di 628 campioni con un numero totale di campioni di 638.
Attività USMAF
Ancora per il 2020 i controlli nella fase di importazione sono stati condotti dagli USMAF. Questi uffici hanno svolto un’attività di controllo all’importazione degli alimenti di origine non animale, sia di tipo documentale su tutte le partite, sia d’identità che analitica a campione. Nel 2020 tale attività di controllo è diminuita notevolmente rispetto al precedente anno registrando 51 campioni, nel 2019 erano stati 90.
Laboratori
Nel 2020 i laboratori del controllo ufficiale che hanno svolto attività di ricerca di OGM nei prodotti alimentari sono stati 16 contribuendo in misura variabile al numero totale di campioni analizzati (Figura 2).
Figura 2. Attività dei laboratori del controllo ufficiale
Attività CROGM
Il Centro di Referenza Nazionale per la ricerca di OGM, (CROGM), Laboratorio Nazionale di Riferimento per alimenti e mangimi geneticamente modificati, istituito presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, ha fornito supporto tecnico scientifico ai laboratori italiani del controllo ufficiale, designati dalle rispettive Regioni/P.A., in particolare nel caso di campioni con esito analitico di difficile interpretazione e/o per l’effettuazione di prove non disponibili nel laboratorio richiedente.
Nel 2020 sono stati analizzati 41 campioni di alimenti, provenienti da altri laboratori, per un totale di 374 prove analitiche effettuate dal CROGM (Tabella 3).
Tabella 3. Supporto analitico del CROGM ai laboratorio del controllo ufficiale
RISULTATI
Dall’elaborazione dei dati presenti nel database nazionale risulta che il numero complessivo dei campioni appartenenti a diverse matrici alimentari, prelevati e analizzati nel 2020, è stato di 689, di cui 638 sul territorio e 51 all’importazione.
Controlli sul territorio
Nel corso dell’attività di controllo sul territorio sono stati campionati prodotti trasformati e materie prime/intermedi di lavorazione principalmente a base di mais, di soia e di riso.
Relativamente alle matrici analizzate si osserva che il 52,6% (336 campioni) ha interessato granelle, creme e farine di mais, di riso e miste; il 11,7% (75 campioni) latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale; il 9,4% (60 campioni) prodotti della pasticceria, panetteria e biscotteria; il 5,9% (38 campioni) pasta e noodles; il 4,3% (28 campioni) snacks, dessert e altri alimenti, , fino ad arrivare a diverse matrici quali radici e tuberi, preparazioni gastronomiche, integratori alimentari, prodotti per lattanti e bambini, legumi e semi oleaginosi con percentuali al disotto del 4% (Tabella 4, Figura 3).
Tabella 4. Numero di campioni per matrice sul territorio
Figura 3. Numero di campioni per matrice sul territorio
L’attività di controllo delle Regioni/P.A. è stata effettuata nel circuito convenzionale (519 campioni) e biologico (119 campioni), in diverse matrici alimentari. Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte, hanno posto una maggior attenzione al circuito biologico rispetto alle altre Regioni, effettuando un maggior numero di campioni di prodotti bio.
La Tabella 5 mostra, nel circuito convenzionale, le percentuali di campioni positivi per matrice rispetto al totale dei campioni analizzati, si evidenziano 16 campioni positivi, su un totale di 519 campioni. Le positività accertate, in totale 33, sono rappresentate nella Tabella 6.
Tabella 5. Percentuali dei campioni positivi e positività riscontrate sul territorio nazionale: Circuito Convenzionale
Tabella 6. Percentuali dei campioni positivi e positività riscontrate sul territorio nazionale: Circuito Convenzionale
Di queste la quasi totalità risulta ascrivibile ad eventi di soia GM ed in particolare, il maggior numero di positività 11 è dovuto alla soia GM MON89788, inoltre 8 positività hanno riguardato la soia MON 40-3-2 (Roundup Ready), 6 la soia MON87708 e 3 la soia A2704-12. Le restanti positività sono a seguito di riscontro di vari eventi di mais quali MON 810, DAS1507, NK603 ed altri.
Relativamente al circuito biologico su 119 campioni in 12 sono state rilevate 19 positività, riconducibili 8 alla soia MON89788 e 8 alla soia GM MON 40-3-2 (Roundup Ready) e le rimanenti 3 ad altri tipi di soia GM (Tabella 7 e Tabella 8).
Tabella 7. rcentuali dei campioni positivi e positività riscontrate sul territorio nazionale: Circuito Biologico
Tabella 8. rcentuali dei campioni positivi e positività riscontrate sul territorio nazionale: Circuito Biologico
Si conferma che la soia geneticamente modificata è la specie vegetale maggiormente riscontrata nei prodotti alimentari, sebbene tale componente GM sia presente a livello di tracce.
In merito alle positività totali riscontrate per Regione/P.A., 52 positività totali hanno interessato 28 campioni su 638 totali ossia il 3,2%, di queste, tutte relative ad OGM autorizzati nell’Unione europea e al di sotto del limite di quantificazione, tranne due.
Controlli all’importazione
Nelle Tabella 9, Figura 4 sono riportati i risultati dei campionamenti effettuati dagli USMAF.
Tabella 9. Numero di campioni per matrice all’importazione
Figura 4. Numero di campioni per matrice all’importazione
I controlli hanno riguardato 51 campioni. Le matrici maggiormente interessate sono state pasta e noodles (76,5%), granelle, creme e farine di mais, di riso e miste (7,8%), legumi e semi oleaginosi e prodotti della pasticceria, della panetteria e della biscotteria (5,9%), latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale, preparazioni gastronomiche (2%).
Nel 2020 nessuna positività è stata riscontrata.
CONCLUSIONI
Nel 2020, nonostante la pandemia che ha travolto e stravolto il nostro Paese e tutto il mondo, la stessa non ha fermato la costante e specifica attenzione delle Regioni e Province Autonome verso il controllo degli OGM negli alimenti. Pertanto, a maggior ragione per l’anno 2020, la valutazione generale dei risultati è positiva. In particolare esaminando i dati relativi al territorio, per un numero totale di campioni prelevati ed analizzati pari a 638, la percentuale di quelli positivi è stata del 3,2%, come per l’anno precedente. Ciò conferma sempre di più sia la consapevolezza degli operatori del settore alimentare che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera alimentare, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, sia l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto.
Nel corso del 2020 la maggior parte delle Regioni, tranne 6, hanno avuto ancora difficoltà a ripartire i campioni tra matrici appartenenti alle materie prime/intermedi di lavorazione e i prodotti finiti, prediligendo questi ultimi per i controlli nonostante le indicazioni fornite dal Piano nazionale. Come già più volte rappresentato rivolgere le attività di campionamento verso materie prime o semilavorati consente un campionamento più rappresentativo che porta ad un controllo più efficace. Inoltre questo aspetto è di particolare importanza visto che è uno dei CRITERI di QUALITA’considerati nella valutazione dei flussi informativi di sicurezza alimentare e veterinaria ai fini della certificazione LEA.
L’attività all’importazione, condotta ancora per il 2020 dagli USMAF, è stata caratterizzata da una flessione del numero di controlli con 51 campionamenti effettuati, rispetto ai 90 del 2019, tutti i campioni sono risultati regolamentari. Al riguardo, si ribadisce l’importanza che gli uffici di frontiera rivestono in qualità di prime Autorità sanitarie coinvolte nella nazionalizzazione e commercializzazione di prodotti
alimentari provenienti dai Paesi terzi. Pertanto il loro contributo è fondamentale per la realizzazione di quanto programmato, anche in relazione al ruolo primario che rivestono nella catena dei controlli ufficiali che deve essere garantito anche dal loro costante impegno nelle attività di controllo. Per questo l’attività di controllo frontaliera che da marzo 2021 è passata ai PCF deve essere rafforzata, non soltanto sulle partite di prodotti a base di riso provenienti dalla Cina perché oggetto di Decisione europea ma anche su altre matrici di interesse per la ricerca di OGM in arrivo da Paesi terzi.
Premesso quanto sopra, si ritiene che le seguenti azioni, tese al miglioramento del sistema dei controlli ufficiali in questo settore, debbano essere poste in atto:
- rafforzare i controlli all’importazione col passaggio ai PCF delle attività;
- continuare ad incrementare i controlli sulle materie prime e gli intermedi di lavorazione utilizzati dalle industrie alimentari limitando quelli sui prodotti finiti, considerato anche che questo è un criterio fissato per la valutazione dei flussi informativi veterinari e alimentari;
- migliorare l’attività analitiche di alcuni laboratori ampliando la ricerca quantitativa di eventi GM autorizzati;
- continuare a migliorare la tempistica nella trasmissione dei dati e inserire informazioni puntuali e complete per agevolare l’attività successiva di verifica e validazione.
Concludendo, tenuto conto dei risultati complessivi ottenuti anche per il 2020, si può confermare che sul mercato italiano nei prodotti alimentari la presenza di OGM autorizzati negli alimenti continua ad essere decisamente limitata ed a concentrazioni estremamente basse, inferiori al limite di quantificazione e che vengono rispettati i requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente.
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Fonte: Ministero della Salute